00:00 1 Febbraio 2016

Il vento in Val Susa (TO): 25 giorni di foehn all’anno!

Nella valle sono presenti dodici stazioni meteorologiche dotate di anemometro e/o di banderuola per la misurazione dell’intensità e della direzione del vento, di proprietà dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale

Il periodo analizzato va dal 1990 al 2005, mentre per l’analisi dei giorni di foehn sono stati presi in considerazione gli anni dal 2000 al 2007.
Sin da ora occorre sottolineare che in Val di Susa, data la morfologia e l’orientamento Est-Ovest della valle, si crea un vero e proprio "corridoio" con venti che soffiano prevalentemente da Ovest e in misura minore da Est.

Quindi la posizione geografica della stazione determina in larga misura la direzione del vento, confermandone il carattere legato all’orografia del territorio. Infatti tutte le stazioni ubicate a bassa quota seguono la direzione dell’asse vallivo principale, mentre Le Selle, Rifugio Vaccarone e Camini Frejus, poste a quota più elevata, seguono principalmente l’orientamento delle valli secondarie laterali.

Anche il regime anemologico risulta strettamente influenzato dalla localizzazione geografica in quanto le stazioni esaminate presentano uno spiccato andamento bimodale, ad eccezione di quelle posizionate al di sopra dei 1800 metri in cui il regime risulta unimodale, per forte incanalamento in valle, o trimodale.

La velocità media annua del vento oscilla tra 1,5 m/s di Prarotto e 3,7 m/s di Gad. La primavera è la stagione in cui l’intensità del vento risulta generalmente più elevata, con eccezione dei siti montani di Rifugio Vaccarone e Lago Pilone, in cui il massimo è invernale. Finiere e Gad presentano un massimo primaverile che si estende all’estate a causa dell’instaurarsi del fenomeno delle brezze di monte e di valle. L’andamento mensile delle stazioni analizzate evidenzia un massimo in marzo-aprile e un minimo in ottobre-novembre. L’insieme di tutte le stazioni valsusine presenta in generale una bassa correlazione tra quota e velocità del vento.

Durante il giorno il maggior riscaldamento dell’atmosfera sulle Alpi rispetto alla pianura causa una differenza temporanea di pressione fra pianura e montagna, con bassa pressione su quest’ultima.

I venti che ne risultano spirano dalla pianura verso la montagna percorrendo preferenzialmente, ma non solo, la via delle grandi valli, vento sinottico permettendo.
Si creano quindi venti a scala locale, le cosiddette brezze che determinano il vento in valle durante quasi tutti i giorni soleggiati da marzo ad ottobre. Le brezze di monte e di valle sono note come brezze di bel tempo: di giorno spirano dalla parte bassa della valle verso quella alta (brezza di valle), di notte dalla parte alta a quella bassa (brezza di monte).

L’intensità della brezza di valle è tipicamente di 5 m/s (1-2 m/s la brezza di monte), ma raggiunge anche più di 10 m/s, specie nei punti stretti. Raggiunge il suo massimo durante le ore centrali della giornata e termina verso le ore 20 con l’inizio della brezza di monte, come si può notare dalle Figg. 5 e 6.

A Pietrastretta e a Gad l’andamento risulta molto simile con l’individuazione di un regime di brezza. Infatti, in tutti i mesi, ad eccezione di novembre e dicembre per la stazione di Pietrastretta, si registra un aumento dell’intensità del vento nelle ore centrali della giornata, situazione riferibile al fenomeno delle brezze di monte e di valle.
Gad presenta un’elevata intensità del vento (6-7 m/s), concentrata dalle ore 10 alle 15 per tutto l’arco dell’anno anche se nei mesi di ottobre, novembre e dicembre il vento conserva una velocità più bassa (4 m/s).

La posizione geografica della stazione determina in larga misura la direzione delle brezze, confermandone il carattere legato all’orografia del territorio.
E’ da sottolineare inoltre la particolare condizione meteoclimatica della stazione di Pietrastretta: posta alla confluenza della Valle Cenischia con l’Alta Val di Susa, in inverno ed in primavera si trova spesso in condizioni di vento di caduta (foehn) con vento teso, improvvisi rialzi termici accompagnati da bassi valori di umidità relativa.

Tali condizioni determinano, ad eccezione dei mesi di maggio, settembre e di quelli estivi, valori medi mensili superiori a quelli della stazione di Avigliana, pur essendo Pietrastretta a monte ed ad una quota leggermente superiore. In particolare, il 22 dicembre 1991 si sono verificate le raffiche più elevate per diverse stazioni: Finiere (27,5 m/s), Avigliana (31,8 m/s), Borgone (31,6 m/s) e Le Selle (34,8 m/s).

Tale giorno è da ricordare come episodio particolarmente intenso di foehn, durante il quale le stazioni nell’intorno di Susa hanno registrato una temperatura massima giornaliera di circa 24 °C.

Il foehn era conosciuto come Favonius per i romani, il vento di ponente, e fu nella cultura tedesca che si tramutò in Foehn. Il termine si riferisce alla corrente d’aria discendente che si manifesta sul versante sottovento quando l’aria valica una catena montuosa, provocando in poco tempo un miglioramento della visibilità e, in generale, un aumento della temperatura.
In realtà, l’aumento di temperatura non è sempre presente in quanto talora, con flussi da nord, si può anche osservare un abbassamento di temperatura, determinato dal giungere di masse d’aria estremamente fredde di origine polare. Durante l’inverno, inoltre, le abbondanti nevicate dovute a prolungate situazioni di sbarramento, risultano ad alto rischio di valanghe.

Solitamente l’evento di foehn è caratterizzato da un solo giorno di azione del vento di caduta e raramente supera i tre giorni continuativi, senza interrompere le proprie caratteristiche, in funzione della persistenza della situazione barica che lo determina. Non sempre il foehn riesce a raggiungere la pianura e spesso si tratta di fenomeni in esaurimento.

In Val di Susa si registrano mediamente 25 giorni di foehn nell’anno (periodo 2000 – 2007).
La stagione che presenta più giorni di foehn è quella invernale, con 10 giorni, con una minima prevalenza nei mesi di gennaio e febbraio (tabella di Fig. 7).
Tra gli anni considerati quello con un maggior numero di giorni è stato il 2000, con 10 giorni solo nel mese di febbraio.

La Val di Susa, a causa del manifestarsi degli episodi di foehn e dell’instaurarsi del fenomeno delle brezze di monte e di valle, può considerarsi una zona ventosa, anche in considerazione del fatto che i giorni di calma risultano poco numerosi nell’arco dell’anno.

Essi infatti oscillano tra uno di Gad e Finiere e ventuno di Camini Frejus: questo ultimo dato tuttavia rappresenta un’eccezione, in quanto quasi tutte le stazioni esaminate presentano un numero di giorni di calma inferiore o pari a dieci. Tali risultati dovrebbero escludere l’accumulo di sostanze inquinanti e potrebbero garantire una buona qualità dell’aria in Val di Susa.

 

Autore : A cura dell’Aineva, riduzione e adattamento Alessio Grosso