Situazione innevamento sulle Alpi
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Bella discussione quella sulla scioglimento. L'unica cosa certa è che come si scriveva questo inverno quando si inneggiava alla grande quantità di neve utile per i nostri ghiacciai, la medesima non serve a niente se poi le stagioni primaverili ed estive susseguono ad essere sopra la media termica. Ripeto un concetto già scritto diverse volte: la quantità di neve che cade alle quote alte NON è mai diminuita in questi decenni, ma di contro sono aumentati la quantità di nevai e ghiacciai fusi in estate.
Ciao.ghito ha scritto:Bella discussione quella sulla scioglimento. L'unica cosa certa è che come si scriveva questo inverno quando si inneggiava alla grande quantità di neve utile per i nostri ghiacciai, la medesima non serve a niente se poi le stagioni primaverili ed estive susseguono ad essere sopra la media termica. Ripeto un concetto già scritto diverse volte: la quantità di neve che cade alle quote alte NON è mai diminuita in questi decenni, ma di contro sono aumentati la quantità di nevai e ghiacciai fusi in estate.
Condivido il discorso tranne che la quantità di neve che cade alle quote alte non è mai diminuita.
Su Dolomiti tale diminuzione c'è stata ed è dovuta anche a limiti pioggia/neve elevati nei mesi autunnali e primaverili (- 60% in maggio).
Fonte: Aineva, in una ricerca del 2003.
Da me a 1500 metri c'è una delle più vecchie stazioni meteo del Piemonte risalente a fine 1800, in oltre 120 anni la quantità media di neve del semestre invernale è sempre compresa tra i 350 ed i 400 cm. annui con ovvie annate inferiori e superiori, ma la media è sempre quella.Peter94 ha scritto:Ciao.ghito ha scritto:Bella discussione quella sulla scioglimento. L'unica cosa certa è che come si scriveva questo inverno quando si inneggiava alla grande quantità di neve utile per i nostri ghiacciai, la medesima non serve a niente se poi le stagioni primaverili ed estive susseguono ad essere sopra la media termica. Ripeto un concetto già scritto diverse volte: la quantità di neve che cade alle quote alte NON è mai diminuita in questi decenni, ma di contro sono aumentati la quantità di nevai e ghiacciai fusi in estate.
Condivido il discorso tranne che la quantità di neve che cade alle quote alte non è mai diminuita.
Su Dolomiti tale diminuzione c'è stata ed è dovuta anche a limiti pioggia/neve elevati nei mesi autunnali e primaverili (- 60% in maggio).
Fonte: Aineva, in una ricerca del 2003.
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Il manto nevoso è presente con spessori continui significativi generalmente solo oltre 2200-2400 m di quota dove la situazione è molto disomogenea, soprattutto in relazione all'esposizione dei versanti; il manto che è nella condizione tipicamente primaverile di isotermia, può essere da umido a bagnato per tutto lo spessore a seconda dell'orario, ed il differente contenuto in acqua liquida presente al suo interno ne compromette la stabilità specie durante i momenti di maggior riscaldamento; il rigelo notturno, quando presente, è limitato a pochi centimetri superficiali e alle prime ore mattutine. Alle quote più basse il manto è invece generalmente assente o presente solo in avvallamenti e canaloni all'ombra con neve umida o bagnata anche nelle ore più fredde notturne.
Alle quote più elevate, oltre i 2600-2800 m circa, la neve è ancora presente con spessori significativi e superiori alle medie del periodo; in queste zone si assiste ad un rapido aumento del pericolo valanghe nelle ore pomeridiane, con la possibilità di distacchi spontanei a debole coesione o a lastroni, non solo dai pendii più soleggiati o presso rocce affioranti, ma anche sui pendii e versanti in ombra. Fra i 2200 e 2600 m, e nei canaloni all'ombra anche a quote più basse, gli spessori di neve al suolo variano mediamente da 50 a 100 cm circa, ed il manto in caso di mancato rigelo notturno, è completamente bagnato per tutto lo spessore anche al mattino presto, con notevole percolazione di acqua che lubrifica gli strati e il fondo e ne compromette ulteriormente la coesione e la stabilità.
Alle quote più elevate, oltre i 2600-2800 m circa, la neve è ancora presente con spessori significativi e superiori alle medie del periodo; in queste zone si assiste ad un rapido aumento del pericolo valanghe nelle ore pomeridiane, con la possibilità di distacchi spontanei a debole coesione o a lastroni, non solo dai pendii più soleggiati o presso rocce affioranti, ma anche sui pendii e versanti in ombra. Fra i 2200 e 2600 m, e nei canaloni all'ombra anche a quote più basse, gli spessori di neve al suolo variano mediamente da 50 a 100 cm circa, ed il manto in caso di mancato rigelo notturno, è completamente bagnato per tutto lo spessore anche al mattino presto, con notevole percolazione di acqua che lubrifica gli strati e il fondo e ne compromette ulteriormente la coesione e la stabilità.
- giulys
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Facciamo qualche raffronto di innevamento:
il 2018 vince per KO sugli altri anni
Val d'Aosta, lago di Lod
18 aprile 2017
2 maggio 2018
Rifugio Gastaldi
28 aprile 2015
2 maggio 2018
how to screenshot on windows
Rifugio Jervis 1750 mt
23 aprile 2015
16 aprile 2018
Prali Alpet 2150 mt
6 maggio 2016
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2 maggio 2018 (si vede quasi niente per la nebbia, ma confrontate con la balaustra delal terrazza)
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Dopo la scaldata di aprile, pausa di ossigeno per le alpi occidentali piemontesi con buoni accumuli sopra i 2400 metri.
Rifugio Gastaldi (2.600 m circa) che riacciuffa quasi i 3 metri di neve al suolo.
http://webgis.arpa.piemonte.it/webmeteo ... =001019900
Rifugio Gastaldi (2.600 m circa) che riacciuffa quasi i 3 metri di neve al suolo.
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Rinevica al Sestriere.
Speriamo si riesca a fare la tappa del 25 maggio del Giro d'Italia sul colle delle Finestre 2178 mt, su cui i mezzi stanno lavorando per liberare la strada dalla neve e da una decina di valanghe.
https://www.skylinewebcams.com/it/webca ... riere.html
Speriamo si riesca a fare la tappa del 25 maggio del Giro d'Italia sul colle delle Finestre 2178 mt, su cui i mezzi stanno lavorando per liberare la strada dalla neve e da una decina di valanghe.
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40 cm di neve fresca in quota.
http://webgis.arpa.piemonte.it/webmeteo ... =001019900
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Nevica anche ai 1600mt di Pontechianale
http://tweb.tecnoworldgroup.it/infogate ... s/Pc01.jpg
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Marmolada carica di neve dopo la nevicata notturna.
https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q ... n19_W_H_V_
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- giulys
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Al Pian del Prà presso il Rifugio Jervis a 1750 mt, la situazione neve al 23 maggio 2018 è praticamente uguale a quella del 23 aprile 2015
23 aprile 2015
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23 maggio 2018
23 aprile 2015
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23 maggio 2018
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Il manto nevoso è presente con continuità e spessori significativi generalmente solo oltre 2500 m di quota; la situazione è disomogenea, soprattutto in relazione all'esposizione dei versanti ed alla possibile presenza di localizzati modesti spessori di neve fresca. La neve è nella condizione tipicamente primaverile di isotermia, da umida a bagnata per tutto lo spessore a seconda dell'orario, ed il differente contenuto in acqua liquida presente al suo interno ne compromette la stabilità, specie durante i momenti di maggior riscaldamento. Il rigelo notturno è limitato ai pochi centimetri superficiali ed alle prime ore mattutine delle notti serene mentre solo alle quote più elevate il manto è ancora di tipo tardo-invernale, con neve asciutta o poco umida ed accumuli di neve ventata a ridosso delle creste più elevate. Alle quote più basse il territorio è oramai privo di neve, che è presente in maniera residua solo in avvallamenti e canaloni all'ombra Alle quote più elevate dei massicci montuosi principali (Brenta, Ortles-Cevedale, Marmolada) la neve è ancora presente con spessori significativi ed in genere il manto è più stabile al mattino presto mentre nelle ore maggiormente soleggiate si assiste ad un aumento del pericolo valanghe con possibilità di distacchi spontanei a debole coesione o a lastroni, soprattutto da pendii e versanti in ombra, dove gli spessori sono ancora importanti. In alta quota, in genere oltre i 3000 m sono ancora possibili distacchi provocati, specie nelle zone più ripide o con recenti accumuli di neve ventata.
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bell'intervento, citerei anche per completezza massiccio Adamello-Presanella, ma non darmi del professorinoIMadeYouReadThis ha scritto:Il manto nevoso è presente con continuità e spessori significativi generalmente solo oltre 2500 m di quota; la situazione è disomogenea, soprattutto in relazione all'esposizione dei versanti ed alla possibile presenza di localizzati modesti spessori di neve fresca. La neve è nella condizione tipicamente primaverile di isotermia, da umida a bagnata per tutto lo spessore a seconda dell'orario, ed il differente contenuto in acqua liquida presente al suo interno ne compromette la stabilità, specie durante i momenti di maggior riscaldamento. Il rigelo notturno è limitato ai pochi centimetri superficiali ed alle prime ore mattutine delle notti serene mentre solo alle quote più elevate il manto è ancora di tipo tardo-invernale, con neve asciutta o poco umida ed accumuli di neve ventata a ridosso delle creste più elevate. Alle quote più basse il territorio è oramai privo di neve, che è presente in maniera residua solo in avvallamenti e canaloni all'ombra Alle quote più elevate dei massicci montuosi principali (Brenta, Ortles-Cevedale, Marmolada) la neve è ancora presente con spessori significativi ed in genere il manto è più stabile al mattino presto mentre nelle ore maggiormente soleggiate si assiste ad un aumento del pericolo valanghe con possibilità di distacchi spontanei a debole coesione o a lastroni, soprattutto da pendii e versanti in ombra, dove gli spessori sono ancora importanti. In alta quota, in genere oltre i 3000 m sono ancora possibili distacchi provocati, specie nelle zone più ripide o con recenti accumuli di neve ventata.
- giulys
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Un altro raffronto fotografico, quisiamo in Val d'Aosta, al lago di Lod vicino a Chamois sul fianco orografico sinistro della Valtournanche.
Direi che anche qui quest'anno la situazione è tra le migliori se non la migliore degli ultimi 5 anni
28.05.2014
06.05.2015
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30.05.2016
24.05.2017
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24.05.2018
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Direi che anche qui quest'anno la situazione è tra le migliori se non la migliore degli ultimi 5 anni
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