00:00 26 Gennaio 2002

L’ignoranza meteo dilaga a scuola? Didattica assurda!

Il triste ruolo della meteorologia in Italia.

Vi siete mai chiesti perchè a scuola la meteorologia occupa uno spazio miserrimo nei programmi ministeriali? Perchè i libri di testo scientifici dedicano poche paginette spesso letteralmente omesse alle scienze dell’atmosfera? Siamo stati costretti a sorbirci i capitoli sulle leve, la teoria dell’evoluzione, quelli sull’astronomia, proseguendo con quelli su flora e fauna, corpo umano e per fortuna anche quello tabù sull’educazione sessuale; ma finalmente quando si arrivava alle meteorologia 4 paginette in croce con l’insegnante che faceva spesso confusione tra cumuli e nembostrati.
In due lezioni, nel migliore dei casi, l’argomento si esauriva e si passava alla chimica.

Ci si stupisce poi che gli italiani confondano il rovescio con un gesto per colpire la racchetta nel tennis, o con un movimento dell’uncinetto, senza contare l’uso improprio della minaccia dello schiaffone al figliolo capriccioso e viziato. “ti arriva un rovescio”.
Alte e basse pressioni vengono spesso derise, da anni siamo di fronte all’inguaribile stereotipo entrato tra i luoghi comuni che per nevicare debbano esserci necessariamente 0°C spaccati, oppure che il cielo a pecorelle porti acqua a catinelle.

Nessun direttore di testata sia giornalistica che televisiva, in 30 anni di palinsesti si è mai premurato di lanciare un corso di meteorologia. Escono corsi di tutti i tipi, siamo costretti a sorbirci gli inserti più insignificanti, il bombardamento pubblicitario quotidiano asfissiante.

Pensate solo un attimo quanto sarebbe stato bello avere a disposizione almeno 2 degli spazi pubblicitari inflazionati dal solito ritornello. “Bonolis, nun c’è!” oppure “gli hai detto che vogliamo essere rimorchiate” senza contare “l’albergo con la vista sulla tangenziale”.

Fantameteo solo pensare che al posto di uno di questi spot possa esserci un giorno “può nevicare anche a 10°C sotto lo zero” oppure “un rovescio è un acquazzone”.

Diffondere cultura si può ma la nostra va in onda dopo le 22.30 o trova posto nei canali satellitari che non tutti possono permettersi di ricevere.
Il compianto Edmondo Bernacca era però riuscito in questo progetto, realizzando un corso di meteo in tv alla TSI, televisione svizzera italiana. Si, lo fece in territorio elvetico perchè in Italia nessuno ne voleva sapere niente.

Per colmare la lacuna nella disciplina, che solo adesso sta avviando un corso di laurea che ne elevi il prestigio, per un ventennio non c’è stata che la rubrica “che tempo fa”.

Il tempo per gli italiani era stregoneria così come l’astrologia.
Quando ero bambino sognavo un giornale riservato alla meteo, ho dovuto aspettare il 2000 per poterlo leggere e l’iniziativa purtroppo o per fortuna, non l’hanno presa gli altri ma Meteo Italia S.r.l., azienda per la quale sono onorato di dare il mio contributo.
Autore : Alessio Grosso