00:00 15 Febbraio 2018

NUBI e NEVE al cinema NON sono invecchiate insieme agli attori

Le nuvole si rinnovano sempre e non invecchiano mai.

Cumuli che si dissolvono in aria secca e stabile durante una scena di Sentieri selvaggi con John Wayne.
Passano, invecchiano e muoiono i vari John Wayne, Clark Gable, Vivian Leigh, Ava Gardner,
ma le nuvole che vediamo comparire sullo sfondo dei loro films si ripresentano quasi ogni settimana con lo stesso look di 50 o 60 anni fa anche nella vita reale, diversamente da loro.

E’ qualcosa che colpisce vedere cumuli e cirri formarsi allora, così avviene oggi, l’incudine dei temporali è la stessa che vedevamo nei grandi lungometraggi che hanno riempito la vita dei nostri nonni, dei nostri padri e che rivediamo per nostalgia spesso anche noi. L’atmosfera è un’eterna fanciulla che non invecchia mai, nemmeno di un giorno.

Ci si domanda, per deformazione professionale, osservando le nuvole che compaiono nei films, cosa ne sia stato di quella formazione cumuliforme, di quel temporale lontano, di quell’altocumulo lenticolare, si intuisce chiaramente quando la nuvolaglia è vera, ricreata in studio o al computer, e invece quando risulta reale.

Interessante anche cercare di distinguere la nevicata vera da quella ricreata artificialmente, così come il freddo vero da quello simulato; la pioggia gettata a secchiate dalle finestre per simulare un temporale, o l’asfalto naturalmente bagnato sul quale ambientare la scena finale drammatica di qualche filmone passato alla storia.

Lodevoli su tutti i tentativi di rendere natalizia in modo naturale (ormai fuori stagione)
l’atmosfera di Chicago in Mamma ho perso l’aereo, in cui il regista Columbus fece spargere per il quartiere dove sarebbe stato girato il film tonnellate di neve vera trasportata dai camions, che ovviamente, pur trattata, non gelava mai, lasciando sulla strada un sacco di pozzanghere.

Inquietante ma alterato al computer il cielo de "la guerra dei mondi" con quella supercella rotante che finisce per dare i numeri con tuoni agghiaccianti, segnale dell’arrivo di entità aliene piuttosto che di un temporale. Non cadrà infatti una sola goccia di pioggia.

Decisamente favolosa ma palesemente irreale l’atmosfera natalizia iniziale di Gremlins, con Rocky Ricky Rialto, speaker radiofonico azzeccato che dà il via al film tra bambini che si lanciano palle di neve che sembrano polistirolo.

Come dimenticare poi i fiocconi di neve palesemente falsi che cadono in una sequenza di "sentieri selvaggi" mentre John Wayne, nei panni dello zio Ethan Edwards cerca disperamente la nipote rapita dagli indiani? Nello stesso film però c’è anche spazio per una formidabile inquadratura di sfondo realistica, immortalata da Ford per un rovescio lontano con annesso arcobaleno dietro la cavalcata dei protagonisti.

Assolutamente poco credibili invece tutte le formazioni nuvolose e le precipitazioni osservate ne "l’alba del giorno dopo"; un po’ meglio quelle di "tempesta perfetta" o "Master e Commander"; la meteorologia invece diventa poesia assoluta ne "il Cacciatore" di Cimino, quando Robert De Niro va a caccia del cervo in mezzo alle nubi basse con il giubbotto arancione, quello funziona, è tutto vero, tutto reale, e trasmette molto l’atmosfera naturale di quei luoghi, in cui sembra quasi di esserci.

Autore : Alessio Grosso