00:00 9 Settembre 2006

Le scie di condensazione degli aerei come indicatrici del tempo che farà

Si può stabilire una connessione tra la presenza delle scie di condensazione degli aerei e un possibile peggioramento del tempo? A volte si, ma non sempre è così.

Il cielo è totalmente sereno, nemmeno una nube all’orizzonte, una giornata ideale per recarsi al mare o a fare una bella gita in montagna.

Già in mattinata il sole scalda parecchio e la temperatura di conseguenza aumenta.

Passa ancora qualche ora e il cielo si mantiene totalmente sereno, magari con la presenza di nubi innocue sui rilievi. Ad un certo punto, però, non possiamo fare a meno di notare una cosa: gli aerei che nel corso della prima parte della giornata passavano senza lasciare traccia, adesso cominciano a “farsi notare maggiormente” con le loro scie di condensazione che persistono a lungo.

Addirittura qualcuna sembra allargarsi e persistere in cielo anche per 10-15 minuti.

Che cosa sta succedendo? Il tempo sta cambiando? Dobbiamo aspettarci la pioggia per l’indomani? Forse, ma non necessariamente!

La presenza delle scie di condensazione denotano un aumento dell’umidità alle quote superiori. Tenuto conto che gli aerei passano a quote variabili tra 8.000 e 10.000 metri di altezza, è naturale che a quella quota l’aria risulti sempre molto fredda.

Se in un “pacchetto” di aria calda sono necessarie quantità piuttosto elevate di vapore acqueo prima di arrivare alla condensazione, in condizioni di aria molto fredda questa quantità si riduce drasticamente e basta solo un lieve aumento dell’umidità per determinarne il fenomeno.

Questo succede in quota, con i reattori degli aerei che emettono una discreta quantità di calore e umidità. Se l’aria attorno risulta essere molto secca, l’umidità che emettono i motori del velivolo tenderà a dissiparsi e la scia, che altro non è che una nube, non si formerà.

Se invece la percentuale dell’umidità dell’aria in quota risulta più elevata, un ulteriore “iniezione” da parte dell’aereo di altra aria caldo-umida determinerà il raggiungimento della soglia critica e tutta l’umidità tenderà a condensarsi in una nube. Ecco la scia di condensazione.

Siccome la temperatura esterna risulta bassissima, le goccioline presenti all’interno della scia tendono a congelarsi all’istante, con un fenomeno chiamato “sublimazione”. Di conseguenza la scia che un attimo prima era formata da goccioline di acqua, si trasforma in una miriade di cristalli di ghiaccio, che tendono a persistere a lungo, come se si trattasse di una nube cirriforme.

L’aumento dell’umidità alle quote superiori può preannunciare l’arrivo di un fronte caldo, con conseguente aumento della nuvolosità. Non a caso, dopo la comparsa delle scie di condensazione, molto spesso compaiono i cirri e i cirrostrati.

Se il fronte caldo è diretto verso di noi il tempo tenderà a peggiorare, con l’arrivo anche della pioggia.

Tuttavia può capitare di rimanere ai margini della sua influenza, che potrebbe farsi sentire altrove. Per esempio un fronte caldo può passare a nord dell’arco alpino, ma l’aumento di umidità indotto dal suddetto fronte in genere si manifesta anche sul nord Italia. In questo caso l’osservatore vedrà la comparsa delle scie di condensazione, ma ad esse non sarà associato alcun cambiamento significativo del tempo.
Autore : Paolo Bonino