Monitoraggio ghiacciai 2017
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GHIACCIAIO CIARDONEY: BILANCIO 2017 NEGATIVO,
IN PARTE ATTENUATO DA UN INVERNO NEVOSO
8 settembre 2017
Mercoledì 6 settembre 2017 la Società Meteorologica Italiana ha eseguito le misure di bilancio di massa e variazioni frontali al Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso), grazie all'appoggio logistico e operativo di IREN Energia e dell’Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, nell'ambito delle regolari campagne di osservazione sulle Alpi promosse dal Comitato Glaciologico Italiano.
I calori estivi intensi e prolungati (seconda estate più calda in oltre due secoli in Piemonte e anche nell'insieme d'Italia) hanno completamente privato il ghiacciaio della pur abbondante neve dello scorso inverno (305-420 cm al 31 maggio 2017), ma la cui presenza fino a metà estate ha per lo meno limitato un po' l'ablazione su ghiaccio evitando una situazione che avrebbe potuto avvicinarsi a quella di annate "disastrose" come il 1998, 1999, 2003, 2005, 2006, 2012...
Decisamente negativi, comunque, sia il bilancio di massa (-1,39 m di acqua equivalente nell'insieme del ghiacciaio) sia le variazioni frontali (12,5 m di regresso).
Ecco le perdite di spessore di ghiaccio osservate alle singole paline ablatometriche rispetto al precedente sopralluogo del 13 settembre 2016, da monte a valle
(in parentesi le quote approssimative):
1. (Colle Ciardoney, 3100 m): -65 cm. Qui si è completata la fusione dello strato di ghiaccio nuovo (spesso 30 cm) che - limitatamente all'estremità superiore del ghiacciaio - si era formato grazie alla neve sopravvissuta alle estati 2013 e 2014.
2. (3050 m): -117 cm
3. (3000 m): -210 cm
4. (3000 m): -187 cm
6. (2950 m): -239 cm
7. (2900 m): -155 cm, valore più moderato nonostante la quota più bassa, solo grazie alla più lunga permanenza estiva del nevato sul pendio frontale, sempre più concavo a seguito della perdita di spessore glaciale e dunque più soggetto ad accumuli locali di neve trasportata da vento e valanghe.
La stupefacente contrazione subita dal ghiacciaio in pochi anni è evidenziata dal confronto con l'8 settembre 2004 (stazione fotografica "F"): solo 13 anni fa il pendio frontale, benché già in forte ritiro, era ancora visibilmente convesso, mentre oggi si presenta notevolmente smagrito e appiattito.
La perdita di spessore è più massiccia in sinistra orografica (destra nella foto) con rapida emersione di nuovi affioramenti rocciosi e di substrato morenico, mentre in destra è meno pronunciata per l'abbondante detrito franato dalla Grande Uja di Ciardoney, che ostacola la radiazione solare proteggendo il ghiaccio sottostante.
E' probabile, dati i modesti spessori residui, che il margine inferiore del ghiacciaio nei prossimi 10-15 anni risalga rapidamente il pendio deglacializzando l'area in cui oggi si trovano le paline n. 6 e 7, con probabile affioramento di un gradino roccioso presso
il cambio di pendenza del settore mediano.
Vista complessiva del ghiacciaio Ciardoney dal punto fotografico "S2",
(oggi a pochi metri dalla stazione meteorologica), il 5 settembre 1986, data di inizio della sorveglianza regolare del ghiacciaio e il 6 settembre 2017. Impressionante la riduzione di superficie, spessore
e volume glaciale intervenuta in un trentennio.
IN PARTE ATTENUATO DA UN INVERNO NEVOSO
8 settembre 2017
Mercoledì 6 settembre 2017 la Società Meteorologica Italiana ha eseguito le misure di bilancio di massa e variazioni frontali al Ghiacciaio Ciardoney (Gran Paradiso), grazie all'appoggio logistico e operativo di IREN Energia e dell’Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, nell'ambito delle regolari campagne di osservazione sulle Alpi promosse dal Comitato Glaciologico Italiano.
I calori estivi intensi e prolungati (seconda estate più calda in oltre due secoli in Piemonte e anche nell'insieme d'Italia) hanno completamente privato il ghiacciaio della pur abbondante neve dello scorso inverno (305-420 cm al 31 maggio 2017), ma la cui presenza fino a metà estate ha per lo meno limitato un po' l'ablazione su ghiaccio evitando una situazione che avrebbe potuto avvicinarsi a quella di annate "disastrose" come il 1998, 1999, 2003, 2005, 2006, 2012...
Decisamente negativi, comunque, sia il bilancio di massa (-1,39 m di acqua equivalente nell'insieme del ghiacciaio) sia le variazioni frontali (12,5 m di regresso).
Ecco le perdite di spessore di ghiaccio osservate alle singole paline ablatometriche rispetto al precedente sopralluogo del 13 settembre 2016, da monte a valle
(in parentesi le quote approssimative):
1. (Colle Ciardoney, 3100 m): -65 cm. Qui si è completata la fusione dello strato di ghiaccio nuovo (spesso 30 cm) che - limitatamente all'estremità superiore del ghiacciaio - si era formato grazie alla neve sopravvissuta alle estati 2013 e 2014.
2. (3050 m): -117 cm
3. (3000 m): -210 cm
4. (3000 m): -187 cm
6. (2950 m): -239 cm
7. (2900 m): -155 cm, valore più moderato nonostante la quota più bassa, solo grazie alla più lunga permanenza estiva del nevato sul pendio frontale, sempre più concavo a seguito della perdita di spessore glaciale e dunque più soggetto ad accumuli locali di neve trasportata da vento e valanghe.
La stupefacente contrazione subita dal ghiacciaio in pochi anni è evidenziata dal confronto con l'8 settembre 2004 (stazione fotografica "F"): solo 13 anni fa il pendio frontale, benché già in forte ritiro, era ancora visibilmente convesso, mentre oggi si presenta notevolmente smagrito e appiattito.
La perdita di spessore è più massiccia in sinistra orografica (destra nella foto) con rapida emersione di nuovi affioramenti rocciosi e di substrato morenico, mentre in destra è meno pronunciata per l'abbondante detrito franato dalla Grande Uja di Ciardoney, che ostacola la radiazione solare proteggendo il ghiaccio sottostante.
E' probabile, dati i modesti spessori residui, che il margine inferiore del ghiacciaio nei prossimi 10-15 anni risalga rapidamente il pendio deglacializzando l'area in cui oggi si trovano le paline n. 6 e 7, con probabile affioramento di un gradino roccioso presso
il cambio di pendenza del settore mediano.
Vista complessiva del ghiacciaio Ciardoney dal punto fotografico "S2",
(oggi a pochi metri dalla stazione meteorologica), il 5 settembre 1986, data di inizio della sorveglianza regolare del ghiacciaio e il 6 settembre 2017. Impressionante la riduzione di superficie, spessore
e volume glaciale intervenuta in un trentennio.
- giulys
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Anche quest'anno è andata male, oltre un metro di spessore equivalente d'acqua, praticamente quasi 10 metri di neve.
Viste le temperature estive poteva anche andare peggio, però vista la neve presente a fine inizio giugno poteva andare meglio, se solo ci fosse stata un'estate con un paio di gradi in meno.
Viste le temperature estive poteva anche andare peggio, però vista la neve presente a fine inizio giugno poteva andare meglio, se solo ci fosse stata un'estate con un paio di gradi in meno.
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Già veramente un peccato considerando che la zona del Ciardoney è stata senza dubbio la più innevata di tutto l'arco alpino nella stagione 16/17giulys ha scritto:Anche quest'anno è andata male, oltre un metro di spessore equivalente d'acqua, praticamente quasi 10 metri di neve.
Viste le temperature estive poteva anche andare peggio, però vista la neve presente a fine inizio giugno poteva andare meglio, se solo ci fosse stata un'estate con un paio di gradi in meno.
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in poche parole hai espresso quello che pensavoBrixiaFidelis ha scritto:non sò voi, ma a me deprimerebbe parecchio sciare nel nulla, marrone ovunque tranne la mia strisciolina bianca (forse)...come se andassi al mare e lo trovo in secca, mi sbatto in una tinozza d'acqua e simulo di nuotare...freddopungente ha scritto:aperta la pista di fondo a livigno...
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freddopungente ha scritto:in poche parole hai espresso quello che pensavoBrixiaFidelis ha scritto:non sò voi, ma a me deprimerebbe parecchio sciare nel nulla, marrone ovunque tranne la mia strisciolina bianca (forse)...come se andassi al mare e lo trovo in secca, mi sbatto in una tinozza d'acqua e simulo di nuotare...freddopungente ha scritto:aperta la pista di fondo a livigno...