00:00 7 Giugno 2017

No ad impianti di SCI sotto i 1500m? Una follia!

Va bene riscoprire i sentieri di montagna anche d'inverno se la neve manca, ma non esageriamo: se si può sciare meglio.

Non c’è la neve? Andiamo a passeggiare nei boschi!
Uno slogan che va benissimo laddove non si può recuperare la materia prima per far sciare i turisti, ma impedire per legge la costruzione, l’ampliamento o la modifica di impianti sciistici come skilift o cabinovie (o seggiovie) sotto i 1500m è una follia, così come sarebbe folle impedire sempre per legge di sparare la neve a chi può e a chi il freddo e i mezzi ce li ha comunque per poterlo fare.

Nessuno dice di costruire impianti sotto i 1000m, ormai chi lo farebbe, ma ci sono realtà che funzionano anche a quote appena superiori, magari con grande fatica ma funzionano: pensiamo a località come Asiago, Folgaria, Ortisei, Limone Piemonte, Bormio, Aprica, Campo Tures, Brunico, tutte località poste a quote basse ma che d’inverno riescono ancora a vivere di neve, anche in annate di magra.

Condannare lo sci al fallimento in nome di un cambiamento climatico che sicuramente ha penalizzato le Alpi portando ad una drastica riduzione dell’innevamento invernale, ma che ancora non impedisce a milioni di appassionati sciatori di praticare il loro sport preferito, è un’operazione suicida, che oltretutto andrebbe a cancellare migliaia di posti di lavori in alberghi, ristoranti, bar, impianti di risalita.

Sciare ed investire in alta quota va bene (nel rispetto del territorio e dell’ambiente ovvio), ma la gente vuole sciare vicino al paese, specialmente i bambini, che oltre i 2200m spesso sono esposti a condizioni un po’ estreme e non hanno a disposizione quei campi scuola tanto rassicuranti per effettuare i loro primi passi sugli sci.

Dunque non condanniamo tutte quelle realtà turistiche che fanno e faranno ancora di tutto pur di non veder morire lo sci nel loro comune, ben vengano le passeggiate, ma dopo una bella sciata, anche sulla neve artificiale…
 

Autore : Alessio Grosso