00:00 5 Novembre 2004

Com’è cambiato il clima negli ultimi 10 anni in Italia?

L'estate 2003 ce la ricordiamo sicuramente tutti ma non è l'unica anomalia registrata in Italia negli ultimi 10 anni

Ancora oggi sono visibili le conseguenze dei numerosi cambiamenti climatici che hanno sconvolto un po’ tutta la Terra, Italia compresa, negli ultimi milioni di anni: antichi ghiacciai trasformati in laghi, foreste al posto dei deserti, precipitazioni abbondanti su zone precedentemente aride, e così via.

In Italia, negli ultimi 10 anni si sono osservate delle frequenti anomalie nell’andamento meteorologico che stanno diventando quasi la regola.

Sotto accusa è l’inconsueto riscaldamento, circa 1° di media in più nei valori massimi dal 1990 ad oggi, di cui il principale indiziato è l’effetto serra accentuato probabilmente dall’attività antropica con l’immissione scriteriata di metano e anidride carbonica.

Se il trend in aumento delle temperature continuasse con questo ritmo, sono ormai ben note alcune delle conseguenze cui potremmo andare incontro nei prossimi 50 anni: perdita di alcuni ghiacciai, estremizzazione del clima, blocco della corrente del Golfo ecc…

Forse non tutti hanno notato, se non quando le situazioni più estreme spiccano su tutte le cronache, i cambiamenti del clima che sono avvenuti in Italia negli ultimi 10 anni.

In particolare, d’inverno, rispetto alle osservazioni del trentennio 1950-1980, si sono ridotte piogge e nevicate mediamente del 25% (-31% al Nord e –19% al centro e al Sud), con distribuzioni concentrate in fenomeni meno numerosi ma più intensi, le nebbie si sono drasticamente ridotte in Valpadana del 40% circa, sono aumentati di numero i giorni con Foehn in Pianura Padana occidentale, sono aumentati i giorni con neve sui litorali adriatici centro-meridionale, è diminuito il livello medio del manto nevoso specie sulle Alpi centro-occidentali.

Tutte queste situazioni danneggiano l’agricoltura e il turismo, accelerano il processo di scioglimento dei ghiacciai, diminuiscono le riserve d’acqua dolce a disposizione per la stagione estiva.

Meteorologicamente parlando, tutti i mali sembrano provenire dall’anomala posizione dell’Anticiclone delle Azzorre, spesso troppo a nord e troppo presente sull’Europa occidentale e sul Mediterraneo, in grado di bloccare, anche per intere settimane, il flusso delle perturbazioni atlantiche, e di limitare le invasioni fredde da est, specialmente sul Nord Italia. Ad esempio, le temperature massime di gennaio e febbraio, i mesi più freddi dell’anno, sono aumentate negli ultimi 10 anni, in media di 1,5°.

Anche in estate si registrano numerose anomalie, sempre rispetto alle osservazioni del trentennio 1950-1980. Le temperature massime sono mediamente aumentate di 1,4° e l’Anticiclone subtropicale che dovrebbe stazionare sul deserto del Sahara, per un numero sempre maggiore di giorni si spinge anche sul Mediterraneo accrescendo, per numero ed intensità, le ondate di calore eccessivo sulla nostra Penisola.
Sono ancora ben vivi nella memoria i giorni drammatici dell’estate 2003 ma, scorrendo negli annali, ben 4 su 9 tra le estati più calde dal 1950 ad oggi sono cadute negli ultimi 10 anni.

Le precipitazioni estive sono diminuite in media del 15% ma i fenomeni più violenti, le alluvioni e i forti temporali, sono cresciuti del 20%.

Questo rende disponibile sempre meno acqua dolce con frequenti razionamenti idrici anche in regioni del Nord che non hanno mai conosciuto la siccità.

Ancora una volta è l’anomala posizione dell’Anticiclone azzoriano che, unito a quello sahariano, costituisce troppo spesso una barriera invalicabile per i venti mitigatori atlantici.

Numerosi studi sono in corso per verificare le connessioni tra queste variazioni e quelle a più ampia scala planetaria come ad esempio El Nino, ma i risultati ottenuti non sono ancora in grado di stabilire, con certezza inconfutabile, le cause di queste anomalie.

Un dato è certo, se questa tendenza dovesse essere confermata anche nei prossimi decenni, in Italia andremo incontro a disagi sempre maggiori un po’ in tutti i settori.
Autore : Simone Maio