Artic Fox ha scritto:Da una pagina facebook:
PREDIZIONI DI UN FUTURO PASSATO
Quando si parla di clima e di AGW (Anthropogenic Global Warming) si finisce sempre a parlare di “qual è il consenso della comunità scientifica?”. Di solito il numero 97% viene tirato fuori, oppure l’ “estremamente probabile” (99% di possiblità) fornito dall’IPCC nei suoi report. Ma alcuni fanno notare: non è così che funziona la Scienza, e Galileo era solo contro tutti, con la sua Verità!
In effetti, hanno in parte ragione. Come si valuta la bontà o meno di una teoria scientifica? Lo si fa osservando le predizioni che una teoria fa sui risultati di un esperimento, che sia la caduta di un grave o il Bosone di Higgs. Nel caso della climatologia, di laboratorio ce n’è uno solo nel mondo reale: il nostro pianeta. La nostra teoria del cambiamento climatico fu sviluppata a partire dal 1880, quando Ahrrenius osservò che la CO2 in un contenitore assorbiva alcune particolari lunghezze d’onda e si scaldava, e scrisse che “se continuiamo a bruciare carbone producendo CO2, triplicando la sua concentrazione in atmosfera ci ritroveremmo con 9 gradi in più in Artico” (molto vicino alle correnti stime). I conti continuarono carta e penna finché, con lo sviluppo dei moderni computer e con le nostre nuove capacità osservative delle componenti dell’atmosfera, si cominciarono a costruire i primi modelli climatici al calcolatore.
Un nuovo articolo appena pubblicato su Geophysical Research Letters si è quindi chiesto: le predizioni fatte da quei modelli a partire dal 1970 per i 50 anni successivi, come sono state? La risposta, non sorprendentemente, è stata quanto segue: su 17 modelli indipendenti testati che nel tempo hanno fornito previsioni fino all’anno 2017, quasi tutti (ben 14 su 17!) hanno abilmente predetto l’andamento della temperatura superficiale globale in relazione all’aumento della CO2 con precisione. Dei restanti 3, due hanno predetto un riscaldamento un poco inferiore a quello che si è poi verificato e solo 1 è stato un poco “catastrofista”! E, si noti, stiamo parlando di modelli molto semplici, sviluppati agli albori della moderna scienza del clima. I moderni modelli climatici (che verranno usati per il prossimo report IPCC AR6) sono molto più ricchi di dettagli e, costantemente, le migliorie apportate li hanno resi sempre più bravi sia a simulare il clima odierno e passato sia a darci, con maggior fiducia, delle proiezioni per quello futuro.
Si spera che questo studio sia una pietra tombale sugli infiniti argomenti da parte di certa stampa e certi strampalati accademici sui climatologi catastrofisti che per qualche ragione desiderano spaventare la popolazione senza alcuna base teorica per le loro predizioni. Lungi dall’essere inventori di sventure, le nostre previsioni si sono verificate con puntualità, e gli stessi principi fisici che le hanno guidate in passato lo faranno per il prossimo futuro, la cui traiettoria a questo punto dipende solo da una cosa: noi.
Daniele Visioni
Hurricane c'è modo di riportare questo articolo dove viene confermata la bontà dei modelli climatici?