00:00 5 Giugno 2012

Omaggio a chi lavora là dove l’estate non arriva

Sono gli operai impegnati nel cantiere più alto d'Europa, dove è in atto il rinnovo totale degli impianti funiviari che portano da Courmayeur a Punta Helbronner, nel cuore del Monte Bianco.

 Un’opera ciclopica che vede sospesi tra cielo e terra trenta operai in un paradiso glaciale dove l’estate non arriva neanche in… estate, ma loro ormai ci sono abituati. Severi e accurati controlli psico-fisici hanno scremato chi solo era idoneo a sforzi fisici anche intensi a quote elevate. Qui siamo infatti a quasi 3500 metri, sul versante italiano del Monte Bianco, 2000 metri sopra il placido abitato di Courmayeur e 1300 sotto la luccicante calotta glaciale più elevata d’Europa.

Chi lavora da oltre due anni al più alto cantiere d’Europa ha imparato a conoscere il tempo delle alte quote, ha imparato a conviverci, a pensare che mentre lui si trova sospeso lassù imbottito nella sua pesante tuta rossa, il resto dell’Italia si crogiola sulle spiagge arroventate dal sole dell’estate.

E ancora per loro lassù sta iniziando una nuova non estate: là la neve cade un giorno si e uno no, mentre per lunghe ore si può dialogare solo con il vento forte, sempre che non ti lasci senza fiato, mentre plasma insidiose croste di ghiaccio sotto i tuoi piedi. 

Fortunatamente ci sono gli amici delle previsioni meteorologiche: ti annunciano in anticipo che tempo ti devi aspettare mentre stai lavorando per la gente che non ti vedrà mai. La nuova funivia del Monte Bianco sarà all’avanguardia della tecnologia, con cabine girevoli, musica di sottofondo, collegamenti wi-fi, voci computerizzate che faranno da cicerone indicandoti i nomi di cime e ghiacciai.

Le squadre se ne stanno lassù per sette giorni consecutivi. Poi rientrano a valle per 96 ore di riposo che faranno tornare le loro funzioni vitali a livello di normalità. Nel frattempo il loro posto verrà preso da un’altra squadra. E via così, sino alla fine dell’opera, un’opera da 105 milioni di Euro che violenta il candido paradiso delle alte quote.

Ma la natura lassù resterà sempre e comunque la regina indiscussa. Dopo la non estate tornerà un nuovo inverno. Le aquile del cantiere più alto d’Europa vi trascorreranno altri cento giorni, che varranno le fatiche di un anno intero. Cento giorni tra la solitudine più completa interrotta dal passaggio di qualche alpinista. Anche la loro è fatica. Ma è niente rispetto a quella dei 30 sherpa dell’Helbronner.
 

Autore : Luca Angelini