00:00 27 Settembre 2019

I TORNADO italiani più catastrofici NON appartengono ai tempi del “global warming”!

Breve carrellata tra i fenomeni più devastanti che hanno colpito il nostro Paese dal 1850 ad oggi.

L’Italia non è sicuramente la culla dei fenomeni tornadici, come lo possono essere ad esempio le vastissime pianure nord-americane. Questo perchè un tornado, per il suo sviluppo e il suo sostentamento, necessita di favorevoli condizioni a scala sinottica e locale, ma anche di un territiorio favorevole sul quale potersi sfogare.

L’Italia, con tutte quelle valli, quelle montagne, quelle coste frastagliate, mal si presta a permettere lo sviluppo di fenomeni tornadici particolarmente violenti. La valle Padana è l’unico settore del nostro Paese dove si possono creare le condizioni necessarie e sufficienti affinchè si possano creare quegli incredibili mostri del cielo. A volte però anche altre piccole pianure possono improvvisamente animarsi…

La cronaca degli eventi violenti abbattutisi sull’Italia annovera alcuni episodi storici e che si sono accompagnati purtroppo anche a diverse vittime.

Abbiamo parlato a lungo del tornado di Dolo (VE), prima di allora cosa è successo?

Il 28 novembre del 2012, un tornado colpisce in pieno l’Ilva di Taranto provocando 38 feriti e una vittima; prima di allora il 6 giugno del 2009, un tornado classificato F3 (su una scala di F5) si abbatta sul comune trevigiano di Vallà di Riese. Conseguenza: una trentina di feriti e danni per diversi milioni di Euro.

Da menzionare anche il terribile tornado che colpì la Brianza il 7 luglio del 2001. La sua potenza, classificata F3, non fu tanto importante quanto la zona estremamente popolata che esso attraversò lungo i suoi 7 chilometri di percorso. Il comune più colpito fu quello di Arcore, dove si contarono un centinaio di feriti.

Andando indietro negli anni approdiamo alla catastrofica giornata dell’11 settembre del 1970, allorquando un tornado di potenza F4 fece sua la Laguna Veneta e il Padovano, mietendo ben 36 vittime e oltre 500 feriti. Tra i connotati spettacolari del vortice la sua durata, quasi un’ora, e la distanza percorsa, ben 70 chilometri. 

Occorre fare un salto di soli due anni e approdare al 31 ottobre del 1968 per annoverare il tornado che sconvolse la piana di Catania provocando due vittime, mentre il 4 luglio del 1965 toccò all’Emilia, con i comuni di Fiorenzuola e di Torricella di Sissa, posti tra Piacenza e Parma che, investite da un improvvisa manifestazine tornadica, videro morire ben 9 persone.

Il 16 giugno del 1957 una spaventosa supercella temporalesca dotata di tornado rase letteralmente al suolo due paesi nel Pavese, esattamente Vallescuropasso e Robecco. 6 le vittime.

Devastante fu la "tromba del Montello", episodio tornadico abbattutosi il 24 luglio del 1930 tra Udine e Treviso (nell’immagine i danni che provocò). Il vortice sopravvisse per ben 84 minuti e raggiunse velocità del vento pari a 500 km/h, corrispondenti al massimo della scala di rifermimento, ovvero la F5. 24 vittime.

Ancora la Brianza nell’occhio del ciclone il 23 luglio del 1910. Qui la catastrofe fu davvero immane, come racconta la cronaca del tempo. Le vittime furono 60. Erano sicuramente altri tempi. Lo erano anche per quanto riguarda l’evento più catastrofico della storia meteorologia italiana, quello occorso nella zona di Marsala, in Sicilia, nel dicembre del 1851. L’evento vide svilupparsi due trombe marine al largo della costa, vortici che poi raggiunsero la terraferma sviluppandosi ulteriormente. Si contarono ben 500 vittime.

Dunque i fenomeni estremi con vittime appartengono più che altro al passato, se solo si fossero verificati in questi anni chissà che tam tam mediatico ci sarebbe stato. 

Autore : Team di MeteoLive, adattamento e completamento di Alessio Grosso