00:00 13 Febbraio 2003

A che ora arriva la fine del mondo?

Previsioni serie, pseudoprevisioni e altri allarmismi inutili.

E’ la domanda che presto verrà posta dai giornalisti che si occupano di meteo ad esperti, previsori o presunti tali: “A che ora arriva la fine del mondo?”.

Il tema è quello già varie volte affrontato, ossia come la faciloneria con cui la meteorologia viene trattata in TV spinga sempre più sul tasto del catastrofismo, senza nessun approfondimento scientifico; sempre più spesso gli esperti del settore vengono trattati come maghi della pioggia e assediati con domande come: “il mese prossimo ci saranno alluvioni?”, “Bisogna già aspettarci il peggio?” e l’immancabile “E’ normale tutto questo?”.

Che le risposte arrivino da un Capitano dell’Aeronautica oppure dal mago Do Nascimento, non importa; anzi: se il veggente ci predice sventure, meglio ancora. Ci si può sempre fare uno “speciale” o un dibattito in prima serata. Mi toccherà quindi di fare la parte del Grillo parlante, e svolgere (in piccolo) quella funzione che il CICAP (Centro controllo attività paranormali) di Piero Angela fa nei confronti dei presunti “fenomeni paranormali” e delle profezie di Nostradamus.

Rinfreschiamoci quindi la memoria, per ricordare tutte le frescacce che si sono sentite negli ultimi tempi, e torniamo alla fine di agosto. Inutile rammentare come alcuni TG-Ansia avessero convocato ambientalisti, climatologi e ,soprattutto, polemisti di professione, al capezzale dell’estate defunta.

Ricordate le previsioni ferali per l’autunno? “Sarà in linea con l’estate, pioggia a catinelle, alluvioni, inondazioni, catastrofi!”, “No! Peggio! Il gelo scenderà dal nord e già a ottobre saremo nella morsa del freddo!, poi l’immancabile “Un autunno così lo ricorderemo per un pezzo!”.

Siamo ai primi di novembre, e pensa un po’: finora è stato un autunno nor-ma-le, magari leggermente più mite.

Tutto ciò, ai profeti di sventura non deve essere bastato, e quindi la spruzzata di neve alpina di fine settembre è stata gabellata come l’ulteriore prova della fine delle stagioni. All’epoca ero a Ortisei con mia moglie, e la neve me la sono presa di persona. La padrona settantenne dell’albergo dove soggiornavo, però, così commentava l’evento e le apocalittiche descrizioni televisive: “faccio io una previsione: quando finisce il brutto, comincia il bello”. Di passaggio annoto che le TV locali trentine e bolzanine si limitarono a descrivere i fatti. Niente a che vedere con quello che si è visto nei TG nazionali.

Ottobre, è stato piovoso, ma neanche tanto, diciamoci la verità. Eppure i gufi televisivi si sono accaniti con i loro servizi ansiogeni, come se in questa stagione le piogge improvvise e torrenziali fossero una rarità, concentrandosi soprattutto sull’innalzamento preoccupante del torrente Parma e sulle frane che hanno investito una ristretta fascia dell’Appenino pistoiese. Solo alcuni residenti intervistati e, soprattutto, gli esponenti delle associazioni ambientaliste, hanno sottolineato alcuni dettagli sfuggiti ai più: sono anni (ebbene si!) che il torrente Parma fa questi scherzi, e sarebbe ora di provvedere con una maggiore cura del territorio e del letto del fiume.

Idem per ciò che riguarda le frane nella zona dell’Abetone, dove se da un lato i contadini si lamentavano della pioggia (croce della categoria, ma delizia degli assicurati), alcuni più avveduti fra i residenti confermavano che gli anni di incuria nella zona montana fanno prevedere questi ed altri problemi.

Infine alcune perle di cui sono stato personalmente testimone: a corredo dei servizi sul Pistoiese ho visto in un network privato le immagini dei temporali su Viareggio di questa estate senza che da nessuna parte fosse indicato che si trattava di filmati di repertorio (e pure fuori luogo).

Idem per ciò che concerne il maltempo nelle Marche (cioè alcuni acquazzoni insistenti), per il quale si sono intravisti i sottopassaggi di Pescara (!) allagati nello scorso agosto.

A parte gli scherzi, mi chiedo seriamente se questo è il modo di fare informazione, visto che gli esempi sopra citati sono sempre più frequenti. Esiste comunque un giudice inappellabile e alla portati di tutti per esprimere il proprio disaccordo: il telecomando. Basta usarlo, quando serve.
A cura di www.meteomodena.it
Autore : Andrea Rossi