00:00 19 Dicembre 2011

Là dove le irruzioni fredde ti portano sul filo dei meno trenta

Non siamo in Lapponia bensì sulle Alpi dove l'installazione di stazioni meteorologiche e punti di osservazione a quote sempre più elevate ci consegna dati davvero sorprendenti.

 Chissà a quanti di voi, cari lettori e appassionati di meteo, si saranno chiesti cosa succede in alta montagna quando la neve arriva ad imbiancare perfino le nostre città e le nostre coste. Grazie ai rilevamenti sistematici delle stazioni meteo collocate a quote sempre più elevate su Alpi e Appennini, possiamo ricavare in proposito dati davvero interessanti.

Noteremo infatti che in caso di irruzioni di aria artica marittima, quella con lo spessore verticale più consistente, la temperatura scende con la quota in modo velocissimo. In montagna dunque il freddo cresce in modo esponenziale e può cogliere di sorpresa eventuali escursionisti o alpinisti partiti senza tener conto della situazione. Ecco anche il perchè dell’instabilità che si accompagna a tali situazioni, dove non mancano temporali marittimi e costieri, nevosi anche a quote molto basse se non addirittura sul livello del mare.

Un caso significativo è quello dell’irruzione fredda che ha preso il via nello scorso fine settimana, partendo con violente bufere di neve lungo la cresta delle Alpi, per poi proseguire con le spiagge riminesi imbiancate, i fiocchi nelle città umbre e marchigiane, nonchè con le colline sarde spolverate a velo.

Ebbene, mentre l’Italia si divideva tra venti forti, mareggiate, temporali marittimi e nevicate, lassù lungo la cresta delle Alpi è stato il gelo nel senso più completo e duro del termine a tenere banco. I dati rilevati dall’Arpa Piemonte e riferiti al Rifugio Osservatorio Regina Margherita, 4559 metri di quota, il più alto d’Europa, posto su una delle cime del Monte Rosa sono soprendenti.

La temperatura, attestata prima dell’irruzione fredda intorno ai -14°C, temperatura addirittura abbastanza "mite" per la stagione a quelle quote, è piombata in meno di 5 ore a oltre -30°C, rimanendo ferma intorno a questo valore per oltre 3 giorni. Il valore minimo registrato nella notte su domenica 18 dicembre, è stato ben -32,5°C, quello massimo, registrato intorno alle 11 di lunedì 19, è stato di "soli" -26,5°C. Il tutto condito da pulsanti bufere di neve con vento da nord-ovest anche oltre i 150 chilometri orari. 

Come vedete la Siberia è molto più vicina a noi di quanto potremmo pensare. Nell’immagine vi mostriamo la panoramica dell’himalayano versante valsesiano del Monte Rosa subito dopo essersi liberato da quattro giorni di incredibili tempeste. La freccia indica la Punta Gnifetti sulla cui cima è abbarbicato il mitico Rifugio Margherita, vero nido d’aquila.

Autore : Luca Angelini