00:00 4 Ottobre 2010

Lungo termine: quando l’anticiclone va alla deriva, un film già visto

Tornano alla mente scenari tipicamente invernali.

Quell’anticiclone sbilanciato verso nord-ovest. Torna in mente il primo clamoroso assalto del Generale Inverno all’Italia nel dicembre 2009, che portò temperature negative record nell’area del nord-est italiano.

Una configurazione barica simile ma con conseguenze molto meno vistose, potrebbe verificarsi all’inizio della seconda decade di ottobre.

In pratica il possente anticiclone presente ora sulla Russia, finirebbe lentamente per migrare con i suoi massimi sempre più ad ovest, favorendo incursioni di aria fredda dal polo verso tutto l’est europeo e con possibile penetrazione di un nucleo anche sul nord Italia, in concomitanza con il movimento da ovest di una figura depressionaria atlantica, costretta a collassare verso sud per la ferma opposizione del muro anticiclonico.

Una configurazione che vedrebbe avanzare lentamente il maltempo al centro-sud e il freddo più o meno velocemente verso il nord, ma con pochi fenomeni.

La situazione potrebbe farsi ulteriormente pesante, qualora subito dopo tutta la struttura orientale dell’anticiclone cedesse e l’Italia venisse raggiunta da una saccatura di origine artica. Ne deriverebbe una metà di ottobre bagnata su gran parte d’Italia ed anche piuttosto fredda per la stagione.

Da notare che, per il terzo anno consecutivo, quasi si trattasse di un trend dovuto alla scarsa attività solare, si vanno ripetendo configurazioni bariche a cui non eravamo più abituati; cioè con vortice polare disturbato e molte occasioni per ondate di freddo, piogge e nevicate per il nostro Paese. Il fenomeno Enso, nella fase Nina, se rimanesse moderato, non dovrebbe influenzare più di tanto l’andamento della stagione in sede europea.
 

Autore : Alessio Grosso