00:00 13 Marzo 2014

Che freddo! Dov’è il global warming? Che caldo! Avevano ragione, ci stiamo surriscaldando!

Chi ha sperimentato l'inverno più freddo dal 79 ad oggi negli States pensa che il global warming sia una panzana mediatica, chi invece ha vissuto uno degli inverni più miti della sua vita si preoccupa (oppure se la gode). Così va il mondo.

Chiedete ad un anziano che ha vissuto a Chicago l’inverno se pensa che il clima si stia riscaldando e fate la stessa domanda ad un abitante di Agrigento in Italia. Ne sentiremmo delle belle. Il tempo che sperimenti non può che influenzare il giudizio sull’andamento climatico del Pianeta.

In realtà di estremi caldi ce ne sono ben più di quelli freddi da molti anni a questa parte e infatti sarebbe sciocco negare il riscaldamento globale che sta vivendo la Terra.

Il problema è se questo riscaldamento risponde solo ad un ciclo naturale oppure se la forzante antropica gli stia forzando la mano.
Una risposta da un milione di dollari sulla quale la maggior parte del mondo scientifico non sembrerebbe avere dubbi e che invece tormenta molti altri scienziati che dissentono con questa tesi e che portano come prova il fatto che si sia confusa la causa con gli effetti.

Per costoro infatti il tasso di anidride carbonica aumenterebbe a causa del riscaldamento naturale del clima, cioè sarebbe una conseguenza non la causa dell’aumento delle temperature.

In ogni caso l’Italia sperimenta sempre più spesso periodi con temperature in prevalenza superiori alla media, intervallati da un mese, massimo due, in controtendenza e questo deve certamente farci riflettere. Molti record di caldo sono stati battuti proprio dall’inizio del nuovo secolo, anche se bisogna rilevare anche un netto aumento della piovosità e della nevosità.

Se l’aumento delle precipitazioni si può associare a temperature mediamente più elevate, la nevosità potrebbe comunque aiutare a fermare l’ecatombe dei ghiacciai.

Più che pensare ai rimedi, che NON ci sono, specie per come siamo abituati, è bene che la popolazione si renda conto che il sogno di un anno intero al caldo può diventare un drammatico incubo tale da portare devastazioni su ampie fasce di territorio, in un territorio fragile ed assassinato dal cemento come il nostro. Occorrerà convivere ed adattarsi allora, ma tenendo gli occhi aperti.

Si comincerà presto se la primavera non dovesse prendere una piega instabile, consegnandoci invece un’estate anticipata. Eh si, sarebbero davvero dolori se il Mediterraneo, che non si è raffreddato, diventasse una pentola di fagioli…

 

Autore : Alessio Grosso