00:00 2 Febbraio 2001

IL CANTO DEL CIGNO

Si dice che il cigno canti una sola volta nella vita; un canto meraviglioso, struggente, poi muoia.

Il gennaio del 1991 era ormai alle nostre spalle quando, sulla Scandinavia si formò una cellula anticiclonica con massimo di 1050 hPa, e dalla Russia si allungava come un gelido alito, una saccatura in quota, pronta a vestire di bianco questo spoglio inverno.

Ho rispolverato la mia vecchia Meteo-agenda per rivivere insieme a voi, giorno per giorno, quel magico inverno a MODENA.

Martedì 5 febbraio 1991
Appena alzato, come d’abitudine, getto uno sguardo fuori dalla finestra. Al cielo, naturalmente. Una coltre di nubi sottili ricopre il cielo, mentre le previsioni annunciano neve.
Durante la lezione universitaria il mio pensiero vaga, e la fantasia corre, e va oltre le imposte chiuse per rincorrere svolazzanti fiocchi di neve…
Finita l’ora mi proietto fuori e… eccoli! I fiocchi tanto invocati scendono dal cielo, leggeri, danzando nell’aria, cullati dal vento, prima di appoggiarsi a terra e rimanere lì, senza fondere.
Per me le lezioni sono già terminate e, inforcata la bicicletta, volo verso l’Osservatorio Geofisico, invano trattenuto dalla morosa, ora mia moglie.
Con la neve in faccia e il vento nei capelli arrivo all’Osservatorio, e leggo un confortante –2.2°C per le centraline del centro città e della periferia. Sono le 11.30, la depressione al centro del Tirreno inizia a dare i primi frutti. Ancora il cielo è velato, e concede agli ultimi raggi di sole di penetrare; la neve fatica a fermarsi un po’ per il vento (anche se debole), un po’ per la fragilità dei fiocchi, ma è solo l’inizio…
Verso l’una il sole torna a farsi vedere, dietro un sottile strato di nubi. Smette di nevicare e, piano piano, si leva il vento. Un vento non forte, ma gelido, tagliente, che spazza le foglie, rendendo ancor più nuda la terra, che gela il viso. Immobile, dietro le nubi, il sole. Un sole impotente, quasi spento, che sembra osservare, triste e impotente, l’avanzata dell’Inverno. Un sole lunare, con una luce fredda, spettrale, che fa apparire ancor più gelido il clima.
Quel sole con la “s” minuscola mi fa un po’ paura: così debole e triste sembra l’annunciatore di una lunga notte dove l’acqua, ghiacciando, stringe dentro di sé la morte!
Quel sole ora scompare lentamente e silenziosamente dietro la coltre di nubi fredde e nevose. Lentamente cala la notte, ricoperta da un cielo arancione ricco di promesse.

Mercoledì 6
Mezzanotte e 40’, mi accingo ad andare a letto. Com’è di rito, quando aspetto la neve (o la pioggia), mi soffermo alla finestra e dò uno sguardo al cono di luce del lampione nella speranza che intercetti, o meglio venga intercettato, da un fiocco.
Un puntino bianco, leggero come un sogno, attraversa il fascio di luce e scompare nell’ombra. Ma il suo messaggio non si interrompe quando quel cristallo si posa sul terreno gelato: il suo passaggio segna il confine tra uno sterile “cielo coperto” ed uno splendido “nevica” Quel timido fiocco ora ne attirerà altri, giù dal cielo, basta aspettare… Eccone un altro, infatti, due, tre, cento, a disegnare tanti coni sotto altrettanti lampioni, a danzare silenziosi nella notte. Fiocchi leggeri, sospesi nell’aria, in balia del vento; fiocchi che scendono, volteggiano, tornano su, e sembrano non volersi appoggiare. Veniva da chiedersi dove andavano a finire tutti quei fiocchi, visto che per terra non se ne vedevano e che il gelo certamente conservava. Ero curioso di vedere come la neve si sarebbe fermata, sotto quale aspetto domani mattina si sarebbe presentata agli occhi quasi increduli dei modenesi (non più abituati a svegliarsi con la neve).
Il vento intanto continuava a buttar giù neve, a risollevarla da terra, mescolarla a quella in aria per poi lasciarla cadere definitivamente nei luoghi sottovento. Una raffica di vento spolvera la strada. Quella polvere di ghiaccio sembrava una schiera di fantasmi, striscianti lungo l’asfalto, le cui voci erano il sibilo del vento, i cui corpi sinuosi si contorcevano, si spezzavano, si ricomponevano e cambiavano continuamente forma.
I fiocchi aumentano, e la danza diventa frenetica, quasi impazzita; la neve sembra esprimere contemporaneamente gioia e rabbia: fiocchi gioiosi per i festosi giochi che il vento li costringeva a fare, rabbiosi per la furia delle raffiche che sembravano volessero coprire le voci che annunciano un surriscaldamento del pianeta.
Sveglio Luke, ospite dello Sri Lanka ansioso di vedere la sua prima neve, sveglio i miei genitori: voglio che siano partecipi alla mia gioia!
Ormai per terra la neve formava quasi un velo: disegni di fantasia continuamente rimossi e mescolati dal vento, che ad ogni raffica propone nuovi motivi. Bande bianche serpeggiavano sull’asfalto, quasi fossero cose vive, mentre dal cielo cade, violenta e leggera allo stesso tempo, la neve.
Alle 2 il cuore cede al cervello, e sprofondo nel sonno.
Mi sveglio alle 5, giusto per dare un’occhiata: c’era parecchia neve per terra e… in aria. Dormo ancora un po’.
Alle 6.30 esco di casa per andare a Bologna. Era molto che non si vedeva un paesaggio così bianco!
Il vento aveva giocato con la neve per tutta la notte ed ora, esausto, sembrava essersi addormentato, non senza aver lasciato traccia del suo passaggio: il freddo, la qualità della neve (asciutta e finissima polvere bianca), ma soprattutto le bizzarre forme: piccole dune anche sotto ai portici alternate a tratti di strada completamente asciutti nonostante fossero esposti alla neve!
Che meraviglia i campi bianchi, i piccoli accumuli di neve ventata ai bordi dei fossi, il cielo bianco che generosamente continua a far scendere la bianca meteora…
Nevica tutta la mattina, con la temperatura inchiodata sui –7°C. Alle 16 compare un timido sole, che illumina con la sua pallida luce, gli 8 cm di neve caduta. E’ stato difficile misurarli, vista la variabilità degli accumuli dovuto al vento.

Giovedì 7
Aspetto altra neve…
Alle 4 mi sveglio, guardo dalla finestra e vedo… stelle?! Beh, almeno verrà un gran freddo stanotte!
Infatti al mattino quando osservo il mio termometro esulto per un –15°C!!
All’Osservatorio Geofisico hanno misurato –13.8°C in periferia (centralina in terrazza a circa 15 metri di altezza: a 2 metri sarebbe stato qualche grado in meno!) ed un più modesto –9.8°C in centro città. I meteorologi dell’Osservatorio Geofisico prevedono altra neve, ed insieme condividiamo l’entusiasmo! La temperatura massima non sale oltre i –5°C, e verso le 13 riprende lentamente a fioccare.
Alle 19.15 l’atmosfera si fa davvero magica, perché, nonostante la temperatura rigida (-6.1°C in centro città), sfarfallano in aria splendidi fiocchi, che si adagiano a terra senza perdere nemmeno un cristallo! La città è bianca e silenziosa, si sente solo il raschiare dei badili e il vociare degli infreddoliti spalatori. Una tenue luce (riflessa) rischiara la notte.
Totale di giornata: 10 cm, 18 con quelli intatti di ieri.

Venerdì 8
Nella notte di tanto in tanto spio la neve nel suo intento di ricoprire la città col suo candido mantello.
Al mattino smette di nevicare, o meglio, finisce. Altri 5 cm di bianco si sono aggiunti agli apporti precedenti.
23 cm di neve soffice e asciutta, 23 cm di pulito, di silenzio…
Sembra infatti più pulita la città sotto la neve, ed è sicuramente più silenziosa. Tutto ovattato, rotondo, dolce… le strade bianche, le tracce dell’uomo in parte cancellate, le macchine che procedono adagio, silenziose, quasi fossero in processione. E’ come se fosse scomparsa improvvisamente la fretta, e questa neve sembra volerci ricordare che la vita va vissuta (e gustata) attimo per attimo e la fretta brucia gli attimi nel tentativo di risparmiarli…
Vedere la gente che spala ed erige mucchi di neve mi ricorda vagamente i contadini, anche se non ho mai vissuto in campagna. Ma forse questo stretto rapporto tra uomo e terra è inciso ancora dentro di noi, in una memoria tramandataci di padre in figlio, di generazione in generazione. In fondo l’uomo è nato dalla terra (grazie all’alito di Dio) ed è da essa che trae nutrimento.
Mi mancano le stagioni oltre alla terra, e non solo perché sembrano appiattite, ma anche perché ormai, tra estate ed inverno la differenza maggiore la fanno le ferie, non più il lavoro, l’alimentazione, le attività quotidiane e ricreative, il paesaggio, lo stato d’animo.
Almeno con questo spiffero di Siberia qualcuno si sarà ricordato che siamo in inverno!

Sabato 9
Cielo più o meno coperto.
Verso mezzogiorno piccolissimi fiocchi, simili a galaverna, scendono, ma per breve tempo.
Il pomeriggio scende una pioggerella fine e triste, che la sera ghiaccia lasciando una patina vetrosa sopra ogni cosa. E’ il gelicidio, chiaro segnale che qualcosa lassù sta cambiando: aria più temperata sta scorrendo sopra un cuscinetto di aria fredda. Qualche fiocco riesce a passare, ma è poca cosa. Le strade sembrano innevate, e lo spessore del ghiaccio sfiora i 2 cm.

Domenica 10
Questa volta piove davvero: ha prevalso l’aria calda. La temperatura riaffora sopra lo zero dopo 4 giorni, ma non raggiunge nemmeno i 2°C.

Lunedì 11
Splendida giornata di sole, la temperatura media giornaliera torna sopra lo zero dopo 2 settimane. Temperatura minima ancora abbondantemente sotto lo zero.
Paesaggio ammantato di bianco.

Martedi 12
E’ in arrivo un’altra ondata di freddo: questa volta arriva dalla Groenlandia: un’estesa saccatura in quota con asse disposto da nord a sud porterà una dose massiccia di aria fredda (-35°C a 5500m), e la contemporanea formazione di un minimo depressionario sull’alto Adriatico permetterà una seconda visita della Dama Bianca su Modena.
Alle 7 esco di casa per andare a sciare, il cielo è madreperla bianca e la temperatura circa –4°C (-2.8 in centro città). Accendo gli abbaglianti per cercare il primo fiocco di neve… ed eccolo! Lentamente comincia a nevicare, e neve si aggiunge a neve!
Sulle piste del Cimone nevica abbondantemente con fiocchi fitti di media grandezza. Si sente dire di una abbondante nevicata anche a Modena.
Ma da Modena giunge anche un’altra notizia: tra i tanti fiocchi bianchi è in arrivo… un fiocco azzurro! Giù di corsa, allora: sta per nascere mio nipote!
Arriviamo al Policlinico con gli sci sopra la macchina, i moon boot, salopette e occhiali da sci! Ma non è una gran figuraccia, perché anche quaggiù nevica forte. Avrei voluto nascere io con un tempo così!!
Nevica tutta la notte e parte del mattino di

Mercoledì 13
Quando appare il sole, con gli ultimi fiocchi restii ad arrendersi, la città è meravigliosa! Ogni cosa è decorata dalla neve, le strade secondarie sembrano fiumi ghiacciati tra argini di neve, i prati e i giardini risplendono di bianco, e i cristalli di neve luccicano alla luce del sole. Si sono aggiunti, tra ieri e oggi, altri 22 cm di neve, più bagnata della precedente, per un totale che supera i 40!
La neve fonde, nonostante la temperatura massima sfiori appena i 3°C, ma già dal primo pomeriggio inizia a ghiacciare, conservandosi per molti giorni grazie ad una intensa gelata che si accingeva a stringere la città. Ghiaccioli sempre più lunghi pendono dai tetti, mentre la neve stenta a sciogliersi persino nelle ore meno fredde: i posteggi e le strade secondarie rimangono ghiacciati per diversi giorni, per non parlare, poi, degli alti cumuli di neve! Le temperature medie rimangono sottozzero fino al 17 (dal 12).
Le temperature minime rimasero sottozzero dal 16 gennaio al 17 febbraio anche in centro città, dove la media delle temperature massime dei primi 10 giorni del mese è 0.0°C.
Quello che successe nella III decade di febbraio è meglio che non ve lo racconti, per non rovinarvi il ricordo!
Da quel febbraio in poi l’inverno non ha più alzato la voce (nel breve episodio freddo del dicembre 1996 la minima in città scese a –5.6°C in una sola occasione, mentre nel febbraio ’91 quella fu la media delle temperature minime della prima decade!

Spero che febbraio ’91 non sia stato il canto del cigno dei nostri inverni! Spero che il “cigno” anzicchè morire riprenda vigore, ricominci a volare alto e distenda le sue bianche ali di gelo ricoprendo con la ombra tutto il Paese!

Si ringrazia l’Osservatorio Geofisico dell’Università di Modena per aver fornito i dati che hanno contribuito a farci rivivere, con la fantasia ed i ricordi, quello splendido inverno!

Salvatore Quattrocchi (Vava nel Forum)
Autore : Salvatore Quattrocchi “vava” nel forum