00:00 27 Febbraio 2014

Il tempo tra il 6 ed il 15 marzo: probabile BREVE fase di bel tempo, ma la stabilità è ancora lontana

Prima metà di marzo ancora influenza dal transito di masse d'aria instabili, oppure avremo a che fare con i primi tepori dal sapore primaverile? La partita è ancora aperta e nessuna soluzione appare scontata anche se una breve parentesi anticiclonica dal sapore primaverile appare abbastanza probabile durante il secondo weekend di marzo.

Modello americano GFS e modello inglese ECMWF ancora una volta discordi nel prevedere un’evoluzione univoca del tempo a cavallo tra la prima e la seconda decade di marzo. Se da un lato, da parte del modello americano questa prima parte della primavera sarebbe influenzata da un nuovo rinforzo del getto zonale in Atlantico, dall’altro lato il modello inglese del prestigioso centro di calcolo di Reading, prevederebbe un’evoluzione assai diversa, con risvolti atmosferici decisamente più instabili sul bacino del Mediterraneo.

Qualora dovesse realizzarsi l’ipotesi “americana”, cioè l’avvio di una nuova fase marcatamente zonale sui settori nord-occidentali europei, una delle possibili conseguenze sarebbero la distensione dell’anticiclone azzorriano sin verso i settori centrali del Mediterraneo. Un evento che avrebbe tutte le carte in regola per aprire le porte ad una fase atmosferica tiepida e stabile su diversi settori d’Italia. Situazione che porterebbe a sperimentare i primi tepori primaverili dopo un inverno certamente non freddo.

L’ipotesi paventata dal modello inglese appare molto diversa nella forma e nella sostanza, arrivando per certi versi ad “emulare” movimenti invernali trapiantati ormai nella primavera, una situazione che peraltro contemplerebbe temperature assai più tiepide del normale in sede scandinava ed est europea, conseguenza di quello che è stato un inverno straordinariamente zonale e temperato.

In questo frangente il rinforzo del lobo canadese del Vortice Polare si manifesterebbe con modalità assai diverse da quelle previste dal modello americano; un arricciamento del Vortice sull’oceano Atlantico costringerebbe l’anticiclone delle Azzorre ad occupare una posizione assai più settentrionale, spalancando così le porte ad una circolazione atmosferica europea molto più disturbata di natura orientale.

Quale di queste due ipotesi potrebbe prendere il sopravvento?

Che questo non sia l’anno del freddo ma nemmeno dell’alta pressione è sotto gli occhi di tutti, nessuna delle due ipotesi sembra sostenere una tesi particolarmente realistica anche se quella paventata dal modello americano appare mediamente più probabile. Se da un lato sarà infatti impossibile “spegnere” tutto d’un tratto la zonalità esasperata avutasi sull’Europa nel trittico invernale attraverso le dinamiche orientali previste dal modello inglese, dall’altro lato la linea di tendenza prevista dal modello americano potrebbe risultare forse troppo eccessiva nel prevedere un’azione anticiclonica diffusa a vaste aree del continente europeo.

La verità dove potrebbe stare?

Il periodo stagionale che ci apprestiamo a vivere, rappresenta la fase di transizione tra l’inverno e la primavera. Le basse latitudini iniziano a scaldarsi, la radiazione solare aumenta di giorno in giorno e di conseguenza i contrasti tendono ad esasperarsi, operando così delle modifiche più nette alla circolazione atmosferica generale. In questo frangente appare abbastanza probabile il proseguimento di una fase caratterizzata ancora una volta dall’instabilità dove tuttavia non mancheranno le prime timide distensioni dell’anticiclone azzorriano sull’Europa, fasi dell’atmosfera che potranno così regalare qualche piacevole parentesi primaverile. Una di queste parentesi potrebbe manifestarsi sul nostro territorio durante il secondo weekend di marzo (sabato 8 – domenica 9).

Un tipo di tempo che potrebbe quindi proseguire secondo i binari di una zonalità mai completamente sopita, sia che essa si manifesti attraverso il transito di perturbazioni che attraverso la distensione dell’anticiclone delle Azzorre sul Mediterraneo. Da segnalare infine la possibilità di una intensa fase perturbata attorno alla metà di marzo con tutte le conseguenze del caso. Ipotesi naturalmente ancora da verificare.

 

Autore : William Demasi