Rio ha scritto:Una piccola annotazione....il conte ha scritto:gandalf il bianco ha scritto:non saprei , so solo che in periodo di PEG le temperature globali erano molto sotto la media in tutto il globo, i ghiacciai,facciamo un esempio, se ora il disgelo continentale inizia ad aprile prima magari iniziava a maggio inoltrato, senza parlare di quelli alpini che arrivarono molto più sotto di ora , ma senza andare nei secoli addietro, parliamo degli anni 70, con una perturbazione nord atlantica la pianura padana faceva il pieno di neve, ora per nevicare al centro sud con entrata dal rodano la matrice deve essere russa perché ormai con la artico marittima non nevica quasi più, semplicemente faceva più freddo ovunque compreso l atlantico
ho capito, tu mi parli di una estensione dei ghiacci alpine e marittimi (che non è detto dadano di pai passo) alla fine di un periodo freddo molto lungo (1400-1800 piùo meno) che ha visto la sua interruzione nel 1900 ... chiaramente i ghiacci erano al max nel 1910, come dire la fine dell'inverno vede l'estensione dei ghiacci maggiore- marzo-aprile!!!!
dopo la breve primevera del 1920-1950 e 1980-2000 , il sole va in letargo un'altra volta...
come la mettiamo? non potremmo, diciamo, essere a settembre, col minimo dei ghiacci ma all'alba della stagione fredda ?
Gli Inverni italiani durante il minimo di Maunder, nel pieno della Piccola Era Glaciale
Siamo nella fase più fredda della Piccola Età Glaciale, una fase con temperature di almeno 1°C inferiori a quelle attuali, e caratterizzata da inverni mediamente più rigidi di quelli contemporanei.
Nello stesso tempo, anche il Sole si "spense", nel senso che non si registrò, per molti decenni consecutivi, la presenza delle macchie solari, periodo che venne nominato "Minimo solare di Maunder", il primo che venne osservato direttamente dagli astronomi dell'epoca, che si accorsero della temporanea mancanza di macchie sul Sole.
Uno studio italiano, condotto dai ricercatori Dario Camuffo e Silvia Enzi, ha evidenziato le caratteristiche, anno per anno, degli Inverni italiani di quel quarantennio.
La raccolta di dati interessa tutte le stagioni, ma noi porremo in evidenza solo gli accadimenti del periodo invernale.
1676: Dicembre: freddo severo e neve
1677: Gennaio molto freddo, con gelo di alcuni fiumi italiani.
1679: Gennaio: lo scioglimento delle nevi sulle montagne provoca alluvioni.
1684: Grande inverno che inizia in Gennaio, con pesanti nevicate, e gelo di fiumi e di pozzi, nonché morte di persone, animali e piante.
1685: Inverno molto freddo che seguì il grande inverno del 1684. Il gelo iniziò appena passato Dicembre, ed imperversò soprattutto in Gennaio.
1691: Inverno molto mite in Dicembre e Gennaio. Dalla fine di Gennaio, grande freddo con congelamento dei fiumi. Poca pioggia in Inverno.
1694: Inverno freddo, alluvioni in Dicembre.
1695: Forti nevicate tra il Dicembre 1694 ed il Gennaio 1695, poi un mese e mezzo di piogge continue ed alluvioni.
1697: Forti nevicate in Febbraio.
1699: Forti nevicate in Gennaio, seguite da straripamenti di fiumi.
1701: Pesanti nevicate durante l'Inverno.
1702-03: Inverno mite, con piogge ed allagamenti in Dicembre.
1705: Pesanti nevicate in Febbraio.
1708: Inverno molto mite.
1709: Un grande Inverno, il più severo degli ultimi 500 anni. Gennaio: grande freddo, con -17,5°C misurati a Venezia sotto una fortissima bora, con un metro e mezzo di neve caduta sulla città. Gelo dei grandi fiumi e della Laguna Veneta, attraversata da carri ed artiglieria. Gelano vino e pozzi, muoiono persone, animali, e piante. Febbraio: Molto freddo e nevoso.
1715: Inverno molto secco.
Complessivamente, ne emerge un quadro di Inverni non necessariamente sempre freddi, e molto variabili nelle loro condizioni climatiche.
A volte, si susseguivano anche inverni miti e molto asciutti.
Gli inverni freddissimi furono due, nel 1684 e nel 1709.
Altri due furono gli inverni freddi, nel 1685 e nel 1691.
Si tratta dunque di quattro inverni molto rigidi in quarant'anni, con una media di uno ogni decennio, anche se tre di essi si sono presentati in soli sette anni, tra il 1684 ed il 1691, in uno dei decenni più rigidi di tutto lo scorso millennio.
Il gelo iniziava quasi sempre in Gennaio od in Febbraio, i mesi realmente interessati dalle ondate di freddo più intense, mentre solo nel 1676 viene segnalato grande freddo in Dicembre.
Gli inverni in cui viene segnalata molta neve sono invece 8, quasi il doppio.
Due gli inverni molto miti, nel 1703 e nel 1708.
Nel 1715 viene segnalato invece un solo Inverno molto asciutto, l'unico del quarantennio considerato.
E' da segnalare un'importante differenza tra i due bacini del Mediterraneo, Occidentale ed Orientale.
Nessun Inverno severo è infatti segnalato sul lato orientale del Mediterraneo (escluso l'Adriatico), tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, almeno a livello tale da gelare gli alberi di olivi e danneggiare il raccolto d'olio.
Questo significa che, durante gli Inverni severi, il percorso abituale dell'aria fredda era dalla Siberia verso le Isole Britanniche, la Francia, la Spagna e l'Italia, mentre il lato orientale del Mediterraneo era interessato da correnti più miti meridionali.
Fonte WEB..... Marco Rossi
complimenti.
spunti di riflessione incredibilmente interessanti.
come sempre.
respect