00:00 18 Aprile 2005

Cronaca week-end: un metro di neve in VdA, rischio valanghe sulle Alpi, neve sui Monti del Lazio

Il dettaglio del maltempo del fine settimana scorso nelle regioni dove si sono avuti i maggiori disagi.

VALLE D’AOSTA
E’ caduto oltre un metro di neve nella zona del Gran Paradiso (quota 2700 metri). Sono bastate poche ore di precipitazione intensa, nevosa al di sopra dei 1000 metri di altitudine, per far tornare bianche le Alpi Graie come forse non lo erano mai state durante l’intera stagione invernale passata. 80cm di neve fresca a Rhemes Notre Dame, 30 a Cogne, mezzo metro sulle piste di Courmayeur. La neve è caduta abbondante anche nelle valli di Champorcher e Gressoney, dove forte rimane l’indice di rischio valanghe. La strada regionale per Valsavarenche è rimasta chiusa proprio per una slavina che ha coinvolto la carreggiata. Problemi di viabilità si sono riscontrati un po’ in quasi tutte le arterie che danno accesso alle valli laterali.

LIGURIA
Raffiche di vento forte e precipitazioni intense hanno interessato tutto il Levante Ligure, dal Tigullio alle Cinque Terre. Interessate dalle raffiche, con ripercussioni sul traffico, sono state le autostrade A6 (Savona-Torino) e A10 (Genova-Savona). Neve pesante in Val d’Aveto, dove il manto ha superato i 40cm di spessore. Tutti i monti del Levante Ligure, dal Maggiorasca al Penna, sono abbondantemente imbiancati. Al Passo del Tomarlo, a Santo Stefano d’Aveto e al Passo di Cento Croci sono tornati in azione i mezzi spazzaneve. In questa zona il termometro è sceso anche di 15°C rispetto ai valori registrati nei giorni precedenti.

RESTO DEL NORD
E’ nevicato mediamente oltre i 1000 metri su Piemonte, Lombardia e Veneto. Su queste zone il rischio valanghe è attestato ovunque al grado 3, e sarebbe sufficiente anche un piccolo sovraccarico (come il passaggio di una cordata di escursionisti) per provocare distacchi del manto nevoso. Gli sbalzi che la colonnina di mercurio sta conoscendo in questa fase convulsa della stagione contribuirebbero notevolmente al rischio di slavine. Occorre utilizzare perciò massima prudenza nelle gite in montagna dei prossimi giorni. Situazione difficile in Valtellina e Valchiavenna, dove le precipitazioni si sono protratte ininterrottamente per oltre 24 ore.

LAZIO
Diversi acquazzoni si sono riversati sulla Capitale, limitando i problemi alla circolazione solo perché in coincidenza con la giornata domenicale. In alcuni casi i fenomeni sono risultati particolarmente intensi, contribuendo all’allagamento di strade e piazzali. Forte temporale sui quartieri a nord della città in mattinata. Grandinate si sono registrate sul litorale romano e nella zona dei Castelli Romani, mentre la neve è tornata a cadere sulle cime più alte del Preappennino (Scalambra, Lepini, Prenestini) e oltre i 1000 metri del settore appenninico (Terminillo, Simbruini, Ernici). Fenomeni temporaleschi importanti si sono registrati nella zona di Ostia.

ABRUZZO
La neve è tornata ad imbiancare l’Appennino dopo oltre un mese di latitanza. I fiocchi bianchi hanno raggiunto quote interessanti per la stagione (1000 metri), toccando (seppur misti ad acqua) località poste a 7-800 metri di altitudine nei rovesci più intensi (sotto forma di neve tonda). Importanti sono in questo senso le segnalazioni pervenuteci da L’Aquila e Avezzano, dove è piovuto con +5°C e cenni di graupeln. Neve a Pascasseroli e ad Assergi. In montagna le precipitazioni sono state accompagnate da forti raffiche di vento e su Gran Sasso e Maiella non sono mancati autentici blizzard.
Autore : Emanuele Latini