00:00 28 Febbraio 2005

DUBBI sull’effetto serra antropico

Il punto di partenza e gli indicatori climatici.

Il punto di partenza è fondamentale poichè come disse chi se ne intendeva “tutto è relativo” quindi per verificare che qualcosa sia variato nel tempo, bisogna partire da un punto di origine a cui relazionare le successive misurazioni.

Per i “serristi”, mi si passi la quasi parolaccia, lo “start” è la temperatura dei secoli scorsi e alcune manifestazioni che con essa hanno molto a che fare; in primis la posizione dei vari sistemi glaciali sparsi per il mondo. Stando alle indubbie prove la temperatura è aumentata e la quasi totalità dei ghiacciai è in netta ritirata. Non ci piove, tutto quadra e siccome l’unica cosa che pare sia cambiata è la concentrazione di alcuni gas serra dovuti all’attività umana, l’effetto serra antropico è una realtà. Mi sia consentito però, di analizzare il cosiddetto punto di partenza: i secoli scorsi.

Riporterò alcuni inconfutabili fatti storici: nell’inverno 1422/23 la Senna gela a Parigi, l’intero mar Baltico ghiaccia. Inverno 1434/35 l’Inghilterra è sepolta dalla neve; la banchisa polare ricopre il mare del Nord.

A dicembre 1494 il porto di Genova gela a Natale. Nel 1506 il mare gela nei pressi di Marsiglia. 1565 il Rodano gela tre volte ad Arles. 1595 gelano il mare il Rodano e gli olivi.

1600/01 i ghiacciai alpini raggiungono uno dei massimi storici, sarà uguagliato nel 1643/44 nel 1820 e nel 1850, dalla fine della glaciazione solo quello tra il 1400 a.C i 1300 a.C. sarà superiore.

Nell’inverno 1607/08 la neve sfonda i tetti di Venezia. L’inverno 1708/09 è considerato da alcuni storici il più freddo mai verificatosi in Europa, in Scozia nevica da gennaio a giugno.

1788/89 gelano quasi tutti i fiumi europei. 1816 è passato alla storia come l’anno senza estate. 1829/30 freddo in Europa da novembre a febbraio, ecc. ecc. In effetti il “punto di partenza” è passato alla storia come “piccola era glaciale” ed è stato uno dei periodi più freddi dal termine dell’ultima glaciazione.

Da qui il primo dubbio: paragonare la temperatura odierna a quella di un’epoca molto rigida è corretto per stabilire che la stessa sia aumentata, causa le attività umane? Se il paragone venisse fatto con il periodo 800 d.C.-1200 d.C. ci accorgeremmo di avere un deficit termico. Infatti ora i viticoltori inglesi (ma esistono?) non concorrono più con quelli francesi.

Parte dell’Oberriederin, un’antica condotta d’acqua nei pressi del ghiacciao di Aletsch, è ancora sepolta dal ghiaccio; la foresta fossile di Grindelwald, distrutta dai ghacciai intorno al 1250 d.C., non è ancora ricresciuta. Le invasioni di cavalette non raggiungono più la Germania come nel 873 d.C. e l’Ungheria nel 1195.

Ho voluto ricordare questi episodi per evidenziare l’errore commesso: il “caldo” di oggi non è assolutamente anomalo e l’aumento delle temperature fin ora registrato rientra tra le normali fluttuazioni del clima. Ancora più incredibili sono alcune cose che appaiono sula stampa, tipo “abbiamo avuto l’estate più calda degli ultimi seicento anni” come se a quel tempo, ci fosse stato qualcuno che avesse registrato sistematicamente la temperatura con uno strumento non ancora inventato.

PARTE SECONDA: GLI INDICATORI CLIMATICI
Essi sono un altro punto di forza dei sostenitori dell’effetto serra antropico. Si fa notare, giustamente, che la nostra atmosfera è al momento ricca di efficienti gas serra, non è molto polverosa, i ghiacciai si ritirano con una conseguente diminuzione dell’albedo e l’aumento della temperatura fa aumentando l’evaporazione arricchendo l’atmosfera del suo gas serra principale: il vapore acqueo.

Quanto detto fa pensare ad una situazione a catena che rischia di compromettere la vita sull’intero pianeta; anche in questo caso torna utile un pò di storia. Dallo studio delle carote di ghiaccio prelevate in Antartide e Groenlandia, si è potuta ricostruire la composizione dell’atmosfera del passato, attraverso l’analisi delle bolle d’aria rimaste intrappolate nel ghiaccio.

Si è scoperto che durante l’ultima glaciazione essa era povera di CO2 e metano, molto polverosa causa l’aumento della desertificazione dovuto alla diminuzione dell’umidità. L’aria più è fredda meno vapore acqueo contiene.
A ciò va aggiunto che erano presenti grandi calotte che raffreddavano il clima sia con la loro presenza che con l’aumento dell’albedo. Se in quel tempo l’umanità avesse raggiunto una grado di civiltà simile a quella odierno, probabilmente si sarebbe pensato ad un effetto freddo a catena che avrebbe congelato gli oceani, rendendo la glaciazione irreversibile. I fatti dicono che non andò così e questo lascia pensare che il sistema clima abbia degli ottimi meccanismi di controllo, pronti ad intervenire quando la situazione rischia di precipitare. Altrimenti la vita non potrebbe prosperare come fà da miliardi di anni, a meno che non si voglia credere che in tutto questo tempo niente abbia mai perturbato la stabilità climatica.

Voglio aggiungere una cosa su cui riflettere; se scaldando l’atmosfera stessimo stuzzicando i sopracitati “meccanismi di controllo” cosa potrebbe sucedere? Concludo facendo notare che, secondo le previsioni più in auge, l’aumento della temperatura causa l’effeto serra, doveva essere maggiore ripetto a quanto sia realmente avvenuto.

Spesso si dà la colpa alla grande inerzia degli oceani che ritarda il tutto. Personalmente ritengo che proprio la scarsa conoscenza delle interazioni oceano-atmosfera, sia il vero handicap degli studi sul clima, e fin quanto ciò non verrà superato, fare previsioni su futuri trend climatici sarà come tentare la fortuna al gioco del lotto.
Autore : Pasquale Contento, quebec nel forum