00:00 25 Ottobre 2001

Il tragico rogo del Gottardo

Siamo sinceramente addolorati per quanto accaduto ieri al tunnel del San Gottardo.

Ora è tutto più chiaro: l’incidente è avvenuto circa un km dopo l’ingresso dal portale sud.
Una galleria meravigliosa, 17 km di tunnel con tanto di vie di fuga laterali, poste ogni 250 m, zone di sosta, limiti di velocità e distanze di sicurezza fatti rispettare scrupolosamente, chiusura alternata in caso di grande traffico, il Gottardo era ed è una grande realizzazione ingegneristica.

L’enorme afflusso di traffico, in particolare di tir, ha fatto pensare ad un raddoppiamento dell’asse viario, ma il progetto si è scontrato con il secco no degli ambientalisti che insistono per spostare su ferrovia il carico commerciale.

I paesi urani, in prima fila Goschenen, a diretto contatto con l’autostrada, denunciano un costante perggioramento della qualità dell’aria e un inquinamento acustico tremendo nella zona.

Non dobbiamo dimenticare che milioni di autoveicoli, durante le vacanze, passano il tunnel per raggiungere l’Italia, in particolare dalla vicina Germania, con code anche di 15 km che durano giornate intere.

Però il Gottardo ha aiutato molto il sud delle Alpi a dialogare con il nord. Una città come Lucerna è veramente diventata un crocevia d’Europa, gli italiani hanno scoperto le bellezze della Svizzera interna, gli Svizzeri tedeschi il Canton Ticino e l’Italia. L’isolamento è finito grazie al tunnel: gli scambi commerciali hanno avuto una crescita esponenziale.

Il Gottardo però incute soprattutto rispetto: un mondo meraviglioso si apre risalendo la Leventina, seguendo il corso del Ticino e raggiungendo l’abitato di Airolo, dopo aver superato la stupenda gola del Piottino. E poi c’è il museo del Gottardo, la laterale Valle Bedretto, il Passo della Novena, dove nasce il Ticino: luoghi incantati, ammantati di neve in inverno, verdissimi in estate, a un tiro di schioppo dall’Italia, lontani dal turismo di massa domenicale.

Questo patrimonio svizzero ma che sentiamo un po’ anche italiano, ieri è stato snobbato: con ritardo sono arrivate le segnalazioni dell’incidente persino dalla Televisione Svizzera che non ha saputo approntare una diretta degna del suo nome fino alle 15 di mercoledì..

Il crollo della volta all’altezza del primo km in direzione Ticino ci fa immaginare tempi lunghissimi per il ripristino delle condizioni di viabilità. Si parla di quattro mesi. Il nostro pensiero commosso va a chi ha trovato la morte, ma anche a chi ha sfruttato le uscite di sicurezza per mettersi in salvo.

Per raggiungere il nord delle Alpi dalla Svizzera nordalpina si può percorrere la strada del Passo, finchè non arriverà la neve, quella alternativa della valle di Blenio, attraverso il Passo del Lucomagno uscendo a Biasca, il Passo della Novena (lungo), infine l’autostrada del San Bernardino che raggiunge Coira.
Autore : Alessio Grosso