00:00 16 Aprile 2012

Cerchi nel grano: “esistono numerose formazioni piene di errori, altre più o meno palesemente incomplete…”

Intervista di Alessio Grosso ad Dott. Francesco Grassi del Cicap sul controverso fenomeni dei cerchi nel grano, i famosi "crop circles".

Ecco le attese risposte del Dott.Grassi ai quesiti del nostro Caporedattore Alessio Grosso. Chi volesse approfondire l’argomento può visitare il blog del Dott.Grassi: http://francescograssi.blogspot.com/
GROSSO: Dott.Grassi, per produrre cerchi nel grano della complessità che si riscontra in molte formazioni non è forse necessario un vero team di artisti?
Dott.Grassi: Non è necessario che tutti coloro che eseguono la formazione siano artisti. Di fatto gli uomini necessari alla realizzazione della formazione vengono reclutati anche fino a qualche ora prima dell’inizio attingendo ad amicizie fidate e a persone della propria cerchia con cui i circlemakers hanno rapporti consolidati nel tempo.
Il vero artista è l’autore del disegno, la mente della formazione, colui che crea il progetto del crop circle e poi lo mette sulla carta guidando la realizzazione notturna insieme magari a pochissime altre persone esperte. Analogamente a quanto avviene per le grandi costruzioni, l’artista è di fatto l’architetto e non le singole persone o le intere squadre di lavoro che realizzano la costruzione stessa.
GROSSO: Realizzare un disegno nel grano di grande proporzioni e su vasti spazi non richiede forse una precisa conoscenza dell’area geografica sulla quale si vuole agire? Com’è possibile agire in coordinazione in piena notte su aree così estese, con il rischio di essere scoperti senza mai commettere errori, senza perdere il senso dell’orientamento, senza mai lasciare un’opera incompiuta? Senza mai lasciare tracce e senza calpestare in modo grossolano tratti non interessati dal disegno?
Dott.Grassi: certamente i circlemakers più esperti non improvvisano sulla scelta del campo su cui eseguire le proprie opere. C’è una fase di ispezione che viene eseguita nei giorni precedenti durante la quale si cercano i punti più opportuni in cui parcheggiare le vetture e quindi i percorsi migliori per entrare nel campo. Esistono numerose formazioni piene di errori, altre più o meno palesemente incomplete, di altre ancora si ha la documentazione visiva del fatto che siano state realizzate in più di una notte. Quindi tutti questi sono dei falsi miti così come è un falso mito il ritenere che per creare i crop circles ci sia bisogno di attrezzatura altamente tecnologica come sistemi GPS o visori notturni per muoversi al buio. Purtroppo i sistemi GPS attualmente in commercio hanno ancora una precisione veramente grossolana rispetto a quella che si riesce ad ottenere con un semplice metro a nastro nel campo. Quanto all’impossibilità della visione notturna, al buio sono più che sufficienti i nostri occhi poiché si abituano abbastanza velocemente all’oscurità e con un po’ di pratica si è in grado di muoversi per i campi in grande libertà.

GROSSO: non è possibile che vi sia la regia di un elicottero che diriga dall’alto con ricetrasmittenti gli artisti sul campo?

Dott.Grassi: No, questa ipotesi è assolutamente implausibile per diversi motivi. I circlemakers si muovono tranquillamente nelle linee via via tracciate fra le spighe secondo un piano d’azione  e disponendo della stampa del disegno.
Durante l’esecuzione vengono poi marcati dei punti di riferimento con bandierine numerate o altri marcatori che possano consentirel’orientamento all’interno della formazione. L’uso di un elicottero oltre a essere quindi inutile rappresenterebbe
un costo esorbitante oltre che un elemento rumorosissimo che finirebbe per attirare l’attenzione delle persone, cosa che si vuole assolutamente evitare.

GROSSO: perché è stata scartata frettolosamente la teoria che sosteneva che i cerchi fossero generati da vortici di plasma?

Dott.Grassi: l’ipotesi dei vortici di plasma fu avanzata intorno al 1980 dal meteorologo Terence Meaden e in realtà Meaden continuò a sostenere questa idea fino ai primi anni ’90. Quando nel Settembre del 1991 i due circlemakers Doug Bower e Dave Chorley mostrarono alle telecamere di tutto il mondo la tecnica base della realizzazione dei cerchi nel grano, Meaden e i suoi seguaci realizzarono che il circlemaking umano
era ben più esteso di quanto avessero potuto immaginare.
Quello che però che portò a screditare questa ipotesi era il fatto che diventò nel corso degli anni sempre più evidente l’esistenza di un’intelligenza che guidava il fenomeno; come sarebbe stato possibile per un fenomeno naturale (comunque tutto da scoprire) appiattire la vegetazione seguendo linee perfettamente rette, triangoli, esagoni e altre forme sempre più complicate?
Un vortice di corrente d’aria discendente (questa è l’ipotesi sostenuta), sebbene sia abbastanza incredibile, al limite potrebbe generare figure di tipo circolare al massimo con anelli o poco più.

Autore : Staff MeteoLive