La gestione neve a Roma e l’insostenibile leggerezza dell’essere
Indegno scarica barile tra Comune e Protezione civile alle spalle dei cittadini per la mala-gestione della nevicata romana del 4 febbraio.
I cittadini? Basta che paghino. La gestione della nevicata romana è stata l’ennesimo esempio, se ancora ci fosse bisogno di riprova, di come vengano gestiti male i soldi pubblici frutto delle fatiche e dei sacrifici dei contribuenti.
Tutti, dico tutti, sapevano già da alcuni giorni che a Roma tra venerdì 3 e sabato 4 febbraio era attesa una nevicata di tutto rispetto. Lo sapevano non solo gli analisti dell’Arpa, non solo gli operatori della Protezione Civile, non solo i meteorologi dell’Aeronautica Militare, non solo i previsori dei vari siti meteo nazionali, come Meteolive ad esempio, ma lo sapevano anche le migliaia di appassionati meteo in fibrillazione da giorni sulle pagine dei loro Forums. Lo sapevano tutti, giornalisti, opinionisti, cabarettisti… La notizia era giunta anche alle orecchie delle massaie, tra i mulettisti delle ditte di stoccaggio merci, tra gli operai delle catene di montaggio, nei bar, nei self-service, negli ospedali, dappertutto.
Anche i turisti stranieri iniziavano a far girar voce sulla probabilità di questo straordinario avvenimento romano, ma perfino gli ambulanti abusivi, sbaraccate le loro inutili solite mercanzie, si erano premuniti di ombrelli con la sicurezza di fare affari d’oro. Addirittura i moltissimi bambini romani erano da ore nell’attesa spasmodica di veder trasformata la loro splendida città in un parco giochi fatto di slittini e snowboard improvvisati.
Insomma lo sapevano tutti tranne uno: il Sindaco.
"Impossibile", sentenziava qualcuno alle prime rimostranze compreso, incredulo, lo scrivente. Il sindaco di Roma Gianni Alemanno è persona di comprovata serietà e per di più, nel corso di una intervista sulla Televisione pubblica (TG1) alle 13.30 di venerdì 3 febbraio, con i primi fiocchi che gli cadevano alle spalle, aveva assicurato che il Comune, di concerto con la Sala Operativa della Protezione Civile, aveva predisposto tutte le unità operative necessarie per fronteggiare l’emergenza prevista.
Bene, peccato che dalle parole ai fatti le cose siano andate esattamene all’opposto con la situazione chiaramente sfuggita di mano e con i cittadini paganti lasciati in balia di (soli) 15 centimetri di neve, tanti per una città come Roma, troppi per una Capitale d’Italia rimasta vittima non della neve ma del classico scarica-barile tutto nostrano e dell’insostenibile leggerezza dell’essere.
Ma la polemica si tinge di ridicolo quando si viene a sapere che i 35 millimetri di acqua equivalente, previsti per iscritto nel puntiglioso bollettino della Protezione Civile (e come universalmente si intende in tutti i bollettini meteo), sono stranamente diventati per il Sindaco 3,5 centimetri di neve fresca. Da qui la pretestuosa sottovalutazione dell’allerta. In realtà 35 millimetri equivalenti corrispondono a 35 centimetri di neve o a 35 litri per metro quadrato in caso fosse caduta solo pioggia. La dicitura "millimetri equivalenti" sta ad indicare la quantità di precipitazione prevista cadere dal cielo. In caso di neve non vengono previsti gli accumuli al suolo perchè la nevicata ha diversi coefficienti di attecchimento (strade del centro, tetti, parchi) e quindi spessori finali anche molto differenti da zona a zona.
Lo stato di allerta era comunque stato erogato regolarmente, anzi, la Protezione Civile si è rivelata di manica larga (Meteolive per il centro città aveva previsto 5 centimetri venerdì pomeriggio e 10 nella notte andando molto vicino agli accumuli effettivi). Di certo è risultato inadeguato il parco mezzi operativi in forza al Comune, perchè non possiamo pensare e non vogliamo credere che nessuno al Comune di Roma dell’era del digitale sia in grado di fornire al Sindaco di una Capitale europea il semplice risultato di una equivalenza da programma di scuola elementare.
Autore : Luca Angelini