00:00 6 Maggio 2002

I cannoni anti-grandine

CANNONI ad onda d'urto: un'utile difesa contro la grandine o una fonte di inquinamento acustico?

Fra i coltivatori del nord Italia, negli ultimi anni si sta diffondendo l’utilizzo dei cannoni ad onda d’urto, come protezione dai devastanti effetti della grandine sulle piantagioni.

Il costo che deve affrontare chi desidera acquistare questo sistema di difesa e’ piuttosto alto, e in alcuni casi i Comuni hanno messo a disposizione fondi pubblici per contribuire alla spesa.

Ma vediamo cosa sono in realtà i cannoni antigrandine. Si tratta di enormi strutture a forma di cono rovesciato, alla cui base è fissata una camera di scoppio, nella quale si introduce gas che, all’ occorrenza, viene fatto esplodere a brevi intervalli.

Lo scoppio viene amplificato in modo tale da provocare un’ onda d’urto che dovrebbe raggiungere i chicchi di grandine presenti in quota disintegrandoli prima che essi raggiungano il suolo. Purtroppo ci sono sgradevoli effetti collaterali.

Il rumore provocato dalle esplosioni del gas e’ assordante, e supera ampiamente le soglie consentite dalla lagge. A questo aggiungiamo il fatto che fino ad ora non e’ stata ancora condotta nessuna sperimentazione, degna di questo nome, in grado di provare l’ efficacia dell’onda d’urto.

Chi abita nelle zone in cui sono stati installati i cannoni anti grandine si chiede quindi perche’ e’ costretto a sopportarne il fastidioso rumore, soprattutto tenendo presente il fatto che questo sistema viene azionato ogni qualvolta il cielo si copre. Le detonazioni provocano crepe nei muri, spostamenti di tegole nei tetti, spaventano gli animali e impediscono il normale svolgimento delle attivita’ quotidiane per chi si trova nelle vicinanze.

Nella provincia di Modena, ad esempio, esistono circa una trentina di cannoni, situati soprattutto lungo il fiume Secchia. I contadini della zona sostengono l’ efficacia del sistema, soprattutto nei casi di grandinate medio-piccole, che sono anche le piu’ frequenti.

Cercano di proteggere coltivazioni come quelle della pera, largamente diffuse nel territorio modenese, che sono a rischio per tutta la stagione estiva.

Ma queste affermazioni non convincono coloro che considerano gli effetti negativi dell’onda d’urto di gran lunga superiori alla loro potenzialita’ contro i temuti chicchi di ghiaccio. Sono nati cosi’ diversi comitati di cittadini che mirano all’ abolizione dei cannoni, difendendo il loro diritto alla traquillita’.
Ma, per ora, nulla è cambiato. E nulla cambierà fino a quando Province e Regioni che intendono attuare questi sistemi, non coordineranno una sperimentazione che ne verifichi una volta per tutte la validità, mettendo a punto una serie di norme che ne regolino l’utilizzo.
Autore : Ivana Benincasa