00:00 28 Dicembre 2006

La NEVE sulle Alpi? Situazione, evoluzione

Una panoramica sugli accumuli nevosi alpini. Possibili ABBONDANTI nevicate in vista?

Merito delle deboli perturbazioni che hanno attraversato la nostra Penisola nel corso della prima metà del mese e grazie all’innevamento
artificiale degli impianti sciistici, le nostre care Alpi “sopravvivono” alla prima parte della stagione invernale a differenza dell’Appennino centrale, solitamente ben imbiancato negli ultimi anni e attualmente quasi a secco. Migliore la situazione al sud, specie sull’Etna dove si registrano importanti accumuli, per la gioia degli appassionati e dei vacanzieri! Purtroppo la spiccata inversione termica presente non gioca a favore del consolidamento del già scarso manto nevoso con temperature in quota piuttosto miti per il periodo.

SITUAZIONE:

Sul settore alpino Piemontese e sulla Valle d’Aosta in seguito alle temperature miti delle ultime ore, accentuate in quota dall’inversione termica, il manto nevoso si sta velocemente riducendo e risulta presente, seppure con spessori modesti, oltre i 2000 metri; a 2000 metri si registrano accumuli di neve compresi tra i 30 ed i 45 cm.

Sulle Alpi lombarde il manto nevoso risulta piuttosto scarso e compreso tra 20 e 35cm tra i 1600/1900m. Sopra i 2000m si registrano accumuli che localmente superano i 70cm. L’inversione termica delle ultime ore tende tuttavia a ridurre rapidamente il manto nevoso sotto i 1700m.

Sulle Alpi venete la neve è presente in modo continuo, seppure con spessori modesti, a partire dai 1100/1300 metri; a 2000 metri si registrano quantitativi medi compresi tra 35 e 55 cm. Nel complesso il manto nevoso risulta generalmente ben assestato e consolidato sulla maggior parte dei pendii, anche se in superficie la neve è ancora a debole coesione. La marcata inversione termica con relativo aumento delle temperature in quota, determinerà un assestamento ma anche una residua instabilità negli strati superficiali. Si segnala inoltre la formazione di brina di superficie che specie nei versanti in ombra sarà presente in maniera evidente anche nelle prossime giornate.

Sul Trentino Alto Adige occidentale, in relazione al periodo, lo spessore di neve al suolo è generalmente scarso. Sui versanti meridionali maggiormente esposti al sole il manto nevoso è distribuito molto irregolarmente o addirittura assente fino ai 2000m di quota. Al di sopra di tale quota il manto nevoso risulta più continuo con spessori di neve quantitativamente moderati. Esso presenta una stratificazione differente tra la superficie e la base del terreno; inoltre con i forti venti dei giorni scorsi si sono formati numerosi accumuli eolici.

Sul Trentino Alto Adige orientale il manto nevoso al di sotto del limite del bosco è piuttosto scarso sui versanti meridionali mentre spessori di neve moderati si registrano sui versanti settentrionali. Al di sopra è distribuito molto irregolarmente a causa delle precedenti attività eoliche che ha creato zone erose dal vento e nuovi accumuli. Le altezze del manto nevoso, ad una quota di circa 2000m. Oscillano da 25 a 50 cm.

Sul Friuli Venezia Giulia registriamo spessori minimi sopra i 700 metri nel Tarvisiano, 1200 metri nell’Alpi e Prealpi Carniche e 1400 metri sulle Prealpi Giulie. Attualmente gli spessori sopra i 1600 metri, sono mediamente di 30/40 cm. sulle alpi Carniche Occidentali, 20/30 sulle alpi Carniche orientali e 30/40 cm sulle Alpi Giulie.

EVOLUZIONE:

Sino al 31 dicembre, la situazione dovrebbe restare invariata con passaggi nuvolosi sul settore alpino, ma senza fenomeni di rilievo.
Da Capodanno una perturbazione tenderà ad addossarsi all’arco alpino determinando un moderato peggioramento del tempo sui versanti nord-alpini e orientali, con nevicate anche abbondanti; possibili nevicate sui crinali alpini, specie sull’Alta Valle d’Aosta e sui valichi dell’Alto Adige e sul Carso; fenomeni scarsi sul versante sud-alpino.

Le perturbazioni, continueranno a transitare a nord delle Alpi per diversi giorni determinando accumuli nevosi anche importanti sui versanti settentrionali, mentre più a sud i fenomeni risulteranno piuttosto deboli.

Dall’Epifania la svolta per le nostre care Alpi: un deciso affondo depressionario sull’Europa centro-occidentale potrebbe determinare abbondanti nevicate su tutto l’arco alpino con accumuli importanti sino a quote relativamente basse; possibili nevicate a quote prossime al suolo sui settori orientali.
Autore : Luca Savorani