00:00 14 Marzo 2013

Un lunedì da leoni: la nevicata dell’11-12 marzo a Brighton e nel Sussex (Inghilterra)

Appassionante cronaca del blizzard che ha imperversato su Brighton e sul sud dell'Inghilterra tra l'11 e il 12 marzo 2013.

Da emiliano che da dodici anni vive in Inghilterra, faccio fatica, a volte, a vivere l’inverno in questo Paese. Per questo, quando è prevista una nevicata, bisogna mobilitarsi, e cercare di andarle incontro, soprattutto se si tratta di una nevicata importante come questa volta. Le previsioni per lunedì 11 marzo davano neve abbondante solo sull’estremo sud del Paese, visto il transito di un minimo depressionario centrato proprio sul Canale della Manica e sulle coste settentrionali francesi.

Ciò ovviamente avveniva in combinazione con la retrogressione di una colata artica proprio nel pieno del suo fulgore. Stante queste premesse, era logico aspettarsi che la neve avrebbe colpito di preferenza le contee più meridionali dell’Inghilterra, comprese le coste. Già per Londra si stava sul filo del rasoio e infatti, come volevasi dimostrare, a fine evento la capitale sarebbe rimasta completamente tagliata fuori dai fenomeni nevosi.

Decisione saggia, allora, (per un `nivofilo´ come me, ovviamente) quella di imbarcarsi in un´escursione a Brighton, viaggio che si sarebbe poi rivelato in parte un’avventura. La partenza da Londra è grigia e poco promettente; alle 7.30 la città appare spazzata da vento gelido e atmosfera tetra. Ma già sull’M25 (la tangenziale orbitale londinese), in corrispondenza delle colline del Surrey, attorno alle 8 mi accolgono i primi fiocchi, che poi non mi avrebbero lasciato più fino a Brighton.

Tuttavia, di mattina, si aveva già accumulo sulle zone di collina: neve secca, a fiocchi piccoli, che attaccava bene e subito, e dava a tratti 2-5 cm di accumulo. Mi sono accorto fin da allora, vedendo il tipo il neve e come attecchiva alla strada, che l’irruzione gelida era stata sottostimata dal sito meteo ufficiale della BBC. Intanto la giornata a Brighton è trascorsa quieta: la neve ha continuato a scendere lieve ed intermittente tutto il giorno, lasciando 1 o 2 cm al suolo. Siamo in una città di mare non certo avvezza a vedere la neve sferzata peraltro da un vento gelido che, stante l’effetto windchill, dava una temperatura percepita di -7 gradi.

Ma ecco sopraggiungere la sera: all´imbrunire, attorno alle 17, e si vedeva la neve sferzare e turbinare tra i palazzi; infilare le strade con virulenza sollevando incredibili mulinelli: neve secca, `russa´, verrebbe da dire … di quella che si attacca dappertutto, anche in verticale. Di colpo lo scenario è cambiato: da un accumulo sparso e diseguale tutto si è velocemente fatto bianco: la gente per le strade si riparava come poteva, mentre l’asfalto diventava un insidiosa crosta bianca uniforme (inutile dire che non passava alcun mezzo spazzaneve).

Erano le 19 ed erano già scesi 5 nuovi cm a Brighton centro, assai di più sulle colline, mentre la città era paralizzata dai molti bus che, scivolati e messisi di traverso, bloccavano il traffico. Ma le strade secondarie erano una visione d’incanto: bianche e deserte a parte i pochi passanti, con quel silenzio fatato che solo la neve sa dare, e la "dama bianca" a farla da padrone su tutto e tutti. Avendo visto la Scandinavia d’inverno, Brighton di colpo sembrava essersi trasformata in Oslo o Stoccolma … Mi sono goduto così una passeggiata notturna al Royal Pavillion, che così innevato sembrava una residenza reale della Russia zarista, e ovviamente al molo e il fronte mare, con la spiaggia bianca contro il tipico cielo luminescente.

Siamo partiti da Brighton verso le 22, lasciando quello spettacolo a malincuore … ma presagivo che il viaggio di ritorno sarebbe stato tutto fuorchè semplice. Inutile dire, infatti, che se a Brighton c’erano 5 cm di neve, come minimo erano il doppio sulle Downs e le Weald, cioè le catene parallele di colline tra Brighton e Londra. Infatti qui c’erano 10-15cm di neve: sembreranno pochi, ma per l’Inghilterra sono già un exploit non da poco!

L’autostrada non era stata pulita, ma si andava; poi, il blocco. E’ stato solo grazie alla mia prontezza d’animo (e a una debita conoscenza dell’amica neve) che ho consigliato al mio compagno viaggiatore di uscire dall’autostrada quando la fila si stava fermando … decisione saggia, vista la coda lunga 15 km nelle due direzioni tra Gatwick e Brighton. Rimango stupito di come questa nazione, che dopotutto, per quanto usualmente mite, è geograficamente nel Nord Europa, sia incredibilmente impreparata alla neve.

La bufera, un vero e proprio blizzard, è continuata poi tutta notte dall’aeroporto di Gatwick in giù, terminando vero le 9 di mattina del 12 marzo e depositando a fine evento 20 cm sulle aree più elevate del Sussex e del Kent; 10-15 cm al piano: non è un grande quantitativo, ma per queste zone è già una nevicata di tutto rispetto, soprattutto per come è caduta: neve secca e ghiacciata, dall´incredibile `presa´ – un tipo di neve assai raro qui. Peraltro, vale la pena di aggiungere che le Channel Islands, che si trovavano proprio al centro della rotta del bolide gelido retrogrado nel bel mezzo della Manica, sono state colpite in pieno e affondate: hanno vissuto infatti una delle nevicate più abbondanti della loro storia.

Molti intervistati hanno dichiarato, a memoria, di non aver mai assistito ad un evento simile. Sono caduti 30-40 cm. di neve, ma con accumuli anche di un metro nelle zone dove la neve si ammassava per via del vento implacabile. A Londra ovviamente ho ritrovato tutto squallidamente grigio e secco come l’avevo lasciato ma nonostante il viaggio di ritorno fosse stato alquanto avventuroso, devo dire che sono stato ben felice di aver assistito a questo evento di rara bellezza e suggestione, come documentano le immagini proposte. 

Autore : Massimiliano Calligola, adattamento Luca Angelini