00:00 18 Aprile 2006

DOSSIER: E se la circolazione atmosferica muovesse da est verso ovest?

Una ipotetica proiezione sulla climatologia italiana ed europea.

Sappiamo tutti che i venti più frequenti nel Mediterraneo sono quelli che prendono una direttrice ovest-est, muovendosi idealmente dall’Atlantico centrale verso la Turchia, attraverso l’Italia.

Ma proviamo a fare una ipotesi assurda, oltre che curiosa: cosa succederebbe se il vento medio si muovesse sempre da est verso ovest?
Innanzitutto tale questione va ritenuta assurda perche affinché si verifichi dovremmo fare un assunto, dettato dalla Fisica, ovvero immaginare la Terra ruoti nel senso opposto a quello reale.
Solo così infatti possiamo verosimilmente avere venti MEDI (sottolineiamo questa parola) da est verso ovest alle nostre latitudini; inoltre nel nostro Emisfero con questo moto di rotazione avremmo alte pressioni con venti che ruotano in senso antiorario e basse pressioni con venti che ruotano in senso orario, il contrario rispetto a quello cui siamo abituati.

A questo punto è facile capire che a causa di queste ipotesi la distribuzione delle piogge, delle nevicate e dell’irraggiamento solare sarebbe completamente diversa, quindi cambierebbero totalmente le caratteristiche del territorio, in particolare i bacini idrografici; insomma in sostanza l’Italia e l’Europa non sarebbero quelle che tutti conosciamo, morfologicamente parlando.

Per semplicità però supponiamo di analizzare il tempo su un territorio europeo uguale in tutto e per tutto a quello che noi conosciamo. Allora a questo punto bisognerà innanzitutto capire quale sarebbe l’influenza sul nostro Continente delle CORRENTI OCEANICHE (non atmosferiche) calde, che scorrerebbero sul bordo occidentale dei continenti (invece che su quello orientale).
La corrispondente della nota Corrente del Golfo infatti con tutta probabilità fiancheggerebbe tutta l’Africa dal Golfo di Guinea risalendo la costa fino alle Canarie (isole che avrebbero un clima particolarmente mite e spesso burrascoso, a causa delle tempeste tropicali che muoverebbero dall’Atlantico centrale verso est, seguendo gli alisei di nord-ovest); da qui la corrente oceanica piegherebbe lentamente verso nord-ovest, fino ad arrivare a sud di Terranova.

Con questa condizione il clima europeo non sarà più mitigato dalle calde acque atlantiche, se non sulla Penisola Iberica; anzi, con tutta probabilità ci sarà una corrente indotta d’acqua fredda e poco salata in discesa dalla Norvegia verso l’Islanda e la Scozia … sempre che in zona non sia presente una distesa ghiacciata, prevedibile viste le temperature molto più basse della realtà che si dovrebbero registrare in tali condizioni climatiche.

Oltretutto, vista la prevalenza dei venti da est, l’aria in arrivo sul Mediterraneo e l’Europa meridionale sarà di prevalente estrazione asiatica in ogni periodo dell’anno, quindi particolarmente SECCA; la conseguenza primaria sarà pertanto una minor quantità di piogge su tutta l’Italia rispetto al regime al quale siamo abituati.
Sarà invece l’Europa occidentale (Spagna, Biscaglia, Irlanda) a vedere piogge copiose, specie in autunno, a causa dell’interazione dei venti da est con il clima umido oceanico, mentre il resto d’Europa dovrà fare i conti con un tipo di clima continentale e poco propenso alle piogge.

Ma il regime pluviometrico italiano di quanto andrebbe in deficit? Per le regioni tirreniche avremmo un abbassamento molto brusco rispetto al regime a cui siamo abituati, vista l’ulteriore protezione ai venti offerta dall’Appennino; probabilmente la vegetazione non sarebbe più caratterizzata dalla tipica “macchia” fino a quote di bassa montagna, ma da una maggiore prevalenza di arbusti ed alberi tipo betulle e faggi anche a quote collinari.
Sul versante adriatico invece la diminuzione delle piogge sarebbe meno avvertita, seppure ugualmente sostanziosa.

In estate comunque anche in questo caso i temporali pomeridiani sulle montagne saranno sempre presenti, il caldo sarà sopportabile su gran parte del versante tirrenico, più umido ed afoso sulle regioni adriatiche; a fine stagione qualche peggioramento più intenso arriverà su tutto il Paese, spesso ad opera di vortici in formazione sul Golfo di Trieste o lo Ionio, in lento movimento verso la Liguria e poi verso il Golfo del Leone.
Le stagioni di transizione daranno vita a qualche marcato peggioramento solo sul meridione d’Italia, mentre altrove il mancato passaggio delle masse d’aria su mari estesi porterà poche piogge. Infine l’inverno sarà la stagione che risentirà di più del calo di piogge e nevicate; solo Pianura Padana, parte della Sardegna, Calabria e Sicilia probabilmente avranno neve per molto tempo fino a bassa quota durante la stagione fredda.

Ora passiamo ad un aspetto più “tecnico”: prima dell’arrivo delle perturbazioni soffieranno ancora Scirocco e Libeccio caldi? E dopo il loro passaggio il vento ruoterà a Maestrale e Grecale facendo abbassare le temperature? In linea di massima sì, ma cambieranno i ruoli dei singoli venti all’interno delle singole perturbazioni (quando il tempo peggiorerà prima soffierà il Libeccio, poi lo Scirocco, poi il Grecale ed infine il Maestrale, diversamente da quello che accade di norma).

Non sono comunque da escludere anche rari episodi con venti dall’Oceano Atlantico, possibili solo in caso di notevoli anomalie bariche con campi di alta pressione sull’Europa centrale e sul Regno Unito; in tal caso avremmo piogge più abbondanti e temperature insolitamente gradevoli anche in inverno su gran parte della Penisola Italiana.
Oltretutto con questo tipo di circolazione sarebbe anche possibile l’intrusione di numerose tempeste tropicali (o uragani in lento dissolvimento) sul territorio europeo, con piogge e venti forti su aree limitate.

Tuttavia sempre in questi frangenti si potrebbero formare grossi campi di alta pressione fra Russia e Siberia che in inverno farebbero scendere la temperatura nella steppa fino a valori glaciali, preparando una intensa irruzione di aria artica verso il Mediterraneo non appena si ristabilisce la normale circolazione da est verso ovest, con una frequenza sicuramente maggiore rispetto alla realtà.

In definitiva: il clima italiano in caso di venti prevalenti da est verso ovest sarebbe sicuramente più secco, inoltre più freddo in inverno ed ancora caldo in estate (forse localmente anche più afoso che nella realtà), insomma si allontanerebbe dai canoni del clima mediterraneo tipico (che noi apprezziamo) e si avvicinerebbe di più al clima CONTINENTALE ASIATICO che tutti conosciamo, sempre con le dovute eccezioni.

Comunque tutte queste considerazioni, lo ribadiamo, sono fatte sulla base di ipotesi legate a conseguenze dell’applicazione di leggi fisiche e ragionamenti ad ampio respiro; ma nella realtà tutto quello che abbiamo descritto non potrà MAI accadere.
Autore : Lorenzo Catania