00:00 20 Settembre 2003

Legge della persistenza atmosferica: quando il cambiamento?

Si protrae uno schema che regola l'atmosfera alle nostre latitudini e che ormai ha provocato effetti assai evidenti sul territorio Italiano

Siamo ormai alla metà del mese di settembre 2003, a seguito di un’estate che verrà sicuramente ricordata da tutti gli studiosi e gli appassionati come la più prolungata, calda, asciutta e fastidiosa che si ricordi(quantomeno al centro-nord).

I media hanno evidenziato i valori record raggiunti e superati come niente fosse, come se non vi fossero stati limiti al riscaldamento e alla compressione adiabatica indotta dal potentissimo anticiclone di matrice africana che per interminabile tempo ha dominato in modo quasi assoluto lo scenario meteo della quasi totalità dell’Europa centro occidentale.

Chiunque abbia prestato attenzione alla configurazione meteorologica che ci ha interessato dalla fine del mese di aprile 2003(perché è cominciata proprio in quei giorni lontani la situazione di stallo e di anomalia anticiclonica)avrà certamente notato come il vortice polare, responsabile della formazione delle perturbazioni e delle ondulazioni atmosferiche alle nostre latitudini, abbia prediletto come zona di arrivo per i suoi affondi verso sud l’oceano atlantico orientale, al più la penisola Iberica, determinando per l’Italia una costante situazione di alta pressione in risalita dal nord Africa,con annesse temperature elevate,alti tassi di umidità e quasi totale assenza di precipitazioni significative per lunghi periodi di tempo.

Come spiegare il fenomeno?
Con la mancanza dell’anticiclone delle azzorre disteso lungo i paralleli(da ovest verso est)fino all’Europa, che invece preferisce allungarsi verso la Groenlandia o starsene in aperto Atlantico, permettendo alle depressioni di affondare verso sud e di innescare un’inevitabile risposta dinamica calda e anticiclonica sul Mediterraneo centrale.

Questo schema delle figure bariche continua saldamente a riproporsi, intervallato da saltuarie pause che illudono sulla ripresa del flusso atlantico alle nostre latitudini(primi di settembre 2003)oppure fanno sperare in una parentesi di tempo fresco e instabile durante l’estate (fine luglio 2003)

Invece,queste pause si rivelano brevi e vengono presto riassorbite dalla configurazione “standard” che l’atmosfera ha assunto e sembra voler conservare ancora;come sappiamo,l’atmosfera tende piuttosto alla ripetizione e alla costanza, piuttosto che a bruschi e radicali mutamenti: ecco dunque parzialmente spiegato il motivo di questo andamento uguale e penalizzante per il nostro Paese, in particolare per il nord e le regioni Tirreniche che continuano a soffrire di una incredibile siccità che si protrae,pur con momentanee attenuazioni, dal mese di gennaio 2003.

Come altra conseguenza di questa struttura meteorologica è infatti la scarsità di perturbazioni atlantiche in movimento da ovest a est in direzione delle nostre regioni,in quanto è sempre presente o un anticiclone dinamico oppure un’espansione verso nordest dell’anticiclone delle azzorre verso la Gran Bretagna con conseguente flusso settentrionale che penalizza il nord e le regioni dell’alto e medio tirreno,mentre il maltempo colpisce l’Adriatico centro meridionale e il Sud .

Andando indietro nel tempo,l’ultimo treno di perturbazioni atlantiche organizzate è transitato nelle ultime due settimane di novembre 2002,provocando gravi danni in diverse regioni Italiane;tuttavia,anche quell’episodio fu piuttosto isolato, senza una costanza.

Risale all’ottobre 2001 l’inizio di un trend più secco per il nord e il Tirreno, mentre il sud vede aumentare le precipitazioni, specialmente invernali(come non ricordare l’appena trascorso inverno 2002-2003 per l’Appennino?).
Forse un segno di un cambiamento a scala globale, anche se trarre conclusioni affrettate sull’analisi di soli due anni non è corretto,in quanto la vita della Terra e i suoi mutamenti richiedono molto più tempo.

Concludo,con la certezza che l’atmosfera difficilmente cambierà a breve i suoi schemi e con la speranza che questo,tuttavia, accada il prima possibile.
Oppure alcuni paesaggi e abitudini cambieranno in breve tempo.
Autore : Andrea Costantini