00:00 13 Gennaio 2016

Dal 2017 annate progressivamente più FREDDE?

Il clima del passato e quello del futuro. Quali sono gli elementi che regolano la macchina del clima? Cosa succederà a breve?

L’età della Terra si può stimare in circa cinque miliardi di anni.

Limitandoci all’ultimo milione (il QUATERNARIO) sappiamo che esso è stato caratterizzato da fasi glaciali ed interglaciali (cioè più calde).

Durante questi periodi caldi le temperature erano superiori di almeno un paio di gradi a quelle che si riscontrano attualmente e in quel periodo al massimo si poteva parlare di effetto serra naturale.

I periodi glaciali del Pleistocene (il periodo più antico del QUATERNARIO) sono probabilmente 4 (alcuni dicono 5) denominate con i nomi di 4 affluenti danubiani:

GUNZ 600 mila anni fa

-MINDEL 480 mila anni fa

-RISS 280 mila anni fa

-WURM 40 mila anni fa La glaciazione wurmiana terminò 20.000 anni fa e fu seguita da una più piccola (lo Younger Dryas) 12.000 anni fa.

Andiamo avanti: tra l’8000 e il 4000 a.C si è vissuto il periodo dell’optimum climatico, in cui probabilmente le temperature erano superiori di 3°C rispetto a quelle attuali, si parla di "optimum climatico"; in questo periodo è probabile che la grande quantità di vapore acqueo fosse sospinta da venti umidi verso il Sahara provocando piogge importanti e rendendolo fertile.

Dunque il caldo può senz’altro aiutare alcune zone della Terra a diventare più fertili, non a desertificarsi, come sostengono alcuni esperti. Da allora però il clima è andato gradualmente raffreddandosi in una sorta di altalena che riassumeremo così:
Dal 4000 al 3000 più fresco (comunque 2°C più di oggi)

Dal 3000 al 2200 di nuovo più caldo (2-5°C più di oggi)

Dal 2200 al 500 più fresco (1.8°C più di oggi) Dal 500 a.C all’800 d.C altalena climatica.
 
Dall’800 al 1430 optimum climatico medievale

Dal 1430 al 1850 PEG piccola età glaciale

Poi riscaldamento sino ai giorni nostri salvo effimero calo tra il 1960 e il 1975. In ogni caso non bisogna considerare queste epoche come dei compartimenti stagni in cui fece solo e sempre freddo, anche in fasi fredde non mancarono anni caldi e viceversa.

Un gruppo di ricercatori danesi ha scoperto, già nel 1980, analizzando i campioni di ghiaccio e in particolare attraverso la minore o maggiore concentrazione di ossigeno 18, che negli ultimi otto secoli vi sono stati cicli climatici ogni 80 anni e ogni 180 anni.

I ricercatori hanno "letto" quasi alla perfezione il temporaneo riscaldamento dell’inizio del secolo scorso (interrotto dalla fase più fresca tra il 1960 ed il 1975) e quello attuale; secondo i loro calcoli, la fase calda durerà sino al 2016, poi entreremo in una duratura fase fredda, anche a causa di un sole più debole. 

L’associazione tra scarso ossigeno 18 e massiccia presenza di polvere nei rilievi eseguiti nelle zone polari fa pensare che una fase fredda sia accompagnata da una maggiore aridità sul Pianeta e dunque da fasi siccitose più gravi di quante se ne riscontrino normalmente in un clima più caldo. Anche su questo bisognerebbe meditare.

DA SAPERE
La temperatura media della Terra dipende, in gran misura, dal SOLE 
la cui variabilità influisce sul clima terrestre sia direttamente con la variazione del flusso di radiazione emesso dal Sole verso la Terra e dal flusso dei raggi cosmici. Il flusso radiativo del sole è il motore del tempo atmosferico poiché apporta all’atmosfera l’energia necessaria perché essi si producano. 

Nel lungo periodo le variazioni del flusso radiativo divengono percettibili poiché il Sole aumenta la sua luminosità con una proporzione del 10% ogni miliardo di anni. Per questo, sulla Terra primitiva che permise la nascita della vita, 3,8 miliardi di anni fa, la luminosità solare era del 70% rispetto a quella attuale.

Sebbene la luminosità solare si mantenga praticamente costante nei millenni, varia invece l’orbita terrestre. Questa oscilla periodicamente, modificando la quantità media di radiazione che riceve ogni emisfero nel tempo, e queste variazioni provocano le glaciazioni e i periodi interglaciali. Ci sono tre fattori che contribuiscono a modificare le caratteristiche orbitali facendo in modo che l’insolazione media degli emisferi vari sebbene il flusso globale di radiazione rimanga lo stesso.

Si tratta della precessione degli equinozi, dell’eccentricità orbitale e dell’inclinazione dell’asseterrestre. Tali cicli sarebbero in grado di spiegare i cambiamenti climatici globali su scala temporale di 100.000 anni ovvero pari al periodo delle glaciazioni/deglaciazioni.

 

Autore : Alessio Grosso