00:00 11 Aprile 2011

Non stiamo andando a fuoco ma i segni di una nuova glaciazione non si vedono

Qualche considerazione.

E’ giusto affermare che le fasi calde sul nostro Paese superino di gran lunghe quelle fredde, sia per intensità che per durata. E’ corretto affermare che l’Italia non conosce più le severe ondate di freddo che caratterizzarono in passato alcuni stagioni invernali, parlo di settimane di freddo, non di 2-3 giorni e intendo di freddo vero.

E’ altrettanto vero ed innegabile che i nostri ghiacciai battono sempre più in ritirata e che se riducessimo il bilancio termico degli ultimi 30 anni a livello italiano, potremmo tranquillamente ammettere di vivere in un periodo quasi degno dell’optimum climatico, ed è ridicolo sentir dire che l’era glaciale è imminente, così come è altrettanto ridicolo pensare che il riscaldamento sarà inarrestabile e drammatico. Dati alla mano, fa effettivamente più caldo, ma non di molto.

Fa più caldo a terra nelle zone più abitate del Pianeta, dove abbiamo costruito l’impossibile, soffocando o credendo di poter soffocare la natura.  
Il discorso va ricondotto piuttosto a quanto le nostre attività nuocciano alla nostra salute e direi MOLTISSIMO, ma pensare che a comandare la temperatura ci sia la CO2 è un errore; bisogna sapere che la CO2 segue l’aumento termico anche con ritardi di 600-700 anni. Quindi è soprattutto il valzer della temperatura che determina una maggiore e minore concentrazione di gas serra. Stiamo vivendo una fase più calda ed è quindi logico che, anche in virtù del fatto che effettivamente l’uomo emette una discreta quantità di CO2, i livelli dei gas serra aumentino.

E’ importante poi ribadire questo: stiamo vivendo la fase mite che ha seguito la fase della piccola era glaciale, che è terminata solo 160 anni fa e soprattutto NON stiamo vivendo la fase più calda mai riscontrata sul Pianeta. Se ripercorressimo la storia del clima troveremmo periodi ben più caldi di questo, anche di 2-3°C, e non è poco.

Come in ogni epoca, in ogni condizione climatica, l’uomo ha sempre cercato di ADATTARSI al cambiamento, così come hanno fatto tutte le altre specie viventi. C’è chi c’è riuscito, chi non ce l’ha fatta, ma non è certo riducendo di qualche parte per milione la concentrazione di gas serra che si potranno salvare foche monache o grizzly, ammesso ma NON concesso che siano in pericolo.

Invece l’IPCC ci dice sempre che il pianeta corre un grave pericolo. Del resto non potrebbe fare altrimenti visto che l’IPCC è una organizzazione intergovernativa voluta dall’ONU, con numerosi esponenti politici, pochi veri scienziati; se dicesse che la salute del Pianeta è discreta già non avrebbe più alcuna ragione di esistere. La sua permanenza è legata essenzialmente a quanto catastrofismo riesce a produrre. 

In ogni caso da dove arriverebbe questo RISCALDAMENTO se escludessimo le attività antropiche? Beh, che diamine, l’abbiamo scritto centinaia di volte, dal grande regista del clima: il sole e le sue macchie solari. Il documento dei geofisici di Harvard pubblicato nel 2005 a tal proposito lega senza ombra di dubbio l’attività della nostra stella alla temperatura del pianeta. 

E’ nota poi l’influenza dei raggi cosmici. Le nubi basse sono influenzate dai raggi cosmici provenienti dall’esplosione di stelle lontane giunte alla fine della loro vita. Le molecole di vapor d’acqua colpite dai raggi cosmici diventano nuclei di condensazione da cui si formano le nuvole. Quando il sole è più attivo e il campo magnetico dunque più intenso, i raggi cosmici ne vengono deviati, non interagiscono più con il vapore acqueo e formano dunque meno nuvole: ne consegue un riscaldamento. Quindi attivià solare, flusso cosmico e temperatura sono strettamente legati. Abbiamo già raccontato, in altri pezzi, (vedi quello sulla Tatcher), come la politica si sia inventata l’IPCC per soddisfare l’uno o l’altro progetto energetico e di quanti soldi siano affluiti per sostenere questo ente e quanti posti di lavoro siano stati creati ed occupati da persone totalmente prive di preparazione scientifica.

Oggi le università abbondano di questi corsi in cui prevale lo spirito ambientale orientato verso l’uomo cattivo. In più l’opinione pubblica rimane stupita ed ammirata dalla vista dei complessi modelli di calcolo utilizzati per prevedere di quanti gradi si innalzerà la temperatura del futuro. Sembrano ai nostri occhi scienza rigorosa ma in realtà questi modelli ignorano parametri importanti come sole, nuvole, vapore acqueo, raggi cosmici. Naturalmente l’onda catastrofista è stata cavalcata dai giornalisti che, quasi completamente a digiuno di scienza ed asserviti alla testata di appartenenza, le sparano davvero grosse, tanto gli italiani non ci capiscono nulla e nessuno obietterà nulla: così apprendiamo che gli iceberg si staccano per colpa dell’uomo, ignorando che i ghiacci si muovono costantemente, che, sempre per colpa nostra, i livelli dei mari si stanno innalzando (nessuno nota che le nostre spiagge non sono state mangiate dal mare come i catastrofisti hanno sempre previsto per il primo decennio del 2000?), cosa ancora più grave, che la malaria ci sta raggiungendo.

C’è anche il capitolo insetti: proprio in seno all’IPCC il Prof.Reiter dichiarò che le zanzare sono normalmente abbondanti anche ai poli e che negli anni 20 in Siberia un’epidemia di malaria uccise ben 600.000 persone. Naturalmente la rivelazione fu manipolata e trasformata in "le zanzare raggiungono i poli". Le proteste di Reiter caddero nel vuoto. 

Puntare tutto sul caldo pazzo di origine antropica che sconvolge l’ecosistema resta il primo comandamento di questi signori, per fortuna la comunità scientifica sta reagendo, ma le notizie tranquillizzanti difficilmente faranno presa di fronte a simili bombardamenti mediatici. Del resto la sintesi che fa l’opinione pubblica, anche di fronte ad eventi assolutamente naturali quali i terremoti è la seguente "è la natura che si rivolta", come se fosse un essere pensante.

 

Autore : Alessio Grosso