00:00 16 Giugno 2017

Se l’estate si trasforma in un incubo…

Se sei in vacanza la calura te la puoi anche godere, ma se la devi subire in città...

Gli impianti condizionati impongono notevoli consumi di elettricità a casa ma anche negli uffici; con il caldo attuale del resto non ne potremmo più fare a meno, eppure negli 60 e 70 il condizionatore ce l’avevano in pochi in Italia e mancava anche in molti uffici, sia pubblici che privati.

E come si faceva? Si sopportava, anche se onestamente faceva meno caldo, c’era meno cemento, c’era meno ansia sul lavoro, senza la posta elettronica e i cellulari si lavorava con maggiore serenità, senza la dittatura dell’urgenza e della fretta. Si batteva a macchina, tra un colpo di ventaglio e l’altro, senza usare il pc. Certo: settimane bollenti si registrarono anche negli anni 70 ma non con la costanza e la frequenza con cui si sono verificate dall’inizio degli anni 80 ad oggi.

Chi non ricorda il luglio del 1983, pesantissimo, eppure impallidisce rispetto all’agosto del 1994, che mandò in fiamme quasi tutta la Sardegna, a tante estati degli anni 90, a quella estrema del 2003, a cui ne seguirono diverse altre, magari non con la stessa estensione, durata ed intensità, ma il caldo intenso è quasi sempre stato protagonista per settimane intere delle nostre estati più recenti, dal 2005 ad oggi, pur intervallato da qualche stagione più fortunata.

L’anticiclone africano, quando arrivava, persisteva al massimo per 4-5 giorni, poi si ritraeva, poi siamo passati a 6-9 giorni, ora spesso si arriva alle due settimane consecutive di caldo quasi senza tregua e nel complesso si trascorrono mesi interi senza che il tempo subisca mai uno scossone e questo non solo durante l’estate.

Il caldo si sopporta volentieri in vacanza, in riva al mare, o tra i boschi delle Alpi, dove anzi si pretende il sole, a casa è diverso: il continuo ricorso ad ambienti condizionati ci ha completamente disabituato a sopportarlo e bastano 28-29°C per recitare la classica litania: "oggi si muore".

Il punto è che estati come questa ormai saranno sempre più la norma nell’area mediterranea, speriamo solo che non ci si arrivi dopo stagioni avare di precipitazioni dopo quella trascorsa. Quante sciocchezze abbiamo dovuto ascoltare sul fatto che anche un inverno più mite favorisce piogge più abbondanti, se comanda l’anticiclone per mesi anche lì, quali piogge volete che arrivino.

Il tempo è cambiato e anche in fretta, addossarne le colpe all’uomo è riduttivo, comprendere come mai le figure bariche e le varie celle che regolano il clima si sono riposizionate un dovere scientifico, la cui risposta però non arriverà in tempi brevi.

 

Autore : Alessio Grosso