00:00 20 Luglio 2017

Il CLIMA e la gente: c’è molta distanza, le preoccupazioni restano altre

Siamo davvero sicuri che alla gente interessi molto la problematica dei cambiamenti climatici?

La Terra si scalda, ma la gran parte della popolazione del mondo occidentale in fondo non si preoccupa troppo del paventato sollevamento degli oceani e dell’ormai cronica fusione dei ghiacciai.

Sono persone che per la maggior parte sono interessate a far quadrare il bilancio famigliare, a tenersi stretto un posto di lavoro che scricchiola, a pagare le rate del mutuo, le spese condominiali, i bolli auto, la tassa sull’immondizia, la bolletta della luce e che per sciare quella volta "ogni morte di Papa" in fondo si accontentano della neve (artificiale), adorano il mare e si difendono dal caldo con i condizionatori: in fondo cosa c’è di male, possiamo fargliene una colpa? No, non mi permetterei mai.  

Nel complesso sono pochi quelli che si preoccupano della mancanza di pioggia o neve per diverse settimane o mesi, molti quelli che si scocciano per la raccolta differenziata dei rifiuti (tra cui il sottoscritto), tanti quelli che ignorano che esistono persone che raccolgono ancora le gocce di rugiada sulle foglie per potersi dissetare, perchè magari non vedono una goccia d’acqua da molti mesi e stanno molto peggio di noi.

Questa è la verità nuda e cruda. Se poi vogliamo fare i falsi moralisti e nobilitare le masse dicendo che siamo tutti preoccupati per la vita dei nostri figli e delle future generazioni in un mondo più caldo, che ogni giorno ci impegniamo a risparmiare energia e ad usare meno l’auto per emettere meno CO2 e sostanze inquinanti, può anche starmi bene, ma è solo illusione e ipocrisia, la gente ha altro da pensare, deve sopravvivere. 

Ha allora un senso chiedersi che tipo di clima dovremo sperimentare nei prossimi anni? Si, perchè anche il clima influenza le scelte economiche e il nostro portafogli.

Senza scomodare i simpaticoni dell’IPCC che snocciolano dati da febbrone da cavallo, obiettivamente il rialzo della temperatura globale è un’evidenza ma non è detto che prosegua all’infinito, considerato come si sta comportanto il sole attualmente.

Se anche finissimo sulla graticola non ci sarebbe poi da disperarsi troppo se fino ad ora si è condotta una vita senza eccessi, semmai lo farà chi non potrà più usare selvaggiamente i condizionatori, chi non è abituato a qualche sacrificio per avere acqua potabile, tipo fare la fila davanti alle autobotti, forse dovremo rinunciare allo sci, forse faremo meno vacanze perchè metano e gasolio ci costerranno così tanto che per far quadrare il bilancio famigliare dovremo rinunciare a qualcosa di importante, ma sopravviveremo.

Lo spauracchio della desertificazione, di milioni di persone in fuga per l’erosione delle coste dovute al sollevamento degli oceani, per il momento resta lo scenario di un film catastrofico sulla fine del mondo, piuttosto che un rischio concreto e prossimo. Resta comunque il rischio che si scateni una guerra dell’acqua, ma non è affatto detto che accada, visto che in un mondo più caldo, nessuno sa veramente come si distribuirebbero le precipitazioni. Giusto per fare un esempio ad un mondo più caldo di 3°C rispetto ad oggi è corrisposto e corrisponderebbe ancora probabilmente un Sahara più fertile. 

Si avrebbero anche miglioramenti dell’agricoltura in alcune regioni ad elevata latitudine, l’estensione della stagione di crescita in Groenlandia, un aumento della produttività delle piante di agrumi, un aumento del rischio di incendi nell’Ovest degli USA ma anche sull’Italia, (come quest’anno ad esempio) associato ad aumento delle temperature e precoce scioglimento nevi primaverili e ad una diminuzione delle riserve d’acqua nel bacino del fiume Colorado, ma anche questo discorso non regge di fronte all’impossibilità di prevedere le conseguenze atmosferiche di un aumento termico che nessuno sa ancora veramente stimare.

Più probabile aspettarsi una diminuzione della mortalità invernale con l’aumento delle temperature, anche se è altrettanto probabile che il caldo estivo, specie se l’aria condizionata dovesse subire riduzioni di utilizzo, possa far aumentare la mortalità estiva.

Preoccuperebbe certo la diffusione di malattie trasmesse dalle zanzare come Malaria e febbre Dengue. La fusione dei ghiacci artici metterebbe a disposizione un’ingente quantità di nuove risorse naturali da sfruttare. In un mondo più caldo aumenterebbe la crescita delle piante, a causa della minore copertura nuvolosa.

Rischi e benefici potrebbero riempire all’infinito il testo di questo articolo, il cui intento era e rimane soprattutto quello di sensibilizzare di più, ma non di spaventare, una popolazione che purtroppo ha già troppi problemi ed ansie per pensare alla salute del clima.

Autore : Alessio Grosso