00:00 16 Agosto 2003

I Ghiacciai “registrano” la storia

Formazione, crescita, ablazione e "segreti"

I ghiacciai sono estese masse di ghiaccio formatesi su terraferma per ricristallizzazione della neve e che, per azione di gravità, sono dotate di movimento. (Casati)

I ghiacciai si formano ad una quota superiore al cosiddetto limite delle nevi permanenti, al di sopra della quale non tutta la neve caduta nel periodo più freddo dell’anno viene fusa e quella che rimane può accumularsi in luoghi topograficamente favorevoli e trasformarsi in ghiaccio.

Il limite delle nevi, nelle differenti regioni della terra, è ubicato a quote che variano in relazione alla radiazione solare e alle precipitazioni; è al di sopra dei 6000 m sulle montagne tropicali ai margini delle zone aride, si abbassa su quelle equatoriali che ricevono una maggiore quantità di neve, mentre sulle Alpi oscillano tra 2500 e 3200 m.

Il limite delle nevi permanenti nei ghiacciai nelle medie e basse latitudini coincide con la linea di equilibrio separante la zona superiore (di alimentazione) dove il ghiaccio si forma e si accumula da quella inferiore (di ablazione), dove si fonde.

I ghiacciai sono soggetti a perdite e guadagni. Le perdite consistono nella fusione prevalentemente superificiale, ma anche interna, nella sublimazione, nel distacco improvviso di parti terminali, nella deflazione eolica e, per i ghiacciai che si immergono in laghi o mari, nel distacco di iceberg.

I guadagni aggiungono massa e sono costituiti da precipitazioni nevose, valanghe, congelamento di acqua a contatto con il ghiaccio.

Lo strato superiore dei ghiacciai ha un comportamento fragile: gli sforzi di tensione che si sviluppano in esso a causa del suo movimento, determinano la formazione di crepacci, fessure più o meno verticali che sono chiuse sul fondo dallo scorrimento interno (creep).

Nel superamento di ripidi gradini del fondo roccioso si formano seraccate, caratterizzate dalla suddivisione della corteccia fragile del ghiacciaio in blocchi detti “seracchi”.

Nel “corpo” del ghiacciaio sono seppelliti secoli di storia umana e climatica.
Nei carotaggi eseguiti al colle Gnifetti, a 4450 m nei pressi della Capanna Regina Margherita sul Monte Rosa, sono rappresentati gli ultimi 500 anni.
Vi si riconoscono i picchi di trizio causati dalle esplosioni nucleari e le ricadute di polveri sahariane che periodicamente hanno “colorato” nevai e ghiacciai alpini.

E’ inoltre evidente un picco di acidità nelle precipitazioni negli anni compresi tra il 1968 e il 1973, accompagnato da un aumento di nitrati e solfati.

Le parti di carota formatesi anteriormente al 1850, assunte come rappresentative di una situazione precedente l’industrializzazione, hanno un contenuto di nitrati e solfati molto basso e un pH attorno attorno a 5.6

L’incidente della centrale nucleare di Chernobyl, avvenuto il 29 aprile 1986, ha lasciato tracce in Groenlandia, nelle Svaalbard e sulle Alpi.
Autore : Dott. Geol. Sofia Fabbri