00:00 5 Marzo 2001

LA SOTTILE LINEA ROSSA

Nei giorni scorsi abbiamo parlato di una famosa linea immaginaria oltre la quale le precipitazioni nevose spesso non riescono a spingersi. Nell'episodio del 28 febbraio l'unica città a restare esclusa è stata Brescia. Perchè?

Che le regioni nord-orientali siano aperte al tiepido respiro dei venti meridionali lo sapevamo, che spesso la neve non riesca a spingersi oltre la bergamasca e il piacentino o il parmense, è una legge ampiamente documentata in molti altri articoli, quanto però è avvenuto mercoledì 28 febbraio non trova in apparenza spiegazioni logiche.

Mentre al nord-ovest nevicava fino in pianura con coinvolgimento delle coste liguri, nel bresciano cadeva solo pioggia.
Secondo logica avrebbe dovuto piovere in pianura anche sul resto della pianura centro-orientale e invece eccoti la neve a Padova, Belluno, Udine, Verona, Mantova, Trieste e al mattino anche su buona parte dell’Emilia.
I bresciani e si sono telefonati e si sono detti: “ci saremo mica dimenticati di pagar qualche tassa?”.

Mettendo la cosa su un piano rigorosamente scientifico possiamo dire che tutto va ricercato nell’analisi dei sondaggi termo-dinamici.
In corrispondenza delle zone citate in quota l’aria si è dimostrata troppo calda. Evidentemente nel complesso gioco delle correnti legato alla depressione “bolide”, il bresciano ha risentito più di altre zone del rallentamento del fronte determinatosi nella notte che ha sospinto aria mite da sud alle quote medie, non permettendo alla neve di manifestarsi fino al suolo, nonostante vi fossero tutte le condizioni adatte per vedere fiocchi dendritici fino in pianura.

Padova e Venezia non hanno invece risentito di questo afflusso mite in quota e hanno visto la neve danzare elegantemente nell’aria sotto la spinta del vento da ENE.
La parte più fredda del sistema ha preso poi la strada del versante tirrenico e non ha “vendicato” l’ingiustizia.
Autore : Alessio Grosso