00:00 20 Gennaio 2012

La conferma del ponte anticiclonico Azzorre-Russia spiana la strada all’inverno, ma…

La prudenza resta comunque d'obbligo. Non bisogna avere fretta.

La mappa dell’emisferao nord riferita alla superficie isobarica dei 5500m e prevista per l’inizio della prossima settimana mostra alcuni riscaldamenti interessanti in sede polare e lo sganciamento dell’anticiclone delle Azzorre verso nord.

C’è un po’ di frenesia in redazione. E’ come se si volesse recuperare il tempo perduto in questa stagione invernale forzando un po’ le tappe. La verità è che non ci si vuole rassegnare ad un inverno come quello del 2006-2007 e si cercano tutte le vie d’uscita per farlo alla fine catalogare ed archiviare come dignitoso.

In questa affannosa ed affannata ricerca della previsione più corretta, viene in aiuto un probabile punto fermo di questa seconda fase dell’inverno: un ponte anticiclonico tra Azzorre e Russia, passante per il nodo scandinavo, con graduale chiusura della porta atlantica e interazione con depressioni mediterranee in grado di dispensare qua e là maltempo e magari anche neve a bassa quota, se il flusso delle correnti fredde da nord o da est, dovesse sfondare anche alle nostre latitudini.

Già questo secondo punto è tutto da verificare, da confermare. Se per la prossima settimana però la situazione pare incerta nella prognosi, per la fine del mese il respiro dell’est e la formazione di depressioni in sede mediterranea trova molti consensi, anche perchè non necessita di troppa precisione. Si tratta di abbozzi barici. 

Nel breve-medio una depressione, attesa tra martedì e mercoledì fa invece impazzire i previsori lungo l’Adriatico, giàcchè si tratta di una di quelle classiche figure fantasma che appaiono, scompaiono, riappaiono e poi si ridimensionano nelle carte bariche.

Questo non sembrerebbe influenzare le sorti della successiva saccatura in ingresso da ovest, che prima di sprofondare nel Mediterraneo, risentendo del cambio di circolazione, avrebbe la forza di recare alcune preziose nevicate almeno sull’arco alpino occidentale sino a bassa quota. Non sarebbe un evento trascurabile, vista la fame di neve di queste zone.

E poi aspettiamo i risvolti in troposfera del riscaldamento in sede stratosferica polare, ma l’impressione è che l’inverno possa entrare in scena più seriamente. Continuate a seguirci.

Autore : Alessio Grosso