00:00 12 Marzo 2003

NORD e CENTRALI TIRRENICHE ancora a secco per molto tempo

Continua a stupire questo mese di marzo: in molti ci si aspettava il ritorno della neve sulle Alpi e delle piogge sui settori tirrenici dell'Italia centrale. Ed invece...

Il presente continua a regalarci conferme su conferme. Il futuro, ahimè, presagi su presagi; infausti, s’intende…
Stiamo parlando della triste e nota vicenda che oramai da oltre quaranta giorni accomuna il Nord Italia e le regioni centrali tirreniche: l’assenza (o quasi) di precipitazioni degne di tal nome.

Per molte regioni si va avanti così da fine gennaio, ed il futuro che pare già tracciato sembra voler sintetizzare una domanda molto sofferta, tanto che ci riesce difficile pronunciarla: possiamo iniziare a parlare di siccità?

Volendo essere obbiettivi c’è sicuramente da preoccuparsi, anche se per ora preferiremmo parlare di “periodo secco”, piuttosto che di “siccità” diffusa, facendo bene attenzione a separare distintamente i due concetti. Certo è che con il protrarsi di questa situazione di “stallo”, lo spettro della siccità potrebbe diventare una certezza. Tutto dipenderà insomma da cosa ci riserverà il futuro. E per ora le speranze rimangono tali.

Almeno al Nord, il mese di febbraio aveva mascherato la mancanza di precipitazioni con le basse temperature: la neve del periodo precedente aveva retto bene all’urto dell’alta pressione e la stagione sembrava avviata all’ordinaria amministrazione, in attesa delle quasi scontate nevicate marzoline. Nevicate che invece non ci sono state.

In pianura, poi, la situazione è resa ancor più pesante dalla qualità dell’aria, drasticamente peggiorata dall’effetto di avvitamento tipico delle strutture di “alta”.
A risentirne, oltre che il settore agricolo, è quello della salute, con anziani e bambini su tutti a soffrire la “sindorme dello smog”, come se non bastassero le batoste influenzali e i primi fastidi delle allergie primaverili.

Città come Milano e Torino, da questo punto di vista, sono le più penalizzate. Roma e Genova, per esempio, godono dell’influsso del mare, che è in grado di “stemperare” la concentrazione dei veleni nell’aria, anche se nelle metropoli la cappa di smog non risparmia proprio nessuno.

Lazio, Toscana, Liguria, Piemonte e Lombardia sono le regioni dove meno è piovuto nel corso degli ultimi due mesi, e questi sono dati che dovrebbero far riflettere.

Per il Nord-Ovest in particolare, sembra ripetersi l’ossessiva ciclicità di periodi di siccità e periodi di alluvione: una “moda” spesso riproposta nel corso degli ultimi dieci anni dallo scacchiere atmosferico europeo.

Nella configurazione barica che andrà disponendosi nei prossimi giorni, le regioni in questione saranno penalizzate dall’influenza di una poderosa struttura di alta pressione che, facendo perno sul Mare del Nord e sulla Danimarca, andrà a ricavarsi un ottimo punto d’appoggio sulle Baleari, regalando così tempo secco e stabilità duratura al Nord e a gran parte delle regioni di ponente.

Proprio quello che non ci voleva, insomma, per venir fuori da questo deficit precipitativo che inizia a farsi pesante.
Autore : Emanuele Latini