Situazione innevamento sulle Alpi
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Passo dello Stelvio, confronto innevamento al 6 di giugno del 2018 e 2019.
Nettamente meglio il 2019.
Speriamo che non faccia troppo caldo e la neve sul ghiacciaio resista sino almeno a quasi tutto agosto.
Passo 2018
best exotic baby names
Passo 2019
Terrazza Pirovano 2018
Terrazza Pirovano 2019
Nettamente meglio il 2019.
Speriamo che non faccia troppo caldo e la neve sul ghiacciaio resista sino almeno a quasi tutto agosto.
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- nevofilo80
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Usciti i dati relativi al ghiacciaio del Ciardoney; situazione piuttosto buona, in larga misura favorita dal mese di maggio piuttosto fresco.
Purtroppo l'ondata di calore che sta arrivando, determinerà una rapida fusione della neve, penso che nei prossimi 15 giorni fonderanno circa 130/150 cm di neve.
Purtroppo non potendo postare il link, mancano tutte le foto ed i diagrammi.
Lunedì 17 giugno 2019 l'équipe della Società Meteorologica Italiana - in collaborazione con IREN Energia e l'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, e nel quadro delle campagne di misura del Comitato Glaciologico Italiano - ha condotto i consueti rilievi di spessore e densità del manto nevoso per la determinazione del bilancio invernale sul ghiacciaio Ciardoney.
La stagione di alimentazione nevosa è stata caratterizzata da abbondanti nevicate a fine ottobre-novembre 2018 e nell'aprile 2019, intervallate da un lungo periodo di precipitazioni scarse tra dicembre 2018 e marzo 2019.
17 giugno 2019: dopo un'alba serena, nubi cumuliformi si sviluppano rapidamente sopra al Ghiacciaio Ciardoney, senza tuttavia disturbare i rilievi nivometrici e l'elitrasporto di personale e attrezzature.
Il freddo inconsueto di maggio 2019 ha poi determinato - rispetto alle calde primavere recenti - un certo ritardo nell'avvio della fusione della neve, che il 17 giugno 2019 sul ghiacciaio era spessa tra 305 cm (pendio frontale, 2900 m) e 440 cm (Colle Ciardoney, 3100 m), valori circa 20% superiori alla media del periodo 1992-2018, con densità variabili tra 445 kg/m3 (settore mediano) e 657 kg/m3 (Colle Ciardoney).
A causa della frequente instabilità atmosferica che a fine primavera rendeva difficile l'accesso al ghiacciaio, le misure sono avvenute con una decina di giorni di ritardo rispetto al solito, tuttavia - essendo cominciati solo da pochi giorni il caldo estivo e la fusione nivale in alta quota - la situazione riscontrata alla data del sopralluogo si può considerare rappresentativa del massimo accumulo nivale a fine stagione.
L’equivalente d’acqua mediato sull’intero ghiacciaio (bilancio invernale) era di 1780 mm, (+45% rispetto alla media 1992-2018, pari a 1220 mm), e indicativo di una buona disponibilità idrica per gli utilizzi idroelettrici nell'estate 2019.
Tuttavia saranno le temperature estive a decidere il bilancio finale, ovvero se una parte di questa neve riuscirà o meno a conservarsi per alimentare un ghiacciaio in agonia...
Spessori nevosi rilevati il 17 giugno 2019: graduale decremento dai 440 cm del Colle Ciardoney ai 305 cm del pendio frontale (sito n. 6), poi nuovo lieve aumento più a valle, in corrispondenza della fronte (320 cm, sito n. 7), dove spesso si verificano accumuli nevosi più consistenti per valanghe o trasporto eolico.
Serie degli accumuli invernali specifici sul ghiacciaio Ciardoney, espressi in mm di lama d’acqua equivalente, nelle stagioni idrologiche dal 1991-92 al 2018-19:
il valore di 1780 mm del 2018-19 si colloca in settima posizione.
Ore 8,30: si inizia a lavorare per la misura di spessore, densità ed equivalente in acqua del manto nevoso. Come sempre, i rilievi vengono effettuati a partire dal Colle Ciardoney, alla quota più elevata del ghiacciaio (3100 m).
... ma in totale qui la neve è spessa 440 cm, dunque occorre spalare fino a 140 cm di profondità per poter giungere - con il carotiere da 3 m - fino alla base del manto,
in modo da campionarlo lungo tutto il suo profilo.
la densità del manto nevoso è di 657 kg/m3. In questo punto alla sommità del ghiacciaio si misurano sempre le densità più elevate, per la presenza di strati di neve molto compattati dall'azione eolica durante le burrasche invernali ("lastroni" da vento).
Raffaella Miravalle (Parco Nazionale Gran Paradiso) prosegue con le misure di spessore nevoso tramite sonda da valanga, seguendo il consueto transetto Ovest-Est lungo il ghiacciaio, verso la fronte.
Nel settore mediano del ghiacciaio (in prossimità della palina ablatometrica n. 2, sepolta dalla neve in questa stagione), si esegue un secondo carotaggio del manto nevoso, che fornisce una densità di 445 kg/m3 (neve meno compatta e pesante).
Un terzo prelievo, sul pendio frontale, rivelerà una densità di 577 kg/m3.
Un segno delle vigorose correnti ascensionali caratteristiche dei mesi estivi
(brezze termiche diurne o violenti moti verticali dell'aria all'interno dei temporali) è dato dal trasporto da valle fino ad alta quota di numerosissimi insetti, in gran parte destinati a soccombere per le temperature troppo fredde di un ambiente per loro inospitale.
Qui un'esemplare di Vanessa cardui, farfalla che in tarda primavera migra dall'Africa all'Europa centrale (info guida ambientale Luca Anselmo, collaboratore Parco Alpi Cozie), rivenuta morta sulla superficie innevata del Ciardoney a circa 2950 m.
Il Ghiacciaio Ciardoney ripreso dall'asta nivometrica presso la stazione meteorologica a valle della fronte, a quota 2850 m. Sul pianoro frontale durante il sopralluogo del 17 giugno 2019 la neve era ancora spessa 200 cm (situazione simile solo al caso del 2013, negli ultimi 7 anni di teleosservazione da webcam, vedi grafico sotto), e non vi era ancora traccia di imminente apertura del canale di deflusso del torrente glaciale (tuttavia probabilmente già attivo sotto la coltre nevosa).
Tuttavia, nonostante il consolidamento del basamento e dei tiranti di controventatura eseguito un anno fa, le violente tempeste di vento (in particolare "Vaia" il 29 ottobre 2018), hanno strappato alcuni cavi in acciaio e piegato leggermente il traliccio della stazione meteo, che sarà oggetto di prossime riparazioni a fine estate.
Inoltre si è resa necessaria la sostituzione del cavo di alimentazione della webcam (rimasta off-line dal 27 maggio 2019), pure esso strappato dalle intemperie.
Si noti la leggera tonalità ocra della superficie del manto nevoso, dovuta alle polveri sahariane cadute soprattutto con le precipitazioni sciroccali del 23 aprile 2019: la conseguente diminuzione dell'albedo e dunque l'aumento dell'assorbimento di radiazione solare da parte del manto nevoso è in grado di rendere più rapida (a parità di temperatura dell'aria e di radiazione solare incidente) la fusione della neve a inizio estate, come attestato dallo studio "Saharan dust events in the European Alps" coordinato da ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca e apparso nell'aprile 2019 su “The Cryosphere”.
Purtroppo l'ondata di calore che sta arrivando, determinerà una rapida fusione della neve, penso che nei prossimi 15 giorni fonderanno circa 130/150 cm di neve.
Purtroppo non potendo postare il link, mancano tutte le foto ed i diagrammi.
Lunedì 17 giugno 2019 l'équipe della Società Meteorologica Italiana - in collaborazione con IREN Energia e l'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, e nel quadro delle campagne di misura del Comitato Glaciologico Italiano - ha condotto i consueti rilievi di spessore e densità del manto nevoso per la determinazione del bilancio invernale sul ghiacciaio Ciardoney.
La stagione di alimentazione nevosa è stata caratterizzata da abbondanti nevicate a fine ottobre-novembre 2018 e nell'aprile 2019, intervallate da un lungo periodo di precipitazioni scarse tra dicembre 2018 e marzo 2019.
17 giugno 2019: dopo un'alba serena, nubi cumuliformi si sviluppano rapidamente sopra al Ghiacciaio Ciardoney, senza tuttavia disturbare i rilievi nivometrici e l'elitrasporto di personale e attrezzature.
Il freddo inconsueto di maggio 2019 ha poi determinato - rispetto alle calde primavere recenti - un certo ritardo nell'avvio della fusione della neve, che il 17 giugno 2019 sul ghiacciaio era spessa tra 305 cm (pendio frontale, 2900 m) e 440 cm (Colle Ciardoney, 3100 m), valori circa 20% superiori alla media del periodo 1992-2018, con densità variabili tra 445 kg/m3 (settore mediano) e 657 kg/m3 (Colle Ciardoney).
A causa della frequente instabilità atmosferica che a fine primavera rendeva difficile l'accesso al ghiacciaio, le misure sono avvenute con una decina di giorni di ritardo rispetto al solito, tuttavia - essendo cominciati solo da pochi giorni il caldo estivo e la fusione nivale in alta quota - la situazione riscontrata alla data del sopralluogo si può considerare rappresentativa del massimo accumulo nivale a fine stagione.
L’equivalente d’acqua mediato sull’intero ghiacciaio (bilancio invernale) era di 1780 mm, (+45% rispetto alla media 1992-2018, pari a 1220 mm), e indicativo di una buona disponibilità idrica per gli utilizzi idroelettrici nell'estate 2019.
Tuttavia saranno le temperature estive a decidere il bilancio finale, ovvero se una parte di questa neve riuscirà o meno a conservarsi per alimentare un ghiacciaio in agonia...
Spessori nevosi rilevati il 17 giugno 2019: graduale decremento dai 440 cm del Colle Ciardoney ai 305 cm del pendio frontale (sito n. 6), poi nuovo lieve aumento più a valle, in corrispondenza della fronte (320 cm, sito n. 7), dove spesso si verificano accumuli nevosi più consistenti per valanghe o trasporto eolico.
Serie degli accumuli invernali specifici sul ghiacciaio Ciardoney, espressi in mm di lama d’acqua equivalente, nelle stagioni idrologiche dal 1991-92 al 2018-19:
il valore di 1780 mm del 2018-19 si colloca in settima posizione.
Ore 8,30: si inizia a lavorare per la misura di spessore, densità ed equivalente in acqua del manto nevoso. Come sempre, i rilievi vengono effettuati a partire dal Colle Ciardoney, alla quota più elevata del ghiacciaio (3100 m).
... ma in totale qui la neve è spessa 440 cm, dunque occorre spalare fino a 140 cm di profondità per poter giungere - con il carotiere da 3 m - fino alla base del manto,
in modo da campionarlo lungo tutto il suo profilo.
la densità del manto nevoso è di 657 kg/m3. In questo punto alla sommità del ghiacciaio si misurano sempre le densità più elevate, per la presenza di strati di neve molto compattati dall'azione eolica durante le burrasche invernali ("lastroni" da vento).
Raffaella Miravalle (Parco Nazionale Gran Paradiso) prosegue con le misure di spessore nevoso tramite sonda da valanga, seguendo il consueto transetto Ovest-Est lungo il ghiacciaio, verso la fronte.
Nel settore mediano del ghiacciaio (in prossimità della palina ablatometrica n. 2, sepolta dalla neve in questa stagione), si esegue un secondo carotaggio del manto nevoso, che fornisce una densità di 445 kg/m3 (neve meno compatta e pesante).
Un terzo prelievo, sul pendio frontale, rivelerà una densità di 577 kg/m3.
Un segno delle vigorose correnti ascensionali caratteristiche dei mesi estivi
(brezze termiche diurne o violenti moti verticali dell'aria all'interno dei temporali) è dato dal trasporto da valle fino ad alta quota di numerosissimi insetti, in gran parte destinati a soccombere per le temperature troppo fredde di un ambiente per loro inospitale.
Qui un'esemplare di Vanessa cardui, farfalla che in tarda primavera migra dall'Africa all'Europa centrale (info guida ambientale Luca Anselmo, collaboratore Parco Alpi Cozie), rivenuta morta sulla superficie innevata del Ciardoney a circa 2950 m.
Il Ghiacciaio Ciardoney ripreso dall'asta nivometrica presso la stazione meteorologica a valle della fronte, a quota 2850 m. Sul pianoro frontale durante il sopralluogo del 17 giugno 2019 la neve era ancora spessa 200 cm (situazione simile solo al caso del 2013, negli ultimi 7 anni di teleosservazione da webcam, vedi grafico sotto), e non vi era ancora traccia di imminente apertura del canale di deflusso del torrente glaciale (tuttavia probabilmente già attivo sotto la coltre nevosa).
Tuttavia, nonostante il consolidamento del basamento e dei tiranti di controventatura eseguito un anno fa, le violente tempeste di vento (in particolare "Vaia" il 29 ottobre 2018), hanno strappato alcuni cavi in acciaio e piegato leggermente il traliccio della stazione meteo, che sarà oggetto di prossime riparazioni a fine estate.
Inoltre si è resa necessaria la sostituzione del cavo di alimentazione della webcam (rimasta off-line dal 27 maggio 2019), pure esso strappato dalle intemperie.
Si noti la leggera tonalità ocra della superficie del manto nevoso, dovuta alle polveri sahariane cadute soprattutto con le precipitazioni sciroccali del 23 aprile 2019: la conseguente diminuzione dell'albedo e dunque l'aumento dell'assorbimento di radiazione solare da parte del manto nevoso è in grado di rendere più rapida (a parità di temperatura dell'aria e di radiazione solare incidente) la fusione della neve a inizio estate, come attestato dallo studio "Saharan dust events in the European Alps" coordinato da ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca e apparso nell'aprile 2019 su “The Cryosphere”.
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giulys ha scritto:Usciti i dati relativi al ghiacciaio del Ciardoney; situazione piuttosto buona, in larga misura favorita dal mese di maggio piuttosto fresco.
Purtroppo l'ondata di calore che sta arrivando, determinerà una rapida fusione della neve, penso che nei prossimi 15 giorni fonderanno circa 130/150 cm di neve.
Purtroppo non potendo postare il link, mancano tutte le foto ed i diagrammi.
Lunedì 17 giugno 2019 l'équipe della Società Meteorologica Italiana - in collaborazione con IREN Energia e l'Ente Parco Nazionale del Gran Paradiso, e nel quadro delle campagne di misura del Comitato Glaciologico Italiano - ha condotto i consueti rilievi di spessore e densità del manto nevoso per la determinazione del bilancio invernale sul ghiacciaio Ciardoney.
La stagione di alimentazione nevosa è stata caratterizzata da abbondanti nevicate a fine ottobre-novembre 2018 e nell'aprile 2019, intervallate da un lungo periodo di precipitazioni scarse tra dicembre 2018 e marzo 2019.
17 giugno 2019: dopo un'alba serena, nubi cumuliformi si sviluppano rapidamente sopra al Ghiacciaio Ciardoney, senza tuttavia disturbare i rilievi nivometrici e l'elitrasporto di personale e attrezzature.
Il freddo inconsueto di maggio 2019 ha poi determinato - rispetto alle calde primavere recenti - un certo ritardo nell'avvio della fusione della neve, che il 17 giugno 2019 sul ghiacciaio era spessa tra 305 cm (pendio frontale, 2900 m) e 440 cm (Colle Ciardoney, 3100 m), valori circa 20% superiori alla media del periodo 1992-2018, con densità variabili tra 445 kg/m3 (settore mediano) e 657 kg/m3 (Colle Ciardoney).
A causa della frequente instabilità atmosferica che a fine primavera rendeva difficile l'accesso al ghiacciaio, le misure sono avvenute con una decina di giorni di ritardo rispetto al solito, tuttavia - essendo cominciati solo da pochi giorni il caldo estivo e la fusione nivale in alta quota - la situazione riscontrata alla data del sopralluogo si può considerare rappresentativa del massimo accumulo nivale a fine stagione.
L’equivalente d’acqua mediato sull’intero ghiacciaio (bilancio invernale) era di 1780 mm, (+45% rispetto alla media 1992-2018, pari a 1220 mm), e indicativo di una buona disponibilità idrica per gli utilizzi idroelettrici nell'estate 2019.
Tuttavia saranno le temperature estive a decidere il bilancio finale, ovvero se una parte di questa neve riuscirà o meno a conservarsi per alimentare un ghiacciaio in agonia...
Spessori nevosi rilevati il 17 giugno 2019: graduale decremento dai 440 cm del Colle Ciardoney ai 305 cm del pendio frontale (sito n. 6), poi nuovo lieve aumento più a valle, in corrispondenza della fronte (320 cm, sito n. 7), dove spesso si verificano accumuli nevosi più consistenti per valanghe o trasporto eolico.
Serie degli accumuli invernali specifici sul ghiacciaio Ciardoney, espressi in mm di lama d’acqua equivalente, nelle stagioni idrologiche dal 1991-92 al 2018-19:
il valore di 1780 mm del 2018-19 si colloca in settima posizione.
Ore 8,30: si inizia a lavorare per la misura di spessore, densità ed equivalente in acqua del manto nevoso. Come sempre, i rilievi vengono effettuati a partire dal Colle Ciardoney, alla quota più elevata del ghiacciaio (3100 m).
... ma in totale qui la neve è spessa 440 cm, dunque occorre spalare fino a 140 cm di profondità per poter giungere - con il carotiere da 3 m - fino alla base del manto,
in modo da campionarlo lungo tutto il suo profilo.
la densità del manto nevoso è di 657 kg/m3. In questo punto alla sommità del ghiacciaio si misurano sempre le densità più elevate, per la presenza di strati di neve molto compattati dall'azione eolica durante le burrasche invernali ("lastroni" da vento).
Raffaella Miravalle (Parco Nazionale Gran Paradiso) prosegue con le misure di spessore nevoso tramite sonda da valanga, seguendo il consueto transetto Ovest-Est lungo il ghiacciaio, verso la fronte.
Nel settore mediano del ghiacciaio (in prossimità della palina ablatometrica n. 2, sepolta dalla neve in questa stagione), si esegue un secondo carotaggio del manto nevoso, che fornisce una densità di 445 kg/m3 (neve meno compatta e pesante).
Un terzo prelievo, sul pendio frontale, rivelerà una densità di 577 kg/m3.
Un segno delle vigorose correnti ascensionali caratteristiche dei mesi estivi
(brezze termiche diurne o violenti moti verticali dell'aria all'interno dei temporali) è dato dal trasporto da valle fino ad alta quota di numerosissimi insetti, in gran parte destinati a soccombere per le temperature troppo fredde di un ambiente per loro inospitale.
Qui un'esemplare di Vanessa cardui, farfalla che in tarda primavera migra dall'Africa all'Europa centrale (info guida ambientale Luca Anselmo, collaboratore Parco Alpi Cozie), rivenuta morta sulla superficie innevata del Ciardoney a circa 2950 m.
Il Ghiacciaio Ciardoney ripreso dall'asta nivometrica presso la stazione meteorologica a valle della fronte, a quota 2850 m. Sul pianoro frontale durante il sopralluogo del 17 giugno 2019 la neve era ancora spessa 200 cm (situazione simile solo al caso del 2013, negli ultimi 7 anni di teleosservazione da webcam, vedi grafico sotto), e non vi era ancora traccia di imminente apertura del canale di deflusso del torrente glaciale (tuttavia probabilmente già attivo sotto la coltre nevosa).
Tuttavia, nonostante il consolidamento del basamento e dei tiranti di controventatura eseguito un anno fa, le violente tempeste di vento (in particolare "Vaia" il 29 ottobre 2018), hanno strappato alcuni cavi in acciaio e piegato leggermente il traliccio della stazione meteo, che sarà oggetto di prossime riparazioni a fine estate.
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Si noti la leggera tonalità ocra della superficie del manto nevoso, dovuta alle polveri sahariane cadute soprattutto con le precipitazioni sciroccali del 23 aprile 2019: la conseguente diminuzione dell'albedo e dunque l'aumento dell'assorbimento di radiazione solare da parte del manto nevoso è in grado di rendere più rapida (a parità di temperatura dell'aria e di radiazione solare incidente) la fusione della neve a inizio estate, come attestato dallo studio "Saharan dust events in the European Alps" coordinato da ricercatori dell'Università di Milano-Bicocca e apparso nell'aprile 2019 su “The Cryosphere”.
Come negli ultimi anni accumuli buoni a inizio estate ma bilancio drammatico alla fine...
questo dimostra che per i ghiacciai l'estate è la stagione più critica che con il global warming ormai non lascia più speranze dal.... 2001, ultima stagione estiva fresca (2014 nel complesso è stata calda, benchè venga usata impropriamente da molti per sostenere fantomatiche controtendenze)
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Alla ricerca dello 0° termico...
Verrà battuto il record di caldo alla Capanna Margherita?
https://webgis.arpa.piemonte.it//bancad ... =002002902
Ieri +4.1° di t. max.
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Ieri +4.1° di t. max.
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Oggi +7.5°!!!!!!!!!!
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