Global Warming: una realtà accertata, quanto sappiamo su effetti e conseguenze?

Discussioni meteorologiche sul tempo previsto nei prossimi giorni ma anche climatologia e discussioni sui run dei vari modelli: è la stanza principale, quella più affollata e seguita.

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Rio.
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Messaggio da Rio. »

luca90 ha scritto:
Rio. ha scritto: Direi che è curioso il fatto che proprio gli stessi autori che ammettono che il clima sia un fenomeno complesso determinato da decine (o centinaia) di variabili, si risolvano col concludere che esso sia governato e possa essere controllato modificando una sola variabile: la concentrazione atmosferica di CO2 :roll:
E' troppo complesso per te, nemmeno translate può aiutarti.
:lol: :lol: :lol:
quando non ti piace... dai addosso
:lol: :lol: :lol:

hominem scientiam.... :lol:
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Avevo solo riportato che Rio ne sa di fisica quanto un terrapiattista di astronomia.

Cosa ho detto di sbagliato o offensivo? Penso sia palese a tutti quanto detto no?
Ultima modifica di IMadeYouReadThis il mer dic 04, 2019 8:48 pm, modificato 1 volta in totale.
giamo64
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Messaggio da giamo64 »

luca90 ha scritto:Negli ultimi due decenni, dal 1999 al 2018, l'Italia ha registrato 19.947 morti riconducibili agli eventi meteorologici estremi, che nello steso arco di tempo hanno causato perdite economiche quantificate in 32,92 miliardi di dollari. Lo riferisce all'ANSA Germanwatch, che oggi ha diffuso il Climate Risk Index. Nel solo 2018 gli eventi estremi hanno causato in Italia 51 decessi e 4,18 miliardi di dollari di perdite.

L'Italia è al sesto posto nel mondo per numero di vittime causate dagli eventi meteorologici estremi, e diciottesima per numero di perdite economiche pro capite. I dati emergono dal Climate Risk Index di Germanwatch. Nel complesso, nel ventennio l'Italia risulta il ventiseiesimo Paese più colpito dagli eventi estremi. Guardando al 2018, invece, si piazza al 21/o posto.

Il rapporto di Germanwatch, diffuso a Madrid in occasione della Cop25, pone l'accento sul fatto che le condizioni meteorologiche estreme, legate ai cambiamenti climatici, stanno colpendo non solo i Paesi più poveri come Myanmar e Haiti, ma anche alcuni dei Paesi più ricchi del mondo. Nel 2018 il Paese più colpito dagli eventi estremi è infatti il Giappone, che l'anno scorso ha dovuto fare i conti con piogge eccezionali, ondate di calore e tifoni. Seguono Filippine, Germania, Madagascar, India, Sri Lanka, Kenya, Ruanda, Canada e Fiji. In termini assoluti, è l'India a essere prima sia per numero di vittime (2.081, davanti alle 1.282 giapponesi e alle 1.246 tedesche), sia per perdite economiche: (37,8 miliardi, cui seguono i 35,8 miliardi del Giappone). L'Italia, nella classifica annuale, è invece ottava per perdite economiche pro-capite, e ventottesima per morti. Tornando agli ultimi due decenni (1999-2018), la classifica generale degli Stati più colpiti dagli eventi estremi non vede alcun Paese ricco tra i primi dieci, che sono Portorico, Myanmar, Haiti, Filippine, Pakistan, Vietnam, Bangladesh, Thailandia, Nepal e Dominica.
Senza riportare i numeri delle vittime dei precedenti 5 ventenni del secolo scorso la statistica non significa molto se non la pena per le vittime ovviamente. Vai a vedere cosa succedeva in Bangladesh nel ridente 1970..500000 morti per un ciclone, annoverato come il più mortale mai registrato, ti bastano anche se non è stato il novembre più caldo di tutti i tempi?
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Telecuscino
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Messaggio da Telecuscino »

giamo64 ha scritto:
luca90 ha scritto:Negli ultimi due decenni, dal 1999 al 2018, l'Italia ha registrato 19.947 morti riconducibili agli eventi meteorologici estremi, che nello steso arco di tempo hanno causato perdite economiche quantificate in 32,92 miliardi di dollari. Lo riferisce all'ANSA Germanwatch, che oggi ha diffuso il Climate Risk Index. Nel solo 2018 gli eventi estremi hanno causato in Italia 51 decessi e 4,18 miliardi di dollari di perdite.

L'Italia è al sesto posto nel mondo per numero di vittime causate dagli eventi meteorologici estremi, e diciottesima per numero di perdite economiche pro capite. I dati emergono dal Climate Risk Index di Germanwatch. Nel complesso, nel ventennio l'Italia risulta il ventiseiesimo Paese più colpito dagli eventi estremi. Guardando al 2018, invece, si piazza al 21/o posto.

Il rapporto di Germanwatch, diffuso a Madrid in occasione della Cop25, pone l'accento sul fatto che le condizioni meteorologiche estreme, legate ai cambiamenti climatici, stanno colpendo non solo i Paesi più poveri come Myanmar e Haiti, ma anche alcuni dei Paesi più ricchi del mondo. Nel 2018 il Paese più colpito dagli eventi estremi è infatti il Giappone, che l'anno scorso ha dovuto fare i conti con piogge eccezionali, ondate di calore e tifoni. Seguono Filippine, Germania, Madagascar, India, Sri Lanka, Kenya, Ruanda, Canada e Fiji. In termini assoluti, è l'India a essere prima sia per numero di vittime (2.081, davanti alle 1.282 giapponesi e alle 1.246 tedesche), sia per perdite economiche: (37,8 miliardi, cui seguono i 35,8 miliardi del Giappone). L'Italia, nella classifica annuale, è invece ottava per perdite economiche pro-capite, e ventottesima per morti. Tornando agli ultimi due decenni (1999-2018), la classifica generale degli Stati più colpiti dagli eventi estremi non vede alcun Paese ricco tra i primi dieci, che sono Portorico, Myanmar, Haiti, Filippine, Pakistan, Vietnam, Bangladesh, Thailandia, Nepal e Dominica.
Senza riportare i numeri delle vittime dei precedenti 5 ventenni del secolo scorso la statistica non significa molto se non la pena per le vittime ovviamente. Vai a vedere cosa succedeva in Bangladesh nel ridente 1970..500000 morti per un ciclone, annoverato come il più mortale mai registrato, ti bastano anche se non è stato il novembre più caldo di tutti i tempi?
Si in effetti... Per non parlare della siccotà del Sahel.
Comunque ci sono molti dati nell'ambito forestale che parlano di incrementi di danni da vento e in generale da "storms" in Europa.
Ma é anche vero che sono cresciute moltissimo le foreste non gestite o in aree abbandonate quindi é un dato che lascia il tempo che trova
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Messaggio da iniestas »

Non voglio dare addosso a Luca che ha solo riportato un articolo

Articolo che avevo letto anche io e sono rimasto inorridito dalla strumentalizzazione che i mass media stanno facendo del gw

Spero che ci siano teste pensanti che capiscono che i media stanno manipolando la realtà

Oltretutto strumentalizzare i morti di questi anni al solo scopo di intingere il biscotto nell argomento che tira.,, il gw... e’ abietto

Ma si da quali sono le logiche del mainstream

Ovviamente non ce L’ ho con te Luca ma dovrebbe essere evidente anche a te quanto quell’ articolo sia capzioso e allusivo e fuorviante !
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luca90
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Messaggio da luca90 »

giamo64 ha scritto:
Senza riportare i numeri delle vittime dei precedenti 5 ventenni del secolo scorso la statistica non significa molto se non la pena per le vittime ovviamente. Vai a vedere cosa succedeva in Bangladesh nel ridente 1970..500000 morti per un ciclone, annoverato come il più mortale mai registrato, ti bastano anche se non è stato il novembre più caldo di tutti i tempi?
Un ciclone tropicale quindi non può verificarsi in condizioni di un Novembre climaticamente in media? In quel tipo di articolo non si parla di singolo evento ma vengono riportati più fatti riguardanti eventi estremi nel ventennio. Questo tipo di dati vengono anche utilizzati per comprendere i passi avanti che l'uomo attua nel prevenire certe eventi catastrofici.
Telecuscino ha scritto: Si in effetti... Per non parlare della siccotà del Sahel.
Comunque ci sono molti dati nell'ambito forestale che parlano di incrementi di danni da vento e in generale da "storms" in Europa.
Ma é anche vero che sono cresciute moltissimo le foreste non gestite o in aree abbandonate quindi é un dato che lascia il tempo che trova
Se sei del settore sai benissimo che questi dati sono importanti per quanto concerne le tempeste e i danni da vento sempre più intensi. L'uomo in questo caso dovrebbe avere un ruolo fondamentale nell'asportare gli abbattimenti da tempesta per successive ricadute sul territorio.
iniestas ha scritto:Ok.
Conoscenza dei fatti attuali
Ma nessuna riferibilita’ al gw antropico

Ho appena sentito che 50 milioni di bambini sono a rischio carestia e guerre !

Vediamo quali sono i problemi più urgenti !
Con me sfondi una porta aperta sui problemi legati non solo di natura climatica ma anche potenzialmente economici. Bisogna però approfondire e distinguere i vari problemi. Quel dato da te indicato è importante. In questo caso il clima può ulteriormente influire sulle carestie e guerre dal momento che l'attuale cambiamento climatico tende ad aumentare le probabilità di tempeste, periodi alluvionali e/o di siccità così come le ondate di calore seguite sempre più spesso da nuovi record. La povertà di conseguenza non può far altro che aumentare influendo anche sull'immigrazione di massa.
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Messaggio da iniestas »

Dialettica anche all'interno della Redazione

Ecco Demasi:

https://www.meteolive.it/news/In-primo- ... to-/83271/
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Messaggio da Telecuscino »

Sì Luca, sono importantissimi, peró vanno contestualizzati all'andamento delle foreste e soprattutto all'andamento della loro gestione
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Messaggio da freddopungente »

iniestas ha scritto:Dialettica anche all'interno della Redazione

Ecco Demasi:

https://www.meteolive.it/news/In-primo- ... to-/83271/
articolo che supporta ciò che affermo sul lago di bracciano, la mancanza cronica da anni di oltre un metro di acqua ha danneggiato irreversibilmente alcuni ecosistemi che si sviluppavano in quei metri una volta sott'acqua
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Messaggio da freddopungente »

di seguito la lettera di roberto buizza ( https://www.santannapisa.it/it/roberto-buizza) iniziata il 3 luglio 2019, e al 7 luglio firmata da 205 persone di scienza e cultura, tra cui moltissimi esperti di fisica del sistema Terra e del clima, e supportata e firmata da SISC, la Società Italiana Scienze del Clima. ( https://www.sisclima.it/?lang=en )



Al Presidente della Repubblica

Al Presidente del Senato

Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Consiglio dei Ministri

7 luglio 2019

IL RISCALDAMENTO GLOBALE È DI ORIGINE ANTROPICA

È urgente e fondamentale affrontare e risolvere il problema dei cambiamenti climatici. Chiediamo che l’Italia segua l’esempio di molti paesi Europei, e decida di agire sui processi produttivi ed il trasporto, trasformando l’economia cosi da raggiungere il traguardo di ‘zero emissioni nette di gas serra’ entro il 2050.

Tale risultato deve essere raggiunto per i seguenti motivi:

Dati osservati provenienti da una pluralità di fonti dicono che il sistema Terra è oggi sottoposto a variazioni climatiche molto marcate che stanno avvenendo su scale di tempo estremamente brevi;
Le osservazioni indicano chiaramente che le concentrazioni di gas serra in atmosfera, quali l’anidride carbonica e il metano, sono in continua crescita, soprattutto a partire dagli anni successivi alla seconda guerra mondiale, in seguito ad un utilizzo sempre più massiccio di combustibili fossili e al crescente diffondersi di alcune pratiche agricole, quali gli allevamenti intensivi;
Le misure dell’aumento dei gas-serra e delle variazioni del clima terrestre, primaria fonte di informazioni quantitative sulla realtà, confermano ciò che la fisica di base ci dice e quanto i modelli del sistema Terra indicano: le attività antropiche sono la causa principale dei cambiamenti climatici a scala globale cui stiamo assistendo;
Migliaia di scienziati che studiano il clima del sistema Terra e la sua evoluzione, e le attività umane concordano sul fatto che ci sia una relazione di causa ed effetto tra l’aumento dei gas serra di origine antropica e l’aumento della temperatura globale terrestre, come confermato dai rapporti dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che riassumono i risultati pubblicati dalla comunità scientifica globale;
I modelli numerici del sistema Terra basati sulle leggi della fisica sono gli strumenti più realistici che abbiamo a disposizione per studiare il clima, per analizzare le cause dei cambiamenti climatici osservati e per stimare possibili scenari di clima futuro; questi modelli sono sempre più affidabili grazie all’accrescimento della rete di osservazioni utilizzate per validare la loro qualità, al miglioramento della nostra conoscenza dei fenomeni che influenzano il clima e alla disponibilità di risorse computazionali ad alte prestazioni;
L’esistenza di una variabilità climatica di origine naturale non può essere addotta come argomento per negare o sminuire l’esistenza di un riscaldamento globale dovuto alle emissioni di gas serra; la variabilità naturale si sovrappone a quella di origine antropica, e la comunità scientifica possiede gli strumenti per analizzare entrambe le componenti e studiare le loro interazioni;
Gli scenari futuri “business as usual” (cioè in assenza di politiche di riduzione di emissioni di gas serra) prodotti dai tutti i modelli del sistema Terra scientificamente accreditati, indicano che gli effetti dei cambiamenti climatici su innumerevoli settori della società e sugli ecosistemi naturali sono tali da mettere in pericolo lo sviluppo sostenibile della società come oggi la conosciamo, e quindi il futuro delle prossime generazioni
Devono essere pertanto intraprese misure efficaci e urgenti per limitare le emissioni di gas serra e mantenere il riscaldamento globale ed i cambiamenti climatici ad esso associati al di sotto del livello di pericolo indicato dall’accordo di Parigi del 2015 (mantenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli pre-industriali, e perseguire sforzi volti a limitare l’aumento di temperatura a 1,5 °C);


Queste conclusioni sono basate su decine di migliaia di studi condotti in tutti i paesi del mondo dagli scienziati più accreditati che lavorano sul tema dei cambiamenti climatici. È su queste conclusioni che vanno prese decisioni importanti per la lotta ai cambiamenti climatici piuttosto che su documenti, come la lettera datata 17 giugno e firmata da un gruppo formato quasi esclusivamente da non-esperti sulla scienza dei cambiamenti climatici (come comprovato dai loro curricula di pubblicazioni scientifiche in riviste internazionali), in cui è stato messo in discussione con argomentazioni superficiali ed erronee il legame tra il riscaldamento globale dell’era post-industriale e le emissioni di gas serra di origine antropica.

Concludiamo riaffermando con forza che il problema dei cambiamenti climatici è estremamente importante ed urgente, per l’Italia come per tutti i paesi del mondo. Politiche tese alla mitigazione e all’adattamento a questi cambiamenti climatici dovrebbero essere una priorità importante del dibattito politico nazionale per assicurare un futuro migliore alle prossime generazioni.



Comitato promotore:

Buizza, Roberto (Fisico/matematico, Prof. Ordinario di Fisica, Scuola Superiore Sant’Anna Pisa) – Iniziatore
Abelli, Simone (Fisico/Meteorologo, Centro Meteo Expert, Milano)
Adamo, Claudia (Fisico dell’Atmosfera; RAI)
Ambrosio, Luigi (Professore ordinario di Analisi Matematica, Scuola Normale Superiore, Pisa)
Andreani, Lucio (Prof. Ordinario di Fisica, Università degli Studi di Pavia)
Artale, Vincenzo (Fisico, ENEA Frascati, Roma)
Bacaro, Giovanni (Biologo, Università di Trieste)
Baldi, Marina (Fisico/Climatologo CNR, Roma)
Balzani, Vincenzo (Professore Emerito di Chimica, Università di Bologna)
Barbante, Carlo (Chimico, paleoclimatologo, Prof Ordinario Università Ca’Foscari Venezia)
Barbone, Luigi (Meteorologo, Generale dell’Aeronautica Militare)
Bardi, Ugo (Chimico Fisico, Docente Università di Firenze)
Brattich, Erika (isico dell’atmosfera, ricercatore, Dipartimento di Fisica e Astronomia, Università di Bologna, Bologna)
Bellucci, Alessio (Climatologo, Ricercatore, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici)
Bernardini, Livio (Fisico, CETEMPS, L’Aquila)
Bigano, Andrea (Economista, Euro-Mediterranean Center on Climate Change | Ca’ Foscari University of Venice RFF-CMCC European Institute on Economics and the Environment EIEE, Milano)
Bindi, Marco (Agroclimatologo, Prof. Ordinario di Agronomia e coltivazioni erbacee, Università degli Studi di Firenze)
Bollini, Gabriele (Urbanista, Dip. di Ingegneria, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia)
Bonasoni, Paolo (Fisico, Istituto Scienze dell’Atmosfera e del Clima CNR/ISAC, Bologna
Bonaventura, Luca (Matematico, Professore associato di Analisi Numerica, Politecnico di Milano)
Boscolo, Roberta (Fisico/oceanografo, science officer, World Meteorological Organizatio, Svizzera)
Bozzo, Alessio (Fisico, Euroepan Organisation for the Exploitation of Meteorological Satellites EUMETSAT, Darmstadt, Germania)
Brunetti, Michele (Fisico/climatologo, CNR/ISAC, Bologna)
Budillon, Giorgio (Ordinario di Oceanografia e Fisica dell’Atmosfera. Università degli Studi di Napoli “Parthenope”)
Buontempo, Carlo (Fisico, European Centre for Medium-Range Weather Forecasts ECMWF, Reading UK)
Buzzi, Andrea (Fisico dell’Atmosfera, Associate senior scientist, Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima – CNR-ISAC)
Cacciamani, Carlo (Fisico, Dipartimento Protezione Civile, Roma)
Cafaro, Carlo (Matematico/Meteorologo, Ricercatore, University of Reading)
Cagnazzo, Chiara (Fisico, CNR/ISMAR Roma)
Camerlenghi, Angelo (Dirigente di ricerca, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS Trieste)
Canu, Donata (Oceanografa/Scienziata Ambientale, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS Trieste)
Capecchi, Valerio (Matematico, ricercatore Consorzio LaMMA – Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale per lo sviluppo sostenibile, Firenze)
Capolongo, Domenico (Geologo, professore associato di Geografia Fisica e Geomorfologia, Università degli studi di Bari – Aldo Moro)
Cappa, Stefano F. (Medico, professore di neurologia IUSS Pavia)
di Carlo, Piero (Fisico dell’Atmosfera, Associato di Fisica, Università ‘G. d’Annunzio’ di Chieti-Pescara)
Carrosio, Giovanni (Sociologo dell’Ambiente, Università di Trieste)
Caserini, Stefano (Prof. a contratto, docente di Mitigazione dei Cambiamenti climatici al Politecnico di Milano)
Cassardo, Claudio (Fisico/meteorologo/scienziato del clima, Prof. Di Fisica dell’atmosfera, Università di Torino “Alma Universitas Taurinorum”)
Castellari, Sergio (Fisico, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia; ora distaccato alla European Environment Agency, EEA Copenaghen)
Castelletti, Andrea (Prof. Associato di Gestione delle Risorse Naturali, Politecnico di Milano)
Cherchi, Annalisa (Fisico/climatologo, INGV, Bologna)
Ciarlo, James (Fisico del clima, International Centre for theoretical Physics, Trieste)
Cimini, Domenico (Fisico, Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale, CNR, Potenza)
Cioffi, Francesco (Docente di Meccanica dei fluidi e Idroclimatologia, Prof. Associato, DICEA, Università di Roma ‘ La Sapienza)
Colleoni, Florence (Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, Trieste)
Colucci, Renato (Glaciologo e geomorfologo, CNR-ISMAR Trieste, Docente di glaciologia presso Università di Trieste)
Comoretto, Gianni (Astronomo associato – INAF-Osservatorio Astrofisico di Arcetri)
Coppola, Erika (Fisico, International Center for Theoretical Physics, Trieste)
Corti, Susanna (Fisico, Istituto Scienze dell’Atmosfera e del Clima CNR/ISAC, Bologna)
Curci, Gabriele (Ricercatore, Dipartimento di Scienze Fisiche e Chimiche – CETEMPS, L’Aquila)
Dalmonte, Barbara (Paleoclimatologa Polare, Ricercatrice Universitaria, Università degli Studi di Milano-Bicocca)
Danieli, Lorenzo (Fisico, meteorologo Centro Epson Meteo – Meteo Expert)
Davini, Paolo (Fisico, Istituto Scienze dell’Atmosfera e del Clima/CNR, Torino)
Decesari, Stefano (chimico dell’atmosfera, Istituto Scienze dell’Atmosfera e del Clima CNR/ISAC, Bologna)
Dell’Acqua, Matteo (Genetista, Ricercatore in Genetica Agraria, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa)
De Guttry, Andrea (Giurista, Ordinario di Diritto Internazionale e Direttore dell’Istituto DIRPOLIS, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa)
Della Volpe, Claudio (Chimico-Fisico, prof. Associato di Chimica fisica Applicata, Università di Trento)
Di Francesco, Michele (Prof. Ordinario di Logica e Filosofia della scienza, Scuola Universitaria Superiore IUSS Pavia)
Di Girolamo, Paolo (Fisico; Prof. Associato, Univ. degli Studi della Basilicata, Potenza)
Di Liberto, Luca (Fisico, ricercatore ISAC CNR)
Dipierro, Giovanni (Fisico/Meteorologo, Meteo Expert)
Di Sante, Fabio (Fisico ambientale, International Centre for Theoretical Physics, Trieste)
Dosio, Alessandro (Fisico, autore IPCC, European Commission Joint Research Centre (partecipa alla petizione a titolo personale e non in rappresentanza della sua istituzione)
Dragani, Rossana (Fisico, European Centre for Medium-Range Weather Forecasts ECMWF, Reading UK)
Emdin, Michele (Professore Associato, Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa)
Facchini, Maria Cristina (Chimico, Direttore CNR/ISAC Bologna)
Falsini, Sara (Biologo, Dipartimento di Chimica “Ugo Schiff” & INSTM, University of Florence)
Fantini, Maurizio (Fisico, ISAC-CNR, Bologna)
Fermeglia, Maurizio (Ingegnere, Rettore uscente, Università di Trieste)
Farneti, Riccardo (Fisico, International Center for Theoretical Physics, Trieste)
Ferranti, Laura (Fisico, European Centre for Medium-Range Weather Forecasts ECMWF, Reading UK)
Ferrarese, Silvia (Fisico, Università di Torino)
Ferrero, Enrico (Fisico dell’Atmosfera , Università del Piemonte Orientale e ISAC/CNR)
Ferretti, Rossella (Fisico, Università dell’Aquila)
Ferri, Massimo (Fisico, già dirigente del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare)
Flandoli, Franco (Pofessore ordinario di Probabilità e Statistica, Scuola Normale Superiore Pisa)
Fua, Daniele (Fisico già Professore Associato di Fisica dell’Atmosfera Università ‘la Sapienza’ Roma)
Fuzzi, Sandro (Chimico, Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, CNR, Bologna)
Gaetani, Marco (Fisico, Scuola Universitaria Superiore IUSS Pavia, Italia)
Galatolo, Stefano (Matematico, Università di Pisa)
Galbiati, Flavio (Fisico Meteorologo, Meteo Expert)
Gallina, Valentina (Climatologa, OSMER ARPA-FVG)
Gatto, Marino (Professore ordinario di Ecologia, Politecnico di Milano)
Gentile, Sabrina (Fisico, Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale, CNR, Potenza)
Gerosa, Giacomo Alessandro (Micrometeorologo ed ecofisiologo, professore associato di Fisica dell’atmosfera, Università Cattolica del Sacro Cuore, Brescia)
Ghelli, Anna (Fisica, European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, UK)
Ghemardi, Grazia (Prof. Ordinario di Ingegneria sanitaria-ambientale, Università di Modena e Reggio Emilia)
Ghezzi, Gioia (Fisico, European Institute for Innovation and Technology)
Giacomin, Serena (Fisica, meteorologa e climatologa Meteo Expert)
Giannini, Gianrossano (Fisico, Università di Trieste)
Giorgi, Filippo (Fisico del Clima, International Center for Theoretical Physics, Trieste)
Giovannini, Lorenzo (Ricercatore di Fisica dell’Atmosfera, Università di Trento)
Giuliani, Graziano (Fisico, Software Engineer, International Center for Theoretical Physics, Trieste)
Gozzini, Bernardo (Climatologo, IBE/CNR, Amministratore Unico Consorzio LaMMA, Firenze)
Giacomo Grassi (senior scientist, Joint Research Centre, European Commission, Ispra, Varese; autore IPCC; partecipa alla petizione a titolo personale e non in rappresentanza della sua istituzione)
Giuliacci, Andrea (Fisico/Meteorologo; Prof a contratto, docente di Fisica dell’Atmosfera presso Università Milano-Bicocca)
Grasso, Marco (Professore Associato, Politiche dei cambiamenti climatici, Università degli Studi di Milano-Bicocca)
Grazzini, Federico (Ricercatore/meteorologo, LMU- München/ARPAE-SIMC Bologna)
Grossi, Giovanna (ingegnere, Prof. Associato di costruzioni idrauliche, Università degli studi di Brescia)
Grosso, Mario (Mario Grosso (Ingegnere, Professore Associato di Gestione e Trattamento dei Rifiuti Solidi, Politecnico di Milano)
Gualdi, Silvio (Fisico; Centro Mediterraneo Cambiamenti Climatici CMCC, Bologna)
von Hardenberg, Jost (Fisico, Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, Consiglio Nazionale delle Ricerche CNR/ISAC, Torino)
Iannuccilli, Maurizio (Geografo, Istituto di Bioeconomia CNR-IBE, Firenze – ex Istituto di Biometeorologia CNR-IBIMET)
Iocca, Francesco (Matematico/meteorologo – Centro Funzionale Regione Marche)
Kucharski, Fred (Fisico, International Center for Theoretical Physics, Trieste)
Laio, Francesco (Ingegnere Ambientale, Prof. Ordinario di Idrologia, Politecnico di Torino)
Leonesi, Stefano (Meteorologo, Centro Operativo di Agrometeorologia, ASSAM)
Levizzani, Vincenzo (Fisico, Dirigente di Ricerca, Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima CNR/ISAC, Bologna)
Libralato, Simone (Scienziato ambientale, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS, Trieste)
Lionello, Piero (Professore Ordinario di Oceanografia e Fisica dell’Atmosfera Università del Salento, Lecce)
Lolli, Simone (Fisico, CNR-IMAA e Univ. Di Baltimore Maryland County)
Lombroso, Luca (Meteorologo AMPRO e divulgatore ambientale, Presidente Emilia Romagna Meteo aps)
Lussana, Cristian (ricercatore, Norwegian Meteorological Institute – Division for climate services)
Maione, Michela (Docente di Chimica dell’Ambiente, Università degli Studi di Urbino Carlo Bo e associato ISAC-CNR)
Maggi, Valter (Geologo, Docente di Geografia Fisica – Università di Milano-Bicocca)
Manzato, Agostino (Meteorologo, OSMER, ARPA-FVG)
Maiello, Ida (Meteorologo/ricercatore CETEMPS Università degli Studi dell’Aquila
Mari, Lorenzo (Ricercatore in Ecologia Politecnico di Milano)
Marletto, Vittorio (Fisico/agrometeorologo resp. Osservatorio clima di Arpae Emilia- Romagna)
Marmi, Stefano (Professore ordinario di sistemi dinamici, Scuola Normale Superiore Pisa)
Martelloni, Gianluca (Ingegnere per l’ambiente e il territorio, attualmente ricercatore a tempo determinato presso l’INSTM)
Martellos, Stefano (Biologo, Università di Trieste)
Martina, Mario (Ingegnere, Professore Associato di Idrologia, Scuola Universitaria Superiore IUSS di Pavia)
Marzano, Frank (Radarmeteorologo, docente di Osservazione della Terra, Sapienza Università di Roma & CETEMPS)
Masiello, Guido (Prof. Associato Fisica della Terra e del Mezzo circumterrestre, Università degli studi della Basilicata, Potenza)
Masina, Simona (Fisica/Oceanografa Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici)
Maugeri, Maurizio (Fisico-climatologi – Professore associato – Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali)
Mazzotti, Marco (Professore di Ingegneria di Processo, ETH Politecnico Federale di Zurigo, Svizzera)
Meccia, Virna (Oceanografa, Istituto Scienze dell’Atmosfera e del Clima CNR/ISAC, Bologna)
Menenti, Franco (Esperto sicurezza trasporto aereo, rappresentante Rete Meteo Amatori)
Melia, Paco (Ecologo, Politecnico di Milano)
Mercalli, Luca (Climatologo, Presidente Società Meteorologica Italiana e consigliere scientifico ISPRA)
Miglietta, Mario Marcello (Fisico dell’Atmosfera, Ricercatore, ISAC/CNR)
Molteni, Franco (Fisico, European Centre for Medium-Range Weather Forecasts, Reading UK)
Monegato, Giovanni (Geologo del quaternario, ricercatore confermato presso IGG- CNR)
Nogherotto, Rita (Fisico, International Center for Theoretical Physics, Trieste)
Nuti, Sabina (Rettrice, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa; Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese)
Ortolani, Alberto (Fisico, primo ricercatore CNR IBE e Consorzio LaMMA)
Orusa, Tommaso (Scienziato forestale e ambientale, nivologo, borsista di ricerca presso UniTO Green Office Climate Change Group)
Osti, Giorgio (Sociologo dell’Ambiente, Università di Trieste)
Padoa-Schioppa, Emilio (professore associato di Ecologia, Università degli Studi di Milano-Bicocca)
Palazzi, Elisa (Fisico/climatologo, Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima del CNR, Torino)
Panegrossi, Gulia (Fisica dell’Atmosfera, Ricercatrice ISAC-CNR)
Panziera, Luca (Meteorologo, MeteoSvizzera)
Pappalardo, Gelsomina (Fisico, Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale, CNR, Potenza)
Pasini, Antonello (Fisico del clima, CNR, Roma)
Pasquero, Claudia (Fisico, Prof. Associato di Fisica dell’Atmosfera ed Oceanografia, Università di Milano – Bicocca)
Pavan, Alessandro (Ingegnere, Università di Trieste)
Pavan, Valentina (Fisica/climatologa, Arpae-Simc Emilia-Romagna)
Pecci, Massimo (Geologo, Roma, afferente al Comitato Glaciologico Italiano, Torino)
Perissi, Ilaria (Chimico, INSTM-Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Chimica)
Pernigotti, Daniele (UNI/Coordinatore GL15 Cambiamento Climatico)
Pettinelli, Elena (Professore di Fisica Terrestre, Dipartimento di Matematica e Fisica, Università degli studi Roma Tre)
Piani, Lucia (Economista Agrario, Università di Udine)
Pichelli, Emanuela (Fisico, International Center for Theoretical Physics, Trieste)
Pirani, Anna (Oceanografa, International Center for Theoretical Physics, Trieste)
Pirni, Alberto (ricercatore, Filosofia morale, Istituto di Diritto, Politica e Sviluppo – Scuola Superiore Sant’Anna – Pisa)
Pisani, Sergio (Meteorologo – Segretario AISAM)
Pitari, Giovanni (Fisico, Prof. Associato, Università dell’Aquila)
Pozzi, Carlo (Agronomo, Prof. Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali, Università degli Studi di Milano)
Proietti, Serena (Fisico, Meteorologo Aeronautico, Meteorologic Forecast Unit/ENAV, Roma)
Provenzale, Antonello (Fisico, Istituto di Geoscienze e Georisorse del CNR, Pisa)
Raffaele, Francesca (Fisico in Scienze Ambientali, International Center for Theoretical Physics, Trieste)
Raicich, Fabio (Fisico, Istituto di Scienze Marine, CNR-ISMAR, Trieste)
Ranzi, Roberto (Idrologo, Prof. Ordinario di Costruzioni Idrauliche e marittime e Idrologia, Università degli Studi di Brescia)
Ravaioli, Mariangela (Biogeochimica Marina- Associata di Ricerca CNR-Ismar- Bologna – Dirigente di Ricerca CNR)
Reale, Marco (Oceanografo, Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS, Trieste)
Ricciardelli, Elisabetta (Fisico, Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale, CNR, Potenza)
Riccio, Angelo (Chimico-fisico, Associato in Fisica per il Sistema Terra e il Mezzo Circumterrestre, Università Parthenope di Napoli)
Riva, Isabella, (Meteorologa, Enav)
Rizi, Vincenzo (Fisico, Università dell’Aquila)
Roberti, Giorgio (Ingegnere, Accountable Manager div. GAWS, Meteo Operations Italia, Sesto San Giovanni)
Romano, Filomena (Fisico, Istituto di Metodologie per l’Analisi Ambientale, CNR, Potenza)
Rossetto, Rudy (Water Scientist, Ricercatore, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa)
Rosso, Renzo (Ingegnere Idraulico, Politecnico di Milano)
Rotondi, Alberto (Professore Ordinario di Fisica Nucleare, Università di Pavia)
Roventini, Andrea (Economista, Prof. Della Scuola Superiore Sant’Anna Pisa)
Ruggieri, Paolo (Fisico, Ricercatore Centro Mediterraneo Cambiamenti Climatici Bologna)
Salerno, Raffaele (Fisico/Meteorologo, Direttore METEO EXPERT)
Salon, Stefano (Fisico, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS Trieste)
Sangeloni, Lorenzo (Ricercatore CETEMPS, L’Aquila)
Sannella, Alessandra (Università di Cassino)
di Sarra, Alcide (Fisico dell’atmosfera ENEA)
Serafin, Stefano (Ricercatore, Dipartimento di Scienze dell’Atmosfera e della Criosfera, Università di Innsbruck, Austria)
Sannino, Gianmaria (oceanografo/climatologo, Responsabile del Laboratorio di Modellistica Climatica e Impatti, ENEA C.R Casaccia, Roma)
Saroli, Michele (Geologo, professore associato di Geologia Applicata, DICeM Università di Cassino e del Lazio Meridionale)
Schroeder, Katrin (Oceanografa, Istituto Scienze Marine CNR/ISMAR, Venezia)
Senese, Antonella (Glaciologa, Professore a contratto di Alpine Glaciology and Climatology, Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali)
Serio, Carmine (Fisico Sperimentale, Prof. Ordinario di Fisica, Università della Basilicata)
Siani, Anna Maria (Fisico, Prof. Associato, Sapienza, Università di Roma)
Solidoro, Cosimo (Dirigente di Ricerca, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale OGS Trieste)
Soncini Sessa, Rodolfo (Professore Ordinario di Gestione delle Risorse Naturali in quiescenza, Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Politecnico di Milano)
Teggi, Sergio (Prof. Associato di Ingegneria Sanitaria e Ambientale, Dipartimento di Ingegneria Enzo Ferrari, Università di Modena e Reggio Emilia)
Terzago, Silvia (Fisica e climatologa, Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Torino)
Tesi, Tommaso (Geochimico, Ricercatore CNR – Istituto di Scienze Marine)
Tibaldi, Stefano (Fisico, Meteoclimatologo, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici Bologna)
Tomassetti, Barbara (Fisico, CETEMPS Centro di eccellenza Università degli studi dell’Aquila)
Trini Castelli, Silvia (Fisico, Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima CNR/ISAC, Torino)
Troccoli, Alberto (Fisico/climatologo, visiting professor University of East Anglia, Direttore, World Energy & Meteorology Council, UK)
Vacchiano, Giorgio (Scienze forestali, Ricercatore, Università Statale di Milano)
Verdecchia, Marco (Fisico, Università dell’Aquila)
Viola, Angelo (Fisico, Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, ISAC/CNR)
Zampieri, Dario (Geologo, Dipartimento di Geoscienze, Università di Padova)
Zanini, Gabriele (Responsabile Divisione Modelli e Tecnologie per la Riduzione degli Impatti Antropici e dei Rischi Naturali, ENEA Roma)
Zardi, Dino (Fisico, Università di Trento)
freddopungente
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Messaggio da freddopungente »

ancora dite che non è dimostrato il nesso tra attività antropiche e riscaldamento globale? se volete negare a voi stessi fatelo ma i dati e gli studi a tutti consultabili parlano chiarissimo al punto che il dibattito dovrebbe essere incentrato sul come intervenire e non se l'uomo ne è colpevole o meno...


Disponibile il Rapporto Speciale sul Riscaldamento Globale di 1,5 °C redatto dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC).Per IPCC si intende l’Intergovernmental Panel on Climate Change, una organizzazione istituita nel 1988 dal World Meteorological Organization (WMO) e dall’United Nations Environment Programme (UNEP) https://www.ipcc.ch/.Questa organizzazione ha lo scopo di valutare, sulla base di dati ed evidenze scientifiche, tecniche e socioeconomiche, il rischio dei cambiamenti climatici indotti dall’umanità, le possibili conseguenze e ha la possibilità di suggerire le eventuali soluzioni per la riduzione di tali mutamenti.
l Rapporto Speciale sul Riscaldamento Globale di 1,5 °C redatto dal Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) è disponibile dal 2018. Si tratta di uno dei lavori più importanti a disposizione dei decisori politici per conoscere gli scenari futuri del cambiamento climatico in atto. Il rapporto si basa sulle valutazioni della letteratura scientifica, tecnica e socio-economica disponibile e rilevante per il riscaldamento globale di 1,5°C.

La Sintesi per Decisori Politici (English) presenta i risultati chiave del rapporto Speciale. La Società italiana di scienze del clima ha curato nel 2019 la traduzione in italiano della Sintesi. http://www.sisclima.it/wall/rapporto-ip ... a/?lang=en

Con questo rapporto speciale gli scienziati lanciano un messaggio chiaro: è necessario limitare il riscaldamento globale a 1,5°C attraverso un cambiamento rapido di rotta, in tutti gli aspetti della società. Un obiettivo importante che richiede però azioni urgenti e "rapide e lungimiranti" transizioni in diversi settori quali suolo, energia, industria, edilizia, trasporti e pianificazione urbana. Invertire la tendenza è ancora possibile ma occorre agire subito.

Le emissioni di CO2 nette globali prodotte dall´attività umana dovrebbero, entro il 2030, diminuire di circa il 45% rispetto ai livelli del 2010, raggiungendo lo zero intorno al 2050. Questo vuol dire che ogni emissione rimanente dovrebbe essere bilanciata dalla rimozione di CO2 dall´atmosfera.

Il Rapporto Speciale sul Riscaldamento Globale di 1,5°C è stato approvato dall´IPCC ad Incheon, in Corea del Sud e ha costituito un riferimento scientifico di grande importanza nella Conferenza sui Cambiamenti Climatici tenutasi a Katowice in Polonia a dicembre 2018, quando i governi hanno riesaminato L´Accordo di Parigi sul clima.

I materiali a disposizione sul sito del Focal Point IPCC per l´Italia https://ipccitalia.cmcc.it/
Infografica sul Report a cura del CMCC
La sintesi per i decisori politici https://www.ipcc.ch/sr15/
Con le citazioni di oltre 6.000 riferimenti scientifici e il contributo di migliaia di esperti e di revisioni da parte dei governi di tutto il mondo, questo importante rapporto è una testimonianza della portata e della rilevanza politica dell´IPCC", ha affermato Hoesung Lee, Presidente dell´IPCC.

Novantuno autori e revisori provenienti da 40 paesi hanno redatto il rapporto IPCC in risposta ad un invito avanzato dalla Convenzione Quadro per i Cambiamenti Climatici (United Nations Framework Convention on Climate Change, UNFCCC) nel 2015 quando fu adottato il Trattato di Parigi.

Il titolo completo del rapporto è: “Riscaldamento globale di 1,5°C, un rapporto speciale dell´IPCC sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5°C rispetto ai livelli del periodo pre-industriale e i relativi percorsi di emissioni di gas serra, in un contesto mirato a rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, allo sviluppo sostenibile e agli sforzi per sconfiggere la povertà”.





IL RAPPORTO IPCC
Il rapporto mette in evidenza un numero di impatti dei cambiamenti climatici che potrebbero essere evitati limitando il riscaldamento globale a 1,5°C anziché 2°C o più. Per esempio, entro il 2100 l´innalzamento del livello del mare su scala globale sarebbe più basso di 10 cm con un riscaldamento globale di 1,5°C, rispetto a 2°C. La probabilità che il Mar Glaciale Artico rimanga in estate senza ghiaccio marino sarebbe una in un secolo con un riscaldamento globale di 1,5°C, mentre sarebbe di almeno una ogni decennio con un riscaldamento globale di 2°C. Le barriere coralline diminuirebbero del 70-90% con un riscaldamento globale di 1,5°C, mentre con 2°C se ne perderebbe praticamente la totalità (>99%).

Ipcc è l´organo leader mondiale per la valutazione della scienza dei cambiamenti climatici, i relativi impatti e potenziali rischi futuri, e le possibili risposte.

Il rapporto è stato redatto sotto la leadership scientifica dei tre gruppi di lavoro (working group) di Ipcc. Working Group I valuta le basi fisico-scientifiche dei cambiamenti climatici; Working Group II affronta il tema degli impatti, dell´adattamento e delle vulnerabilità; Working Group III si occupa della mitigazione dei cambiamenti climatici.

L´Accordo di Parigi, adottato da 195 nazioni alla 21 Conferenza delle Parti dell´UNFCCC nel dicembre 2015, conteneva l´obiettivo di rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici "mantenendo l´aumento della temperatura media globale ben al di sotto dei 2°C rispetto al periodo pre-industriale e perseguendo sforzi per limitare l´aumento della temperatura a 1,5°C sopra i livelli del periodo pre-industriale.

In quanto parte della decisione di adottare il Trattato di Parigi, Ipcc è stato invitato a produrre nel 2018 un Rapporto Speciale sul Riscaldamento Globale. Ipcc ha accettato l´invito, aggiungendo che il Rapporto Speciale avrebbe guardato a questi temi nel contesto di rafforzare la risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, allo sviluppo sostenibile e agli sforzi per sconfiggere la povertà.

Questo rapporto è il primo di una serie di Rapporti Speciali che saranno prodotti durante il ciclo che porterà al Sesto rapporto di Valutazione. Nel 2019 Ipcc pubblicherà il Rapporto Speciale sull´Oceano e la Criosfera in un Clima che Cambia, e il Rapporto Speciale Cambiamenti Climatici e Territorio, che ha per oggetto il modo in cui i cambiamenti climatici influiscono sull´uso del suolo.
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Messaggio da giamo64 »

luca90 ha scritto:
giamo64 ha scritto:
Senza riportare i numeri delle vittime dei precedenti 5 ventenni del secolo scorso la statistica non significa molto se non la pena per le vittime ovviamente. Vai a vedere cosa succedeva in Bangladesh nel ridente 1970..500000 morti per un ciclone, annoverato come il più mortale mai registrato, ti bastano anche se non è stato il novembre più caldo di tutti i tempi?
Un ciclone tropicale quindi non può verificarsi in condizioni di un Novembre climaticamente in media? In quel tipo di articolo non si parla di singolo evento ma vengono riportati più fatti riguardanti eventi estremi nel ventennio. Questo tipo di dati vengono anche utilizzati per comprendere i passi avanti che l'uomo attua nel prevenire certe eventi catastrofici.


..vuoi dire la mamma di tutti i cicloni..
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Messaggio da giamo64 »

Qui sembra che gli scettici vadano in giro a spargere CO2 per diletto. Per quanto possa interessare, io evito anche le flatulenze e non devo pagare l'ecotassa, la quale, per inciso, mi chiedo dove vada a finire.
Quindi cerchiamo di capire che qui non ci sono buoni e cattivi; tutti abbiamo a cuore l'ambiente. Se volete, potete pensare che forse quelli come me sono un po' più ottimisti di quelli che sostengono che abbiamo distrutto il pianeta con attività che hanno consentito di vivere il periodo più florido della storia dell'uomo. Potrebbe anche essere che ci tocchi pagare il conto; io non lo nego, ma preferisco usare il condizionale cosa che non fa l'agronomo e l'ingegniere idraulico della lista.
Sarebbe anche interessante sapere quali procedure PERCORRIBILI adottare per conseguire il dimezzamento della CO2. Se qualcuno mi vuole invitare ad andare in vacanza in barca a vela..ho anche la patente nautica.
Scordiamoci che i governi investano miliardi perché quando manca il pane è inutile pretendere caviale...meglio l'ecotassa.

Speriamo che l'uomo non sia così impattante.. sarebbe auspicabile per tutti.
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Telecuscino
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Messaggio da Telecuscino »

Ragazzi ho letto che la Co2 quest'anno crescerá a un ritmo minore, confermate!?
Ovviamente non é che bisogna festeggiare, però intanto...
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Artic Fox
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Messaggio da Artic Fox »

Da una pagina facebook:
PREDIZIONI DI UN FUTURO PASSATO

Quando si parla di clima e di AGW (Anthropogenic Global Warming) si finisce sempre a parlare di “qual è il consenso della comunità scientifica?”. Di solito il numero 97% viene tirato fuori, oppure l’ “estremamente probabile” (99% di possiblità) fornito dall’IPCC nei suoi report. Ma alcuni fanno notare: non è così che funziona la Scienza, e Galileo era solo contro tutti, con la sua Verità!

In effetti, hanno in parte ragione. Come si valuta la bontà o meno di una teoria scientifica? Lo si fa osservando le predizioni che una teoria fa sui risultati di un esperimento, che sia la caduta di un grave o il Bosone di Higgs. Nel caso della climatologia, di laboratorio ce n’è uno solo nel mondo reale: il nostro pianeta. La nostra teoria del cambiamento climatico fu sviluppata a partire dal 1880, quando Ahrrenius osservò che la CO2 in un contenitore assorbiva alcune particolari lunghezze d’onda e si scaldava, e scrisse che “se continuiamo a bruciare carbone producendo CO2, triplicando la sua concentrazione in atmosfera ci ritroveremmo con 9 gradi in più in Artico” (molto vicino alle correnti stime). I conti continuarono carta e penna finché, con lo sviluppo dei moderni computer e con le nostre nuove capacità osservative delle componenti dell’atmosfera, si cominciarono a costruire i primi modelli climatici al calcolatore.

Un nuovo articolo appena pubblicato su Geophysical Research Letters si è quindi chiesto: le predizioni fatte da quei modelli a partire dal 1970 per i 50 anni successivi, come sono state? La risposta, non sorprendentemente, è stata quanto segue: su 17 modelli indipendenti testati che nel tempo hanno fornito previsioni fino all’anno 2017, quasi tutti (ben 14 su 17!) hanno abilmente predetto l’andamento della temperatura superficiale globale in relazione all’aumento della CO2 con precisione. Dei restanti 3, due hanno predetto un riscaldamento un poco inferiore a quello che si è poi verificato e solo 1 è stato un poco “catastrofista”! E, si noti, stiamo parlando di modelli molto semplici, sviluppati agli albori della moderna scienza del clima. I moderni modelli climatici (che verranno usati per il prossimo report IPCC AR6) sono molto più ricchi di dettagli e, costantemente, le migliorie apportate li hanno resi sempre più bravi sia a simulare il clima odierno e passato sia a darci, con maggior fiducia, delle proiezioni per quello futuro.

Si spera che questo studio sia una pietra tombale sugli infiniti argomenti da parte di certa stampa e certi strampalati accademici sui climatologi catastrofisti che per qualche ragione desiderano spaventare la popolazione senza alcuna base teorica per le loro predizioni. Lungi dall’essere inventori di sventure, le nostre previsioni si sono verificate con puntualità, e gli stessi principi fisici che le hanno guidate in passato lo faranno per il prossimo futuro, la cui traiettoria a questo punto dipende solo da una cosa: noi.

Daniele Visioni
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