00:00 2 Gennaio 2014

VERO INVERNO entro la seconda decade di gennaio? Ancora molti dubbi e incertezze

La stagione proseguirà su questi standard o ci saranno delle importanti novità? Al momento nessuna delle due ipotesi appare ancora chiara.

Giunti ormai al cuore dell’inverno 2013 – 2014, l’Italia si trova ancora a fare i conti con un tipo di tempo più tipico del tardo autunno che del pieno inverno. Sinora l’inverno fatto di freddo (moderato) e neve, è decollato solo lungo l’arco alpino, a partire da quote neanche troppo basse. Manca quasi completamente l’innevamento sull’Appennino, con conseguente "fermo" stagionale di alcune importanti stazioni sciistiche dell’Italia settentrionale e centrale.

Volgendo lo sguardo in ambito europeo, ritroviamo ben poche novità. Autunno in Italia, autunno anche in Europa, specie quella orientale dove le anomalie termiche positive hanno raggiunto nell’ultima decade dicembrina, scarti sopra la media oltre i 10°C.

Il perdurare dell’inverno mite, trova spiegazione in una netta ripresa della circolazione occidentale che sta trascinando masse d’aria temperate oceaniche sino al cuore del continente europeo. L’intero mese dicembrino è stato caratterizzato da questo pattern, con tutta probabilità anche la prima decade di gennaio trascorrerà sotto l’influenza delle correnti umide occidentali, garantendo ancora il transito di alcune perturbazioni sul territorio italiano. Avremo diversi momenti di pioggia, intervallati però da alcune belle giornate di sole con temperature tutt’altro che fredde.

L’inverno riuscirà ad imporre la sua voce durante il mese di gennaio?

Giunti ormai al secondo mese d’inverno meteorologico, dopo la neve di Gerusalemme e del Medio – Oriente, dopo le ondate di gelo negli Stati Uniti e le super nevicate nel nord del Giappone, i tempi sarebbero maturi per una reale svolta fredda anche in Europa. Tutte le foglie dagli alberi sono ormai cadute, il paesaggio dell’Appennino, delle valli e delle pianure si presentano spogli. In assenza della neve, dominano le colorazioni sbiadite, garantite dalla presenza delle nebbie, delle foschie o semplicemente di una giornata di pioggia.

Un’atmosfera "pre-invernale" di qualità eccellente ma l’inverno dove sta?

Silenziosamente, senza essere sotto gli occhi di tutti, la circolazione atmosferica sta iniziando a risentire di alcuni importanti cambiamenti che potrebbero palesarsi anche in Europa a partire dalla seconda decade di gennaio. Un progressivo surriscaldamento stratosferico sta determinando una graduale attenuazione dei venti zonali a partire dalle regioni polari (da qui il calo dell’indice AO verificatosi nell’ultima manciata di giorni). Si smorzano gli effetti dell’intenso stratcooling (e con esso il precondizionamento del NAM) che ha influenzato la circolazione atmosferica dell’intero dicembre.

Esiste tuttavia esiste un nemico, il più duro di tutti, contro cui l’inverno (quello vero) dovrà ancora battersi per poter portare i propri effetti sul continente europeo; le vorticità legate ad un attivo lobo canadese del Vortice Polare, andranno indebolendosi col passare dei giorni ma la forza d’inerzia indotta dagli effetti dello stesso straatcooling, faticherà ad essere smaltita dall’atmosfera. Il flusso estremamente teso di venti occidentali, continuerà a proporre un’interminabile trafila di sistemi perturbati legati ad una circolazione che, tendenzialmente seguiterà ad essere occidentale ancora per diverso tempo.

Volgendo lo sguardo a lungo termine (oltre il 10 di gennaio) i modelli propongono un continuo metti e togli. Si alternano corse deterministiche dove pare essere confermato un proseguimento ad oltranza della fase atmosferica attuale, ad altre in cui vengono promosse delle evoluzioni dal sapore assai più invernale non solo in Europa ma anche in Italia e sul Mediterraneo.

La verità dove rimane?

Nonostante appaiano chiari gli sforzi dell’atmosfera nel tentare di cambiare almeno in parte le carte in tavola su questo inverno partito decisamente col piede sbagliato, il risultato finale di questi tentativi appare tutt’ora incerto. Quello che possiamo affermare con una certa sicurezza, sarà un graduale rallentamento delle vorticità zonali sul continente. Questo rallentamento garantirà una attenuazione del pressing indotto dalle correnti occidentali sino al cuore dell’Europa orientale che, come conseguenza, andrà gradualmente raffreddandosi.

Sugli eventuali effetti in Italia di questo raffreddamento europeo, gli esiti sono ancora incerti e tutto dipenderà dall’impatto che avranno i venti zonali sulla parte occidentale del continente.
 

Autore : William Demasi