00:00 26 Settembre 2002

Giallo di sera, tempesta si spera…

Breve descrizione di ciò che può accadere durante la transizione tra estate e inverno, ma niente nuovi proverbi.

Analizziamo in questa occasione le configurazioni meteo che più frequentemente interessano le nostre regioni durante la stagione autunnale.
Teniamo presente in ogni caso, che quanto verrà illustrato, rappresenta soltanto una media delle situazioni possibili, in realtà singole annate possono apparire totalmente differenti e dimostrare pochi legami con i caratteri base del nostro clima.

Partendo da settembre, le situazioni più ricorrenti sono le irruzioni fredde da NW, solitamente si tratta di lunghi fronti freddi che con la parte terminale riescono ad interessare le nostre regioni. Questo può avvenire in due modalità; la prima è l’ingresso della perturbazione ad ovest delle Alpi, con conseguente tempo perturbato su gran parte del Nord e del Centro, al Sud invece più raramente questi impulsi riescono ad apportare cambiamenti significativi.

La seconda modalità invece avviene con l’ingresso della perturbazione ad est delle Alpi, in questo caso sono le zone orientali dell’Italia a risentirne maggiormente, dal Nord-est fino a tutto il versante adriatico, ma capita talvolta che una goccia di aria fredda rimanga isolata in quota (cut-off), in questo caso il maltempo indugia per un paio di giorni sulle regioni meridionali joniche.

Ci sono altri casi in cui i fronti freddi non provengono da NW, ma più marcatamente da WNW, in questo caso i temporali si sviluppano più frequentemente sulla parte centro-orientale del Nord ed arrivano fino al versante adriatico centrale, ma spesso non raggiungono il Sud.

Queste le situazioni più frequenti nel mese di settembre; ma procedendo verso ottobre si passa rapidamente ad una tipologia diversa, perché i fronti caldi iniziano ad essere più robusti e le depressioni, in generale, più profonde ed attive. In questo periodo iniziano anche le possibilità più concrete di ciclogenesi sul Mediterraneo.

La grande differenza tra un anno e l’altro la riscontriamo più che altro nella tipologia di circolazione, che può essere alternativamente di tipo zonale, cioè con correnti tese dai settori occidentali, oppure meridiana, ovvero con grandi scambi termici tra l’equatore e i poli.

Nel caso di correnti zonali, sono le depressioni atlantiche che governano il tempo sull’Europa centro-settentrionale, mentre alle nostre latitudini si formano alte pressioni che rendono il tempo stabile; ma accade anche che le perturbazioni più vigorose riescono ad entrare nel Mediterraneo, modificando localmente l’assetto delle correnti, quando si genera una depressione sul Golfo di Genova.
In questo caso le regioni Centrali tirreniche ed il Nord in generale hanno i maggiori apporti di pioggia in linea con l’andamento medio stagionale.

Quando di alte pressioni ce ne sono due, ovvero l’anticiclone delle Azzorre e l’alta pressione russa, capita frequentemente che si saldino con un lungo ponte, in questo modo se qualche perturbazione riesce ad entrare in Mediterraneo, si stacca rapidamente dal flusso principale atlantico e viene alimentata a latitudini più basse dalle correnti da NW che entrano dal Golfo del Leone e da apporti da est provenienti dall’alta pressione oltre i Balcani. In questi casi è il versante adriatico ed il Sud in generale a beneficiare dei maggiori apporti di precipitazioni; da sottolineare che questa situazione è più ricorrente nel mese di novembre e ricalca le situazioni più tipiche ed apportatrici di neve durante l’inverno per il Centro-Sud.

All’appello mancano le situazioni di blocco meteorologico, che possono sconvolgere le medie stagionali di una zona, perché caratterizzate da una grande persistenza. Quando si verificano possono durare fino ad un mese, mettendo in ginocchio alcune zone per le troppe piogge, mentre in regioni anche vicine si soffre la siccità. In questi casi l’isolamento delle figure meteorologiche indotto da una situazione particolare (come una meridianizzazione estrema delle correnti) può portare a contrasti eccezionali e il verificarsi di fenomeni inconsueti, come i colori della base cumulonembo rappresentato in figura, gonfio di grandine, ma anche aiutato dalla luce del tramonto, uno spettacolo eccezionale!
Autore : Luca Ronca