00:00 20 Gennaio 2004

Catastrofi naturali causate dai ghiacciai in Lombardia

I ghiacciai, oltre ad essere una vasta riserva d’acqua che regola il regime idrico dei fiumi e un elemento del paesaggio di incomparabile bellezza, possono talvolta costituire un pericolo per le valli sottostanti.

Anche in Lombardia, come in tutto l’arco alpino, si sono verificati in passato alcuni eventi catastrofici la cui causa è da ricondurre alla presenza delle masse glaciali. La segnalazione più antica risale allo Stoppani, secondo il quale il crollo della porta del Ghiacciaio dei Forni, in Alta Valtellina, produsse nell’estate del 1963 un temporaneo blocco al deflusso delle acque di fusione che successivamente si riversarono in basso causando un’onda di piena.

La sottostante piana di Santa Caterina Valfurva venne inondata e cosparsa di massi di ghiaccio.

Un fenomeno simile si verificò nello stesso ghiacciaio il 9 agosto 1911: la porta crollò improvvisamente per l’aumento di portata del torrente subglaciale e numerosi blocchi di ghiaccio vennero trascinati a valle di nuovo fino a Santa Caterina.

Il versante meridionale del Bernina è ricoperto da ghiacciai che hanno subito in questo secolo importanti riduzioni areali e di spessore.
Nel corso di queste modificazioni, si era formato lateralmente al Ghiacciaio di Scerscen un lago di sbarramento glaciale, denominato Lago dei Seracchi, nel quale galleggiavano numerosi piccoli icebergs. Già presente nel 1910, raggiunse dopo il 1920 la sua massima estensione; poiché era sostenuto a valle solamente dalla parete laterale di una lingua glaciale in fase di riduzione, si svuotò parzialmente nella notte tra il 6 e il 7 agosto 1924 senza recare danni a valle. Riformatosi poi nei due anni successivi, si svuotò completamente il 10 agosto 1927 per un probabile distacco del ghiaccio dal fondo.

Le conseguenze furono localmente catastrofiche: l’acqua del lago, valutata in mezzo milione di metri cubi, scendendo per la forza sottostante distrusse baite e ponti fino a Lanzada ove asportò la diga di presa di un impianto idroelettrico. L’onda di piena fu avvertita fino a Sondrio.

Nella vicina Val Sissone, sempre in Val Malenco ma alle pendici del Monte Disgrazia, un’improvvisa e disastrosa alluvione si verificò il 15 settembre 1950: il livello del torrente si innalzò improvvisamente e le acque fangose trascinarono verso valle tronchi e massi.

Il Rifugio Nucci e due baite di Forbicina vennero distrutti, così come i ponti fino a Sevenedo. La causa di questa anomala onda di piena fu attribuita al forte e progressivo ritiro della lingua del Ghiacciaio del Disgrazia che sosteneva lateralmente alcuni depositi morenici alquanto instabili ed imbevuti di acque di fusione: oltre un milione di metri cubi di deposito superficiale franò improvvisamente sbarrando il deflusso delle acque che successivamente irruppero a valle trascinando il materiale deposto.

Per concludere, le acque dei ghiacciai dell’intera Valtellina hanno sicuramente accentuato l’eccezionalità dell’alluvione del luglio 1987.

Fonte: CAI
Autore : Sofia Fabbri