00:00 19 Agosto 2003

L’opinione: un’estate…senza fine?

Come nelle più classiche delle tradizioni estive , dopo Ferragosto , si attendono i primi veri segnali di rottura della stagione calda. Quest'anno , però , sembra che la situazione seguirà un percorso diverso.

Partiamo subito dal presupposto che, l’estate che stiamo vivendo, finirà per risultare la più calda della storia meteorologica italiana. E forse europea. Basti pensare che hanno superato quota 50 le giornate che hanno registrato temperature sopra i 30°C su molte zone del nostro Paese.

Senza considerare la mancanza di precipitazioni che ha ormai messo in ginocchio il settore dell’agricoltura, specie al nord. Siamo entrati già nella seconda decade di agosto, periodo soggetto ai primi segnali del guasto stagionale.

In effetti, almeno per il nord Italia, qualcosa è cambiato negli ultimi 3/4 giorni. La forte stabilità ha lasciato strada ad una moderata fase di tempo instabile accompagnata da alcuni temporali e da un calo delle temperature.

Non basta però Quello che ci vuole per parlare di veri segnali di rottura stagionale, è una vigorosa perturbazione a carattere freddo, in grado di “annientare” le figure di alta pressione responsabili delle fasi di tempo stabile e soleggiato.

L’anticiclone delle Azzorre, il vecchio nostro guerriero, sempre ligio al suo dovere e sempre pronto a farci assaporare la vera essenza delle estati mediterranee, è ormai diventato uno spettatore nel lontano Atlantico che, oltre a frenare le incursioni delle perturbazioni foriere di piogge, lascia la strada aperta all’ormai infaticabile suo vicino parente, l’anticiclone africano, che ha letteralmente “bruciato” l’Italia e buona parte dell’Europa centro occidentale.

Ma allora cosa dobbiamo aspettarci per il futuro? Con quali meccanismi si attiverà la prossima rottura stagionale? La lunga fase di blocco che stiamo vivendo, a mio modesto parere, porterà ancora a lungo una situazione tipicamente estiva.

Tuttavia, le temperature, tenderanno piano piano a scendere, pur rimanendo per parecchio tempo ancora sopra le medie del periodo. Insomma, la crisi dell’estate pare non avverrà in modo brusco come la tradizione vorrebbe, ma sarà un cedimento lento, molto lento, accompagnato da ondulazioni termometriche.
Autore : Stefano Ghetti