00:00 20 Novembre 2013

3 scenari per l’inizio di dicembre: vediamo quale sarà il più probabile…

Alta pressione temporaneamente alla riscossa grazie al furore della corrente a getto, velocizzata da un vortice polare compatto, ma poi...

La moderata retrogressione di aria fredda attesa per la metà della prossima settimana (tra martedì 26 e giovedì 28) sarà seguita con buona probabilità da una temporanea affermazione dell’anticiclone delle Azzorre, favorita da una velocizzazione della corrente a getto, messa in moto da un ricompattamento del vortice polare.

Più che estendersi verso il Mediterraneo l’anticiclone impedirà la penetrazione di nuove saccature verso sud almeno sino ai primi giorni di dicembre e l’Italia godrà di tempo abbastanza tranquillo, anche se un po’ freddo, visto che l’aria fredda affluita da est tenderà a radicarsi nei bassi strati, favorendo la formazione di nebbie.

L’accumulo di freddo in sede polare sarà però tale che in qualche modo tenderà a debordare verso sud. Ne conseguirà certamente entro giovedì 5 un’ondulazione delle correnti tale da far frenare, sia pure parzialmente, la corrente a getto e di far affondare verso il Mediterraneo centro-orientale masse d’aria fredde.

Ne deriverebbe un peggioramento (attendibilità più che discreta) lungo le nostre regioni adriatiche e al sud con formazione della classica depressione sullo Jonio, neve sull’Appennino meridionale e parte di quello centrale, oltre ad una sostenuta ventilazione da NNE che porterebbe le temperature sotto la media stagionale.

Si tratterebbe della classica strozzatura, una condizione temporanea ma comunque del tutto fisiologica quando il getto comincia a rallentare senza frenare del tutto. Un’ulteriore frenata potrebbe intervenire nei giorni successivi, ma qui a parlare è più l’esperienza maturata in tanti anni di previsione con questo tipo di configurazioni che una previsione. 

Ci sono per la verità altre due ipotesi contemplate dal modello americano, entrambe interessanti, ma che rispetto a quella appena citata hanno almeno un 20% in meno di probabilità di realizzarsi.

La prima vede un affondo perturbato deciso diretto dal Polo al cuore del Mediterraneo sempre entro il 5, con minimo padano e maltempo tardo-autunnale o simil-invernale in arrivo. Questa ipotesi prevede una frenata del getto a dir poco spettacolare con una rimonta anticiclonica addirittura sin sulle zone polari a fare da blocco alle correnti atlantiche. La seconda è quella classica di alcune situazioni degli anni 90 (quelle delle stagioni, non tutte ma molte, caratterizzate da lunghissimi domini anticiclonici): in pratica darebbe per scontata una lunga resistenza dell’anticiclone e una corrente a getto costantemente sparata.

L’esperienza dice che il vortice polare non è più quello di un tempo, (anche di fronte ad un indice NAM decisamente positivo) e che proprio il riscaldamento globale che stiamo vivendo potrebbe regalarci grossi scompattamenti, splittamenti, chiamateli come volete, della sua struttura atti a favorire episodi invernali anche rilevanti.
Anche perchè l’inverno vive ormai proprio di episodi.

Autore : Alessio Grosso